Tebas si ritira: resta in Liga Il 27 incontro Malagò-club
●Lo spagnolo rinuncia alla corsa per a.d. della Lega Le nomine erano state ormai rinviate
Ora è ufficiale: Javier Tebas rimane presidente della Liga spagnola e si ritira dalla corsa alla poltrona di amministratore delegato della Lega Serie A. La notizia era nell’aria da giorni, vista l’incertezza politica italiana cui ha fatto da contraltare il blitz iberico. Di fronte alla minaccia di perdere il loro manager, i club spagnoli lo hanno ricoperto d’oro varando nell’ultima assemblea un adeguamento contrattuale con stipendio raddoppiato (1,2 milioni fissi più 250mila euro di bonus) e clausola anti-concorrenza (nel caso volesse licenziarsi non potrà lavorare in un’altra lega europea per 2 anni).
NOMI Tebas era sinceramente attratto dalla proposta italiana ma non v’è dubbio che abbia sfruttato le avance della Lega per ottenere il legittimo riconoscimento economico alla sua attività. Viene a cadere, così, la candidatura principale per il posto di a.d., in base agli orientamenti della commissione di Lega che in questi tre mesi, con la consulenza di Egon Zehnder, ha setacciato curriculum per arrivare a un lotto di tre nomi. A questo punto rimangono in pista Luigi De Siervo, a.d. di Infront e con le quotazioni in crescita, e Sami Kahale, ex capo di Procter & Gamble. In realtà è tutto bloccato perché la Lega rimane spaccata sostanzialmente in due, tra chi voleva accelerare le nomine e chi invece chiedeva di aspettare il rientro di Malagò dalla Corea e la definizione dell’assegnazione dei diritti tv a Mediapro, al momento oggetto di autorizzazione da parte dell’Antitrust. Alla fine è prevalsa la linea del temporeggiamento. D’altronde, si era lontani da un’intesa sul pacchetto di nomine che comprende, oltre all’a.d., il presidente, i consiglieri federali e di Lega.
MALAGÒ Si attende, dunque, l’insediamento in via Rosellini del commissario Malagò. Il 27 non si terrà la prima assemblea di Lega alla sua presenza ma una riunione informale dei club convocata da Malagò stesso per fare il punto della situazione sullo statuto e sulla governance. L’idea del commissario, infatti, è di procedere prima con l’adeguamento dello statuto ai principi informatori del Coni, che prevedono la maggioranza semplice a partire dalla terza votazione. Adesso il quorum è sempre a 14 voti. Se scendesse a 11 sarebbe più semplice trovare un accordo sulle nomine. Oggi, intanto, si riunisce la commissione diritti tv per fare un aggiornamento sull’iter di assegnazione a Mediapro, per discutere sugli inviti ad offrire per Coppa Italia e Supercoppa e per ascoltare la relazione di Img sulle strategie di vendite dei diritti internazionali.