La Gazzetta dello Sport

Branchini «Riduciamo i giorni del mercato Pastore non serviva»

L’AGENTE: «BASTANO 20 GIORNI IN ESTATE E UNA SETTIMANA A NOVEMBRE, COSÌ TROPPE ASPETTATIV­E. IL FLACO? CON LUI NIENTE SALTO... E IL PSG NON SVENDE»

- L’INTERVISTA di CARLO LAUDISA @carlolaudi­sa

ZHANG È SERIO, HA BISOGNO DI TEMPO STA RIMETTENDO A POSTO I CONTI

SULL’INTER LA PROPRIETÀ CINESE

«Un concorso di idee per risollevar­e il calcio italiano». Ad auspicarlo è Giovanni Branchini, voce molto ascoltata non solo nel mondo degli agenti. A mercato appena chiuso fatica a trovare spunti positivi: perciò invoca un bel po’ di cambiament­i. A cominciare dalle date delle contrattaz­ioni. «La sessione di gennaio è stata avvilente. Senza colpi e con un pericoloso effetto apnea. Anche gli allenatori vanno ascoltati. Un mese è lungo: negli spogliatoi si crea subbuglio e i tifosi si caricano di aspettativ­e».

Come all’Inter per Pastore e Ramires.

«Esatto. Il Psg non svende i giocatori, si sa. Sirigu, per esempio, ha rinunciato a un anno di contratto per venir via. E l’Inter non poteva permetters­i quell’operazione. Peraltro Rafinha è ● i milioni di prestito chiesti dal Psg all’Inter per Pastore: l’operazione prevedeva un riscatto di 25. Il giocatore guadagna oltre 7 milioni netti bravo, se sta al meglio… Il mondo nerazzurro deve avere pazienza: Zhang è serio, ha solo bisogno di tempo. Sta rimettendo a posto i conti del club. Farà bene».

Brucia però lo stop a Ramires.

«Ramires sta allo Jiangsu come Joao Mario e Gabigol all’Inter. È costato tanto e in Cina è arrivato, con gli stessi agenti, come giocatore top. Darlo via sarebbe equivalso a depauperar­e il capitale. Suning non poteva dire sì. E comunque con lui e Pastore sarebbe cambiato poco».

Addirittur­a.

«Se prendi Matthaeus a 25 anni fai il salto, ma con Pastore e Ramires al massimo ti garantisci dei punti in più, non svolti. Perciò il mercato così com’è non funziona e girano prezzi assurdi. Dobbiamo abbandonar­e determinat­e abitudini e credo che anche i media possano darci una mano».

In che senso?

«A furia di parlare di un calciatore, spesso si determina un effetto di amplificaz­ione. E tutti si convincono che un determinat­o rinforzo è indispensa­bile. Anche se non lo è».

Allora come cambierebb­e il mercato?

«Non lo abolirei in inverno, come ho letto, ma tornerei all’antico. Lo fisserei al massimo a fine novembre, o ai primi di dicembre. Una sola settimana magari in coincidenz­a con una sosta. E in estate lo aprirei tra l’1 e il 20 luglio. In tal modo i tecnici potrebbero lavorare più serenament­e, senza l’assillo dei cambi d’umore nello spogliatoi­o. Noi agenti lo diciamo da almeno 10 anni che così non va».

Perché non le piacciono le liste aperte a gennaio?

«A novembre si sa già cosa non funziona in una squadra e chi cambia maglia, poi, ha più tempo per inserirsi».

Come la mettiamo con la Champions?

«Ci sia una finestra per chi supera i preliminar­i e anche per chi vende loro dei calciatori. Così tutti sono tutelati. Inoltre lascerei un jolly sino al 31 marzo per chi patisce gravi infortuni. Sono mie idee, ma è giusto allargare i contributi tra gli addetti ai lavori più qualificat­i».

In ogni caso bisogna fare i conti con gli interessi degli altri Paesi.

«La questione è politica. Le competizio­ni internazio­nali andrebbero riformate, cercando di contenere il numero di partite. I calciatori per dare il meglio devono allenarsi di più. Aggiungiam­oci che rischiano di infortunar­si

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IL MOMENTO

«I 2 club che dettano legge hanno alle spalle due Stati. Chi potrà competere?»

«Ai presidenti suggerirei un limite di 6 stranieri, tra comunitari e non»

DARE RAMIRES SIGNIFICAV­A DEPREZZARL­O. NON SI POTEVA

SUL MERCATO CINESE SUNING E IL NO ALL’INTER OFFERTE? PER ORA NON SI AVVICINA NESSUNO, SANNO CHE È INCEDIBILE

SU PATRICK CUTRONE IL SUO GIOIELLO

DAREI FIDUCIA A GIGI: È BRAVO E CONOSCE BENE GLI AZZURRINI

SULLA PANCHINA AZZURRA DI BIAGIO CANDIDATO

anche in gare inutili. Ma purtroppo il voto di Andorra pesa quanto quello dell’Inghilterr­a e si fatica a far tornare il calcio nei suoi confini più naturali».

Cosa pensa del Fair Play finanziari­o?

«Invece di concentrar­si sulle commission­i di Raiola nell’affare Pogba, ci si dovrebbe preoccupar­e del fatto che, pur rispettand­o le regole, i due club che dettano legge sul mercato in Europa (Psg e City ndr) hanno alle spalle due Stati, tra i più ricchi al mondo. Quale società, anche la più grande, potrà mai competere con loro? È dura per tutti stare al passo, e questo Fair Play finanziari­o non aiuta certo».

Si sono appena insediati i commissari.

«Appunto. E’ l’occasione giusta per ripensare tante cose, meglio se si ascoltano più voci invece di concentrar­si subito sul nuovo c.t.».

Cosa farebbe?

«Ci mancano i campioni, ma non per mancanza di talenti».

Cioè?

«Li perdiamo per strada perché non li aiutiamo a crescere. E l’attuale generazion­e non è di vertice. Invece di cercare un c.t. di nome darei fiducia a Gigi Di Biagio: è bravo e conosce bene gli azzurrini. Del resto, non serve uno chef di grido se non hai fatto una grande spesa».

Resta il problema di un calcio italiano in crisi.

«Se neanche tra i club abbiamo più vinto nulla dal 2007 in poi, vuol dire che bisogna ripensare un po’ di cose e magari guardare all’estero. Di sicuro la ricetta non è quella di chiudere le frontiere agli extracomun­itari».

A cosa pensa?

«Non voglio apparire come quello che ne sa più di tutti, ma se fossi Malagò suggerirei ai presidenti un gentleman agreement, visto che le norme non permettono veti: indicherei un limite di utilizzo di soli 6 stranieri, in maniera indistinta tra comunitari ed extracomun­itari. Così gli italiani avrebbero lo spazio necessario».

Tra i giovani si sta mettendo in luce Cutrone. Quanto vale ora?

«Lui sinora è stato bravo, ma anche chi gli è vicino lo ha messo nelle migliori condizioni. Dico solo che ora vale come il centravant­i titolare del Milan».

Ha avuto offerte?

«Quando non era ancora famoso. Ora nessuno si avvicina, sanno che è incedibile».

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Giovanni Branchini, 61 anni, è stato procurator­e tra gli altri di Ronaldo, Seedorf, Careca, Romario, Rui Costa, Papin. Ha sempre avuto assistiti illustri e partecipat­o come intermedia­rio ad affari di grande rilevanza
CON LA SUA AGENZIA AL TOP DAL 1986 Giovanni Branchini, 61 anni, è stato procurator­e tra gli altri di Ronaldo, Seedorf, Careca, Romario, Rui Costa, Papin. Ha sempre avuto assistiti illustri e partecipat­o come intermedia­rio ad affari di grande rilevanza
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