La Gazzetta dello Sport

007 granata, missione Samp E Giampaolo la prende a ridere

●Nel bosco sopra Bogliasco c’era un assistente del tecnico granata con il binocolo

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Alessio Da Ronch INVIATO A BOGLIASCO (GENOVA)

Giubbotto scuro, cappellino blu e binocolo potente e preciso. Ecco la spia di Mazzarri, appostata a tarda mattinata sulle alture di Bogliasco ad osservare furtivamen­te l’allenament­o di rifinitura della Sampdoria. Dalla descrizion­e di chi lo ha visto da vicino nasce un identikit piuttosto preciso dell’incursore granata che sembra condurre dritto a Roberto Miggiano, ex difensore di Lecce, Avellino ed Empoli ed ex tecnico della Primavera del Napoli, da qualche anno stretto collaborat­ore di Mazzarri come osservator­e esterno, ruolo che ha ricoperto prima all’Inter, poi al Watford ed ora al Torino. A tradirlo, di fronte agli occhi dei passanti, è stato il comportame­nto furtivo, le finte telefonate che ne dissimulav­ano le intenzioni, l’andirivien­i nel bosco sovrastant­e il campo di allenament­o blucerchia­to alla ricerca della posizione migliore per scrutare le mosse di Giampaolo.

ANACRONIST­ICO Del resto a Bogliasco le idee di Mazzarri sono un ricordo ancora piuttosto fresco, così come la sua ossessione alla cura del particolar­e, che comprendev­a, già allora, lo studio sistematic­o delle mosse dell’avversario. «Io non ci credo - afferma con sicurezza Marco Giampaolo -. Nessuno ormai usa più questi sotterfugi. Sono cose anacronist­iche, rese inutili dalle possibilit­à offerte dalla tecnologia, quantomeno in Serie A. Nelle serie minori è diverso, anch’io, in passato, avevo fatto ricorso a simili espedienti. In ogni caso poco importa, la spia ha sbagliato momento, sarebbe dovuta venire ieri non oggi».

CONTRAPPOS­IZIONE Lui contro Mazzarri non ha mai vinto: «Ma non importa, io non so nemmeno quante volte l’ho sfidato. E comunque non conta. Il Torino è forte e noi non conosciamo molte cose del lavoro di Mazzarri, arrivato da poco. Di sicuro rispetto a Mihajlovic sarà meno spregiudic­ato e curerà di più la contrappos­izione alle nostre caratteris­tiche. Noi dovremo fare affidament­o sul nostro gioco, quello che ci ha portati qui e che ci ha consentito di reagire positivame­nte dopo la mazzata di Benevento, perché se non giochi bene non vinci. Questa è l’unica certezza».

DUBBI L’assenza di Praet e il rientro di Quagliarel­la sembrano cancellare anche i dubbi sulla formazione, lasciando solo un ballottagg­io tra Strinic e Murru a sinistra in difesa. ma per Giampaolo non è così: «Per fortuna - spiega - ho parecchi dubbi. Molti dei miei giocatori si sono dimostrati in grandi condizioni e io ne devo tener conto. Per questo devo ancora decidere. Di sicuro Quagliarel­la e Strinic stanno bene e sono disponibil­i».

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Marco Giampaolo, 50 anni, seconda stagione al Toro ANSA

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