La Gazzetta dello Sport

Malagò: «Lo stop? Giusto e richiesto da giocatori e club»

- Alessandro Catapano ROMA

Sono le dieci del mattino quando Giovanni Malagò riceve la terribile notizia. Lo chiama il direttore generale della Lega di A Marco Brunelli, che è stato appena informato dalla Fiorentina. «Sono rimasto scioccato, senza parole», racconterà. Nella doppia veste di presidente del Coni e commissari­o della Lega di A, Malagò, profondame­nte colpito dalla fine tragica e improvvisa di un atleta di 31 anni, sa di dover usare tatto, stoppare sul nascere qualsiasi illazione – «Niente speculazio­ni, in Italia questi controlli sono all’avanguardi­a, ma nessun medico potrà mai darvi certezze» –, ed è chiamato a prendere decisioni. Istintivam­ente, «per buon senso e rispetto dell’uomo», Malagò vorrebbe fermare tutto. Ma prima di prendere qualunque provvedime­nto si sincera che la notizia sia arrivata ai famigliari, innanzitut­to Francesca. alla compagna

LE DECISIONI Da quel momento, è un’escalation: il rinvio di Udinese-Fiorentina è immediato, a quello di Genoa-Cagliari Malagò arriva dopo aver ricevuto una telefonata del presidente dei sardi Giulini, che gli testimonia la commozione e il desiderio di non scendere in campo dei suoi ragazzi, scossi dalla scomparsa dell’ex compagno, e dopo averne fatte due a Preziosi e Nicchi. Che fare delle altre partite in programma? Il telefono di Malagò bolle. Lo chiamano Ferrero, l’Atalanta, Damiano Tommasi, altri presidenti di A, e gli dicono tutti la stessa cosa: i giocatori non vogliono scendere in campo. A quel punto, l’unico dubbio riguarda l’ordine pubblico, soprattutt­o in relazione al derby milanese delle 20.45. Malagò chiama il ministro dell’Interno Minniti, che però è in volo. Vira sul capo della Polizia, Franco Gabrielli, col quale condivide la scelta di rinviare tutto quel che resta della 27a giornata di A. La B si accoda subito dopo. Con tre gare già rinviate per il maltempo, restavano da giocare Avellino-Bari, Carpi-Venezia e, stasera, Foggia-Empoli. Il presidente Balata comunica al commissari­o della Figc Fabbricini che molti giocatori della squadra toscana, alcuni buoni amici di Astori, sono sconvolti. È l’informazio­ne che fa scattare anche il rinvio della B. Con la Serie C conclusa al sabato per motivi elettorali, alla fine ieri si è giocato solo sui campi dilettanti. Giusto? Sbagliato? Il dolore è troppo grande, le polemiche (poche, fortunatam­ente) stanno a zero. E lo stesso Astori, sei anni fa, in un tweet commentò la morte sul campo del povero Morosini con un appello a evitare proteste: «Il rinvio delle partite adesso non conta nulla, ora stringiamo­ci in silenzio e ricordiamo Mario».

QUANDO SI GIOCHERÀ? Oggi Malagò farà il punto con i presidenti

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