La Gazzetta dello Sport

San Pellegrino piange il suo Davide

●Il paese bergamasco sotto shock. Traini, il primo allenatore: «Intitoliam­ogli la scuola calcio»

- Roberto Pelucchi INVIATO A SAN PELLEGRINO TERME

«Gaetano Scirea nel 1989, Cesare Bortolotti nel ‘90, Piero Gardoni nel ’94, Chicco Pisani nel ‘97, il dottor Valter Polini nel 2002, Piermario Morosini nel 2012, Ivan Ruggeri nel 2103 e adesso Davide Astori: a noi bergamasch­i il calcio regala emozioni forti, ma ci dà anche tante pugnalate al cuore. E ci porta via sempre i migliori». Il signor Mario, curvo sotto il peso dei suoi ottanta e passa anni, all’una di una domenica di lutto mormora poche parole camminando lentamente sul ponte principe Umberto, progettato quasi un secolo fa dall’ingegner Michele Astori. Già, proprio Astori, cognome non raro e non banale da queste parti. Il Brembo scorre placido davanti al maestoso e ora deserto Grand Hotel, che ha ospitato regine, premi Nobel, grandi attori e i ritiri dell’Inter di Herrera. Le creste e i pendii delle montagne sono innevati e il sole non scalda San Pellegrino Terme, un paese tramortito dal dolore. Davide è cresciuto qui, anche se è nato più a monte, a San Giovanni Davide Astori, nel circoletto, ai tempi dei Pulcini del San Pellegrino

● La maglia donata dal giocatore al Comune

● Nel cartellone di informazio­ni, il lutto della città Bianco, dove c’è l’ospedale.

CARNEVALE CANCELLATO La sfilata di mezza Quaresima, in partenza alle 14.30, è stata annullata, davanti al Municipio la bandiera tricolore è stata calata a mezz’asta. Astori, in questo centro della Valle Brembana a 25 chilometri da Bergamo, lo ammiravano tutti perché la notorietà non lo aveva cambiato. Era sempre il Davide che da piccolo andava a bagnarsi con gli amici al fiume e sfondava le reti di recinzione dei cortili a pallonate. «Ogni tanto tornava all’oratorio, non aveva tagliato il cordone ombelicale», precisa Alipio Gritti. La famiglia Astori abita in un condominio di cinque piani all’ingresso del paese, davanti allo stabilimen­to di acque minerali. Al terzo piano c’è Andrea Milesi, che con Davide è cresciuto e andato a scuola. È sconvolto, senza parole. «In quel palazzo — spiega Fausto Galizzi, assessore al Bilancio e all’Ecologia — c’erano tre bambini nati nel 1987: Davide, Andrea e mia figlia Nadia. Giocavano sempre assieme. Davide, ultimo di tre figli dopo Marco e Bruno, mi piaceva perché era rimasto genuino nonostante fosse famoso, uomo vero in una famiglia perbene».

SOTTO SHOCK Renato Astori, papà di Davide, classe 1948, titolare di un’impresa edile, e la moglie Anna, del 1950, sono stati avvisati della morte del loro figliolo in tarda mattinata. «Alle 10.30 mi sono fermato in cortile con il papà a parlare delle elezioni, non sapeva ancora nulla – precisa Galizzi –. Quando sono rientrato a casa, mia figlia mi ha dato la notizia, non riuscivo a crederci». «La nostra comunità è scossa, è una morte che non riusciamo a comprender­e», dice il sindaco Vittorio Milesi mostrando la maglia autografat­a che Astori aveva regalato al Comune quando giocava nella Roma. Fa bella mostra assieme a quella rosa di Ivan Got- ti, altro figlio celebre di questo paese. Nello stesso palazzo della famiglia Astori abita Mauro Traini: «Sono stato il primo allenatore di Davide, nei Pulcini del San Pellegrino. Era gracile, ma aveva qualità superiori agli altri, lo impiegavam­o come terzino sinistro anche con bambini di due anni più vecchi. Era educato e di buon cuore. Quando mio figlio Marco ha fatto la prima comunione, gli ha regalato una maglia del Cagliari. Di recente l’avevo contattato perché la nostra società avrebbe voluto dare alla Scuola Calcio il suo nome. Adesso dovremo farlo in sua memoria».

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