IL VIAGGIO NEL 1867 E VICINO A TORINO UN PAESE LO CHIAMA «E’ UNO DEI NOSTRI»
IL TECNICO ARGENTINO DEL TOTTENHAM SFIDERÀ LA JUVE ALL’ALLIANZ STADIUM. IL SUO TRISAVOLO PARTÌ DA VIRLE. IL SINDACO: «GLI DAREMO LA CITTADINANZA ONORARIA»
Altro che Pochettino, sono tanti. Una marea. E li trovi ovunque: coperti sotto alle Alpi del Piemonte, distesi al caldo delle Pampas argentine. Sono magistrati, geometri, professionisti, agricoltori, politici e pure allenatori: i Pochettino sono una dynasty lunga due secoli e due continenti. Mentre uno soltanto è l’evento, come un segno del destino: 13 febbraio, alle 20.45 all’Allianz di Torino si giocano gli ottavi di Champions. Contro la Juventus, il Tottenham di uno dei mille piemontesi d’Argentina: Mauricio Pochettino, tecnico degli Spurs corteggiato dalle big d’Europa, è fiero di quel filo sottile che lo collega alla provincia di Torino. Alla piccola Virle, non lontano dalla Francia, da dove partì il suo trisavolo quando era ancora bambino. Le ricerche nel territorio si sprecano in tutti i comuni e sono piuttosto scivolose: troppe le ramificazioni familiari, facile sbagliare il paese di origine e intestare una parentela sbagliata. Il ramo corretto, però, porta a questo borgo di 1.200 persone appena, circa la metà di Murphy, il paesino nella provincia di Santa Fé in cui Mauricio ha ancora tutti gli affetti. Tra una decina di giorni metterà piede da rivale nella terra degli avi, lui che dal sorteggio non pensa soltanto al possibile recupero di Dybala: «Ho sempre sperato di poter giocare della città da cui viene la mia famiglia e con la maglia della Juventus: è bello ora ritrovarla di fronte da avversaria», ha detto quel giorno. Non sapeva ancora che ci sarà tanta gente in festa ad aspettarlo: molti con il suo cognome, uno con una fascia tricolore e un documento ufficiale.
PAESE IN FERMENTO Oggi come allora Virle è una piccola gemma nascosta nel cuore del Piemonte. Una manciata di abitanti, ma due castelli da visitare oltre all’antica cinta muraria. In quel 1864 l’Italia era solo un neonato da svezzare, come il piccolo Michele, figlio del giardiniere Matteo Pochettino e di Virginia Fraire, di professione ortolana. L’avo del tecnico del Tottenham era «un fanciullo di sesso mascolino, nato il 16 del mese di maggio»: si legge a fatica nel certificato di battesimo custodito nella parrocchia del paese. La chiesa è dedicata a San Siro: il dio del calcio aveva messo lo zampino già un secolo e mezzo fa. Il documento è stato trovato solo ieri dal commissario di polizia regionale Candido Martino, che, prima di dedicarsi alle ricerche, aveva già comprato due biglietti: «Appartengo ai Pochettino per parte di madre, ho un motivo in più per vedere la Champions con mia figlia Vera che gioca nelle giovanili Juve». In paese non è l’unico a essere incuriosito e non soltanto perché la maggioranza preferisce il bianconero al granata: i tanti Pochettino, con sfumature diverse, sono tutti eredi alla lontana del capostipite Matteo, il giardiniere che si imbarcò per l’Argentina tre anni dopo la nascita di Michele. Ce n’è uno di nome Pietro, un geometra che studia la genealogia: «La nostra è stata una terra di grande emigrazione e tutti noi del paese, con quel cognome, abbiamo una origine comune». E ce n’è uno, soprattutto, dentro alle istituzioni: «E’ un onore per noi e per tutta la comunità: Mauricio è invitato ufficialmente a mangiare bagnacauda e polenta, ma mi perdonerà se tra dieci giorni tifo la mia vecchia Signoa...», ammette Daniele Pochettino, vice -sindaco devoto a Platini.
DNA PIEMONTE Il resto dei puntini sono stati messi insieme dall’altro lato dell’Oceano: da quelle parti, ecco un altro Pochettino con la passione per la storia. Si chiama Norberto, nipote di quel Michele battezzato in San Siro: «Qui col tempo mio nonno fu chiamato semplicemente Miguel, coltivò la terra e fece l’allevatore per tutta la vita: da lui parte il filo diretto che arriva al nostro grande Mauricio». Norberto ha ricostruito l’albero genealogico nel dettaglio e pure il lungo peregrinare dei Pochettino di Virle: «Arrivarono nel porto di Rosario per stabilirsi inizialmente a Cañada de Gómez, poi a Armstrong e in un posto chiamato Colon de los Leones perché gli immigrati italiani chiamavano “leoni” anche i puma delle Pampas...».. Oggi il paese si chiama Murphy e ha una venerazione collettiva per quel difensore portato al comando, «lo sceriffo» che piaceva tanto a Bielsa: «Ho sempre detto a mio cugino Hector, il papà di Mauricio, che suo figlio è un vero piemontese – continua Norberto –. In fondo,
è diventato un grande allenatore anche per questo: parla poco, lavora e non si arrende». Nella descrizione, in fondo, si rivede tutta la piccola Virle: «Siamo fatti così: ci piace la sostanza...», aggiunge il cugino vice-sindaco. Sa pure lui che sfidare la Juve alla pari è già un risultato sostanzioso.
LA CERIMONIA Le origini italiane sono diventate racconti, aneddoti e leggende popolari nella casa di Murphy: la voglia di passare da Torino è nata a Mauricio lì, nelle grandi tavolate di famiglia. «Siamo fieri di questo legame, possiamo dire di aver educato i nostri figli alla italiana – racconta papà Hector —. Ora siamo molto felici che si sia trovato il certificato di nascita di quel Miguel di cui abbiamo sempre parlato». Ma la gioia sua e della moglie Amalia al telefono arriva quasi alle lacrime nel sapere cosa stanno progettando al comune di Virle: mercoledì in consiglio comunale verrà presentata la richiesta di cittadinanza onoraria per l’allenatore del Tottenham. Giusto il tempo di concedergliela prima della sua trasferta torinese: «Vorremmo incontrarlo e consegnargliela ufficialmente, magari alla vigilia della partita: in fondo, è un nostro illustre concittadino», racconta il 26enne Mattia Robasto, giovane sindaco del paese, almeno lui senza tracce di Pochettino in famiglia. «Io e mio marito saremo lì con lui con il cuore perché non possiamo dimenticarci da dove tutto è partito», risponde commossa dall’Argentina mamma Amalia. Lei è convinta che, senza perdere di vista Higuain e Buffon, la mini-cerimonia potrebbe farà felice soprattutto suo figlio Mauricio. «Lo sceriffo di Murphy» che, un pochettino alla volta, si è fatto amare da tutti.
LA CURIOSITÀ
A Virle il certificato di nascita dell’avo partito nel 1867. Oggi il vice-sindaco si chiama... Pochettino: «Ma tifo Juve!»