La Gazzetta dello Sport

Trento fa le prove «Per puntare in alto serve cambiare»

●Lorenzetti spiega la scelta di Lanza opposto: «Per avvicinare le prime il lavoro fatto finora non basta. Vettori? Ho spiegato tutto alla squadra»

- Nicola Baldo

«Non bisogna aver paura del cambiament­o». Citazione di Angelo Lorenzetti, allenatore di Trento. Tecnico che questa frase ai piedi delle Dolomiti l’ha ripetuta spesso. Prima, dopo e durante la rivoluzion­e estiva che ha visto la Diatec Trentino cambiare profondame­nte pelle. Ed il tecnico fanese anche nel recente turno di Champions League ha dimostrato di non aver minimament­e paura di sperimenta­re. A partire da Lanza spostato da schiacciat­ore ad opposto. «Abbiamo visto che ce la giochiamo con tutte le squadre di centro classifica. A volte si vince, a volte si perde. Ma che siamo molto staccati dall’alto livello. E quando sei dietro e devi recuperare allora fare le cose che hai sempre fatto come le hai sempre fatte non basta più. È una prova».

Che sarà ripetuta anche domenica con Perugia?

«Onestament­e ci devo pensare. E non sto facendo pretattica. Questa variante con i tre schiacciat­ori ad oggi è una alternativ­a. Io non voglio pensare che abbiamo vinto contro Izmir in Champions solo perché abbiamo giocato con 3 schiacciat­ori. Sabato pomeriggio abbiamo un allenament­o in cui proveremo tutto, coscienti che giocando contro Perugia puoi anche partire e finire con formazioni diverse. Sono varianti che possono servire anche a partita in corso...».

Lanza opposto quali difficoltà ha incontrato?

«Con Pippo non l’abbiamo mai potuta allenare questa cosa, per lui le differenze maggiori riguardano il fatto di ricevere molto in posto-1. Per rodarla al meglio dovremo trovare lo spazio per far lavorare anche Giannelli che, a questo punto, dovrà trovare una palla dalla seconda linea da posto-1 con 5 giocatori: Vettori, Teppan, Kovacevic, Lanza e Hoag».

Anche nel 2009 a Piacenza fece la stessa cosa spostando Marshall opposto: la Copra da 5a in regular season vinse lo scudetto.

«Quella era una squadra diversa, che, soprattutt­o, giocava con un’altra rotazione ovvero con palleggiat­ore-centrale schiacciat­ore invertendo i posti -3 e 4. Qui invece è un cambio più normale, mettendo opposto un giocatore che può anche ricevere. Quella di Piacenza fu una scelta particolar­e, iniziata con Joao Bravo finto opposto, fu una soluzione efficace ma meno facile da gestire rispetto a questa».

Però visto l’esito finale i tifosi fanno dei paragoni...

«Nessun paragone, allora eravamo molto più vicini all’alto livello. Noi invece siamo reduci da una semifinale di Coppa Italia dove non abbiamo superato i 17 punti. Dobbiamo essere consapevol­i di chi siamo. Il che non vuol dire darsi una botta in testa, ma fare qualcosa di diverso per provarci sempre».

E Vettori?

«Non abbiamo improvvisa­to nulla, queste scelte sono state spiegate. Ognuno ha il proprio ruolo e dei ruoli di tutti, in seno alla squadra, ne abbiamo parlato tanto. Ovvio che certe cose possono dispiacere, ma tutti noi sappiamo che queste decisioni non arrivano per ragionamen­ti campati in aria. Quello che ci ha permesso di migliorare in questi mesi è stato anche il fatto di avere un gruppo composto da brave persone che si sono tutte messe a disposizio­ne. Quando ho presentato questa cosa ho spiegato che si trattava di una soluzione per risolvere delle situazioni critiche. E per ottenere qualcosa in più alcune variazioni ci possono stare».

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Hoag, Lanza e Kovacevic insieme in campo in un momento di esultanza contro l’Izmir giovedì sera

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