La Gazzetta dello Sport

Russi assolti Putin felice Rabbia Wada

●La numero 2 dell’Agenzia: «Così è il caos» Riammissio­ne? Ora decide il Cio

- Valerio Piccioni

Da una parte l’«allegria» senza esagerazio­ni di Vladimir Putin, dall’altra la rabbia della Wada, e probabilme­nte di una parte del Cio. Sono i primi effetti della decisione presa dal Tas, il Tribunale arbitrale dello Sport, di annullare le squalifich­e a vita di 28 dei 39 atleti russi che avevano fatto ricorso, restituend­o le nove medaglie vinte a Sochi nel 2014, nelle olimpiadi delle incursioni notturne dei servizi segreti nel laboratori­o olimpico.

DUBBI CIO Nelle prossime ore, il Cio potrebbe far scattare il semaforo verde per la partecipaz­ione degli atleti scagionati, ma non c’è un automatism­o fra la decisione del Tas e il via libera alla partecipaz­ione alle gare di PyeongChan­g. Anche se la Russia, minacciand­o di ricorrere di nuovo al Tas, firma una reazione del tipo: non fate scherzi. Una decisione sarà presa nelle prossime ore.

RABBIA WADA Ma intanto la Wada, dopo la nota ufficiale in cui parlava di «seria preoccupaz­ione», va all’attacco con uno dei suoi esponenti di vertice. Linda Hofstad Helleland, ministro norvegese per la gioventù e vicepresid­ente dell’Agenzia Mondiale Antidoping, parla di «situazione molto caotica» e di «atleti puliti e tifosi che hanno perso fiducia nel sistema». Per la Helleland ritiene «tutto questo deve fermarsi e che la questa situazione non può essere accettata a lungo». Fra il fronte russo e la storiaccia delle provette poco affidabili e il ritorno a quelle usate proprio a Sochi, la vigilia olimpica dell’antidoping si fa davvero agitata.

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