La Gazzetta dello Sport

DE LAURENTIIS ATTACCO ALLA JUVE

«Agnelli potenti, si può condiziona­re anche in silenzio E su Younes dico...»

- Marco Guidi MILANO

Il presidente del Napoli sugli Agnelli «Sono la famiglia più potente d’Italia Non è una questione di soldi, ma di rapporti che possono anche silentemen­te creare condiziona­menti» «Il titolo? Più che lo scontro diretto a Torino saranno decisivi gli infortuni, le sviste arbitrali o “varriane”... Stimo Politano però non vale tutto quel denaro»

«Quattordic­i caffè, un cappuccino e un tè». Attimi di silenzio. «Come, mi scusi?». Alla reception del lussuoso hotel milanese non capiscono l’ordinazion­e. Aurelio De Laurentiis è però di buon umore. Sorride beffardo alla cornetta e scandisce lentamente il messaggio. Chissà se nelle ultime ore di calciomerc­ato, nella febbrile trattativa per Politano, c’è stato un quiproquo simile sulla (bollente) linea col Sassuolo. Il presidente del Napoli è ben disposto a parlarne, mostrando addirittur­a gli sms scambiati con Giovanni Carnevali, a.d. neroverde. «Tutto parte però col Viperetta (Massimo Ferrero, presidente della Samp ndr), due giorni prima», spiega. È l’inizio di una lunga chiacchier­ata, che dal mercato si sposta poi sulla corsa scudetto e la Var. Senza lesinare qualche stoccata alla Juventus.

Vi state giocando lo scudetto e l’opinione comune è che i bianconeri siano più attrezzati, mentre voi avete il gioco e Sarri come armi in più…

«Non sono d’accordo. Abbiamo grandi giocatori in rosa e siamo l’unico club in Serie A senza debiti con le banche. Siamo cresciuti tanto da quando ho preso la società su di un pezzo di carta in tribunale. Oggi il Napoli fattura un terzo della Juve, ma i nostri conti sono migliori dei loro. La Juventus però appartiene alla famiglia più potente d’Italia da 100 anni. Non è una questione di soldi, ma di rapporti che possono anche silentemen­te creare condiziona­menti. A tutti i livelli. Un esempio? Con Sportfive loro hanno avuto in regalo due terzi dello Stadium. A me sono serviti 7 anni per transare dei finanziame­nti che ho dato al Comune, altrimenti non avrei potuto giocare al San Paolo».

Sulla Juve ci torniamo poi. Facciamo un passo indietro alla vicenda Politano. Diceva del «Viperetta». Ci racconti…

«Eravamo all’Hilton e gli lancio l’idea: “Vendi Caprari al Sassuolo per 10 milioni”, così noi avremmo potuto prendere Politano. Lui mi richiama dopo un po’: “Ne voglio 18”. Io rilancio con 16, anche se in realtà la trattativa avrebbe dovuto farla con Carnevali, non con me. Quindi il Viperetta mi manda un sms con scritto: “Trattativa chiusa”. A quel punto Politano l’avevo cancellato dalla testa».

Sino al 31 gennaio.

«Già. Alle 21 dell’ultimo giorno di mercato, Carnevali mi contatta e mi dice che Politano si può fare, perché stanno chiudendo Farias col Cagliari. In aggiunta vogliono Ounas in prestito e 15 milioni più il prezzo pagato dal Sassuolo per Farias. Loro dicevano 10 più 3 di bonus, anche se il proprietar­io dei sardi Giulini aveva rivelato al mio direttore sportivo Giuntoli come la cifra reale fosse 8 più 2... Non sono convinto, ma faccio buon viso a cattivo gioco. Mi dico, buttiamo questi soldi dalla finestra: accetto di pagare 28 milioni più uno di bonus. Siamo d’accordo anche sulle modalità: prestito biennale a 8 milioni di euro più riscatto obbligator­io di 20 milioni al primo punto fatto dal Napoli da gennaio 2019 in poi. E un milione di bonus in caso di scudetto. Prepariamo tutte le carte e i contratti e spediamo in tempo al Sassuolo la documentaz­ione firmata. Erano le 22 e 47. Alle 23 chiudeva il calciomerc­ato».

Politano però non è diventato un giocatore del

Napoli.

«Il Sassuolo ci risponde alle 22 e 55 con due paginette solo su Ounas, senza timbro e firme. Chiamo Carnevali e gli dico: “Ma che stai facendo?”. Lui risponde che aveva problemi di linea e fax. Nell’era della Pec... Lasciamo stare».

Gira voce fosse proprio la Juve a volervi mettervi i bastoni tra le ruote.

«Non sono io a dirlo. Il giro l’ho capito, ma non faccio dietrologi­a. Sono fatalista e allora meglio così. Stimo Politano, che era entusiasta di venire al Napoli, ma non vale tutti quei soldi. E se qualcuno mi ha fatto risparmiar­e 29 milioni, mi ha fatto un favore, non un torto».

LO STIMO E VOLEVA GIOCARE A NAPOLI, MA NON VALE 29 MILIONI

SU MATTEO POLITANO ATTACCANTE SASSUOLO L’AVEVO PRESO, MA UNO DEVE ESSERE FELICE DI VENIRE AL NAPOLI

SU SIMONE VERDI ATTACCANTE BOLOGNA

 ??  ?? Ciak, si gira Aurelio De Laurentiis, 68 anni, produttore cinematogr­afico e proprietar­io del Napoli dal 2004
Ciak, si gira Aurelio De Laurentiis, 68 anni, produttore cinematogr­afico e proprietar­io del Napoli dal 2004
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