Il City demolisce il muro Chelsea steso da Silva
●Decide un gol «sporco» di Bernardo, la squadra di Guardiola vola verso il record di punti, ma ne bastano dodici per il titolo
La cosa più sconcertante dopo questa partita non è l’ennesimo successo di un Manchester City destinato ad abbattere un serie di record, ma le critiche che i media inglesi rivolgono ad Antonio Conte per essersi difeso e aver cercato di evitare figuracce memorabili. Qui, nell’arena dello stadio Etihad, il 9 settembre 2017 il Liverpool perse 5-0. Il 16 dicembre il Tottenham uscì dal campo con un sonoro 4-1 sul groppone. L’Arsenal in tre gare contro la banda di Guardiola ha rimediato 9 gol complessivi, segnandone appena uno. Per la cronaca, il Napoli è stato liquidato 4-2 al San Paolo e il Manchester United è stato bastonato 2-1 nel derby di dicembre. Il Chelsea di Conte ha perso 1-0 ed è stato in vita per tutto il primo tempo, grazie anche al salvataggio di Azpilicueta sul tiro di Sané. E’ stato battuto dopo la rete sporca, ma di perfida praticità, di Bernardo Silva e ha avuto anche la chance, con Moses, di pareggiare: la mira sballata del nigeriano è stato un colpo al cuore alla tattica «chiusure e ripartenze» elaborata da Conte. Puoi elaborare tutti i piani che vuoi, anche i più sofisticati, ma se poi i calciatori ti tradiscono, non puoi farci nulla.
DIFFERENZA La verità è un’altra: oggi il Manchester City è una squadra di un altro pianeta. Bastano dodici punti nelle nove gare che restano per diventare campioni d’Inghilterra: di questo passo, la banda di Guardiola potrà stappare lo champagne nel derby in casa con il Manchester United, il 7 aprile. Poi, sarà una corsa verso l’ignoto. La barriera dei 100 punti non è un’utopia: il City potrebbe riuscire ad entrare nella tripla cifra. L’incognita è la Champions, divoratrice di energie fisiche e mentali, ma per Guardiola, chiusa la pratica Premier, l’Europa è la ovvia priorità: «Non parlo mai di record con i giocatori. Con loro si discute di altro: della gara successiva
e di come affrontarla. Il mio domani è il Basilea e poi penseremo allo Stoke City».
IL FILM Il City non ha straripato contro il Chelsea perché il muro, evocato perfidamente dai media inglesi, ha tenuto. Il 5-4-1 con Hazard in beata solitudine è stato una logica conseguenza del 4-3-3 dei padroni di casa. Quando ti ritrovi una linea di centrocampo composta da De Bruyne-GundoganDavid Silva e un tridente con Bernardo Silva-Aguero-Sané, non c’è poesia o coraggiosa follia che tenga. C’è solo una follia, semmai: quella di consegnarsi armi e bagagli all’avversario.
EPILOGO E RESPONSABILITA’ La tattica di Conte ha funzionato nel primo tempo, nonostante le due occasioni costruite dal City con Bernardo Silva e il salvataggio di Azpilicueta sul numero di Sané. Il destino è talvolta davvero infame e il gol-partita è arrivato da uno splendido lancio di David Silva, ma da un tocco non proprio elegante del Silva portoghese. Il muro, a quel punto, è crollato e il Chelsea, tolta l’occasione divorata da Moses, non è mai stato pericoloso. I numeri celebrano il Manchester City: 902 passaggi riusciti – non accadeva dalla stagione 2003-2004, quella dell’Arsenal degli Invincibili – e 71% di possesso palla. Il Chelsea ha uno zero sconsolante nei tiri in porta, ma è stato in corsa fino all’ultimo. Se oggi tra le due squadre c’è una differenza tecnica notevole, la colpa non è di Conte, ma di chi, invece, una volta conquistata la Champions, ha cominciato a frenare sulle spese. Scelta rispettabile, ci mancherebbe, ma è ingiusto scaricare le colpe su Conte.