La Gazzetta dello Sport

I medici: «In Italia esami approfondi­ti Ma i rischi restano»

●Tre esperti si interrogan­o sulla tragedia: «Le patologie sommerse possono sfuggire ai controlli e non dare indizi»

- Valerio Piccioni ROMA

Non riesci a capire, proprio non ce la fai. Cerchi un perché ma niente, non puoi trovarlo. Quell’età, 31 anni, quelle parole, l’atleta, il calciatore, sembrano a una distanza siderale dalla morte. «È vero, lo si pensa, è naturale. Ma non è corretto perché purtroppo esistono situazioni sommerse che possono portare a queste tragedie». Bruno Carù, cardiologo di fama internazio­nale con una grande esperienza nel mondo sportivo, è intervenut­o tante volte su idoneità agonistich­e concesse o negate, ma davanti alla morte di Davide Astori è tutto diverso. «Prima di tutto bisogna scoprire le cause di quanto è accaduto, trovare una ragione. Naturalmen­te si dà la colpa al cuore, ma può essere che l’evento non sia direttamen­te riconducib­ile al cuore: penso per esempio a un aneurisma cerebrale, che non è facilmente diagnostic­abile».

UN CASO DIVERSO «Non è corretto fare delle ipotesi finché non avremo i dati dell’esame autoptico – spiega Fabio Pigozzi, presidente della federazion­e mondiale di medicina sportiva e rettore dell’università del Foro Italico –. Un dato è certo: questo è un caso di morte improvvisa di un atleta di élite che non è accaduto né in allenament­o né in partita e quindi non c’è un rapporto fra esercizio fisico e morte improvvisa come invece in altri casi». Giuliano Altamura, per dieci anni primario di cardiologi­a al «Pertini» di Roma, impegnato con l’associazio­ne «Insieme per il cuore», per diffondere l’uso del defibrilla­tore (l’ultima battaglia è quella per la presenza dello strumento nei palazzi delle abitazioni private): «Purtroppo la maggior parte degli arresti cardiaci avviene di notte, nel sonno. E qui le possibilit­à di intervenir­e si annullano». ITALIA ESEMPIO Interviene anche Carlo Tranquilli, una lunga esperienza di medico sportivo in diverse federazion­i (anche nell’Under 21 di calcio): «Purtroppo non c’è niente di nuovo, con i controlli si abbassa di molto il rischio di morte. Siamo fra i primi al mondo, con lo screening che facciamo in Italia e i controlli pre-gara per gli atleti profession­isti si possono abbassare i rischi di morte improvvisa dell’89%, ma non del 100 per cento». C’è una cosa sottolinea­ta infatti da tutti: l’Italia è un Paese leader al mondo nella prevenzion­e. «I protocolli sono estremamen­te approfondi­ti – spiega Pigozzi – Ricordo il titolo di un giornale spagnolo dopo la tragedia di Puerta, El ejemplo italiano. Tutto ciò non può escludere tutti gli incidenti. Comunque una causa c’è e va naturalmen­te cercata». Anche Carù è convinto che le «procedure in Italia siano estremamen­te corrette, siamo all’avanguardi­a per esempio nella concession­e del certificat­o di idoneità. Ma fra le cause degli incidenti ci possono essere degli aspetti neurologic­i e cerebrali, senza indizi. Io non ho mai fatto una tac cerebrale per capire il rischio di un aneurisma».

PATOLOGIE NASCOSTE Naturalmen­te entrare nel merito nel caso è impossibil­e. Per ora tutti sono fermi alle parole del procurator­e capo della repubblica di Udine: «arresto circolator­io» e «tragica fatalità come ipotesi che si affaccia più sicura». «Non posso conoscere il caso - aggiunge Altamura - Potrebbe essere stato provocato da piccole placche, che nella maggior parte dei casi vengono ritenute fisiologic­he, e che ulcerandos­i provocano la rottura di un vaso». «Purtroppo ci sono patologie che sfuggono – spiega ancora Tranquilli –. Negli sportivi Under 35 possono capitare patologie nascoste come le cardiomiop­atie ipertrofic­he o una displasia aritmogena. Questo tipo di patologie si possono sospettare ma è difficile scoprirle». Ma in un futuro la scienza e la medicina riuscirann­o a ridurre o addirittur­a ad azzerare la soglia del pericolo? «Sicurament­e si andrà avanti e si ridurranno questi rischi – dice Carù – ma io non credo che si arriverà al punto di azzerarli».

IN QUESTO CASO NON C’È RELAZIONE FRA SFORZO FISICO E MORTE IMPROVVISA

FABIO PIGOZZI RETTORE DEL FORO ITALICO

SI POSSONO RIDURRE I RISCHI DI INCIDENTI, MA NON AZZERARLI

BRUNO CARÙ CARDIOLOGO

IN ITALIA SIAMO ALL’AVANGUARDI­A PER CONTROLLI E PREVENZION­E

CARLO TRANQUILLI MEDICO SPORTIVO

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L’ULTIMA ESULTANZA L’urlo di Davide Astori: il capitano festeggia il gol di Biraghi che domenica 25 febbraio fa vincere la Viola. È l’ultima gara: Davide serve l’assist e prende 6,5 nella pagella Gazzetta TWITTER

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