La Gazzetta dello Sport

Jarque, Di Tommaso, il Moro e gli altri Quando il filo si spezza all’improvviso

●Il difensore dell’Espanyol morì in ritiro mentre era al telefono con la fidanzata, Taccola dopo una gara non giocata

- Alessandra Bocci

Cause naturali. Due parole asettiche, un cuore che si ferma e un colpo ai cuori di quelli che restano. Lo sgomento che ha attraversa­to il mondo del calcio è lo stesso provato altre volte di fronte a vite spezzate all’improvviso. Dopo una partita, in allenament­o, in campo o in ritiro. Nel mezzo della notte, o magari mentre stai parlando al telefono con la fidanzata: accadde a Dani Jarque, difensore dell’Espanyol, mentre era a Coverciano con la squadra. Era l’agosto 2009, Dani aveva 26 anni, era capitano da poche settimane. Avrebbe dovuto giocare alcune amichevoli, invece si fermò all’improvviso: crisi sistolica. «Il medico dell’Espanyol, il dottor Cervera, ha tentato un primo intervento con il defibrilla­tore, ma senza riuscire a rianimarlo», riportò il club catalano. Non potè nulla nemmeno il personale dell’ambulanza

arrivata da Firenze. Da allora Jarque viene celebrato nel suo stadio a ogni minuto 21 dai tifosi, la sua maglia è stata ritirata, una famosa è stata creata per lui: la indossò Andres Iniesta sotto quella della nazionale spagnola nella finale del Mondiale 2010 e la mostrò dopo il gol vincente. Una rete della Roja per ricordare una morte bianca. MORTE NEL POMERIGGIO Il difensore francese dell’Utrecht David di Tommaso aveva 26 anni come Jarque quando morì, il 29 novembre 2005. Lo trovarono a casa sua, a De Meern: arresto cardiaco. Due giorni prima con i compagni aveva giocato e vinto 1-0 la sua ultima partita, contro l’Ajax. Non era sceso neppure in campo invece Giuliano Taccola, quando morì negli spogliatoi dello stadio Amsicora di Cagliari. Giocava nella Roma, non si sentiva bene da qualche giorno, provarono a recuperarl­o ma alla fine salì in tribuna. Prima della gara aveva avuto un po’ di febbre, alla fine della partita tornò negli spogliatoi ed ebbe un altro malore. Quando perse conoscenza, allo stadio non c’era già più l’ambulanza. Se ne andò per emocardite batterica: lo dichiararo­no morto all’ospedale, poco prima delle sei.

CAMPO FATALE Tanti se ne sono andati nel pieno di una partita. Antonio Puerta giocava nel Siviglia, aveva 22 anni. Si accasciò dopo mezz’ora di gioco durante un match di campionato con il Getafe. Alle porte c’era la Supercoppa Europea, il Milan aspettava il Siviglia il 31 agosto a Montecarlo. Antonio non ci arrivò mai: morì all’ospedale Virgen del Rocio il 28 dopo ripetuti arresti cardiaci. La causa di tutto era una displasia del ventricolo destro che si disse molto difficile da scoprire, ma non mancarono le polemiche sui test di idoneità ai quali Puerta era stato sottoposto. Lasciò sotto shock il club, i tifosi, una città, una nazione. Il Milan vinse quella finale in un clima surreale.

MORTI E PAROLE La lista dei calciatori che se ne sono andati giocando è lunga, in Italia passa da Renato Curi e da Piermario Morosini, due morti simili a 35 anni di distanza. Curi morì nel 1977 a Perugia sotto la pioggia, il cuore del Moro, centrocamp­ista del Livorno, bergamasco come Astori, smise di battere nel 2012 a Pescara, dove non c’era un defibrilla­tore, e le polemiche lievitaron­o. Nel gennaio 2004 era morto in Portogallo l’ungherese Miklos Feher, pochi mesi prima, durante la semifinale di Confederat­ions Cup Camerun-Colombia, l’africano Marc-Vivien Foe. Sei lì, tiri calci a un pallone, un attimo dopo non ci sei più. Resta una maglia che magari sarà ritirata per rispetto.

 ??  ?? Drammi nel calcio: ● 1 Daniel Jarque, difensore ● 2 Renato Curi, centrocamp­ista ● 3 Giuliano Taccola, punta ● 4 Piermario Morosini, centrocamp­ista ● 5 Antonio Puerta, centrocamp­ista GEG/ANSA/OMEGA 1
Drammi nel calcio: ● 1 Daniel Jarque, difensore ● 2 Renato Curi, centrocamp­ista ● 3 Giuliano Taccola, punta ● 4 Piermario Morosini, centrocamp­ista ● 5 Antonio Puerta, centrocamp­ista GEG/ANSA/OMEGA 1
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