La Gazzetta dello Sport

Cagliari amore per sempre Amici, mare e gelateria E il forte legame con Sau

●Sei anni passati in rossoblù. Non si è mai staccato. Giulini: «Buono e onesto nella vita»

- Francesco Velluzzi

L’ultima volta il 21 gennaio. Davide era squalifica­to. Non ci pensò due volte: prese un aereo e piombò a Cagliari. Non riuscì ad arrivare in tempo per Cagliari-Milan, la sfida tra le sue squadre del cuore, ma tagliò il traguardo per cena. In cinque al tavolo: il suo più caro amico Corrado, conosciuto come meccanico e rimasto inseparabi­le anche quasi quattro anni dopo la sua partenza calcistica dalla Sardegna, Marco Sau, al quale si era legato in quegli anni in rossoblù e col quale condivise la gioia della prima convocazio­ne azzurra del sardo di Tonara nel maggio del 2013, due amici di Marco. Che ieri, nello spogliatoi­o del Cagliari era il più triste di tutti. Mentre nell’altro, in quello del Grifo, piangeva come un bambino Luca Rossettini col quale Davide fece coppia fissa al centro della difesa per due campionati: 2012-2013 e il successivo. UNA TERRA SUA Davide, Cagliari la sentiva ancora sua. Ci ha giocato sei campionati, dal 2008 al 2014, e i suoi valori si sono uniti presto con quelli dei sardi che amava. Tanto da creare dei progetti da imprendito­re: uno, oltre il Poetto, fu abbandonat­o, ma quello della gelateria Cremoso resiste. Davide lo concepì con Bruno, il suo fratello architetto, e ne andava orgoglioso. Perché quel prodotto aveva i suoi tratti: qualità e genuinità. Comprò una casa al mare, a Torre delle Stelle, lì dove il mare luccica e i riflettori non si accendono sulla mondanità. L’aveva venduta da poco perché troppo lontana dal mare. Ma pensava già a una più vicina alla spiaggia per rilassarsi con Francesca e la piccola Vittoria. Davide era tranquillo, scherzava ed era ironico, mai sopra le righe e per gli amici di Cagliari faceva tutto: se a qualcuno mancava un biglietto per la partita dei rossoblù, ci pensava lui.

AMICI «Asto» in Sardegna aveva costruito una bella rete di amici: dall’ex team manager Marcello Sanfelice ai tanti difensori, da Ariaudo a Canini a Perico, al gruppo di Marchetti, Biondini e Matri, fino a Sau, riservato come lui e amante della playstatio­n come lui. A Cagliari lo portò Massimo Cellino, dal Milan, e lo ha venduto Tommaso Giulini, alla Roma. A Cagliari lo ha apprezzato in quegli anni il d.s. Francesco Marroccu, oggi alla Feralpi Salò che lo ricorda così: «La perfetta sintesi tra il giocatore perfetto e l’uomo perfetto». Col Cagliari di oggi, quello di Diego Lopez che è stato con lui e per lui... il feeling è rimasto. Dal presidente Giulini che gli ha dedicato questo bel pensiero «Buono e onesto nella vita. Ambizioso e coraggioso in campo. Ci lascia un grande campione. Cagliari ti voleva bene e ti ricorderà per sempre». E poi lo staff: Stagno, Steri, Scorcu, Congiu. Quelli che ancora non riescono a smettere di piangere davanti alla sua maglia numero 13.

IN CITTA’

Un progetto da imprendito­re. Una una casa a Torre delle Stelle. Con Lopez fu compagno e dopo anche allievo

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Davide Astori in maglia Cagliari insieme a un piccolo tifoso LOCCI

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