La Gazzetta dello Sport

Il City demolisce il muro Chelsea steso da Silva

●Decide un gol «sporco» di Bernardo, la squadra di Guardiola vola verso il record di punti, ma ne bastano dodici per il titolo

- Stefano Boldrini INVIATO A MANCHESTER (ING)

La cosa più sconcertan­te dopo questa partita non è l’ennesimo successo di un Manchester City destinato ad abbattere un serie di record, ma le critiche che i media inglesi rivolgono ad Antonio Conte per essersi difeso e aver cercato di evitare figuracce memorabili. Qui, nell’arena dello stadio Etihad, il 9 settembre 2017 il Liverpool perse 5-0. Il 16 dicembre il Tottenham uscì dal campo con un sonoro 4-1 sul groppone. L’Arsenal in tre gare contro la banda di Guardiola ha rimediato 9 gol complessiv­i, segnandone appena uno. Per la cronaca, il Napoli è stato liquidato 4-2 al San Paolo e il Manchester United è stato bastonato 2-1 nel derby di dicembre. Il Chelsea di Conte ha perso 1-0 ed è stato in vita per tutto il primo tempo, grazie anche al salvataggi­o di Azpilicuet­a sul tiro di Sané. E’ stato battuto dopo la rete sporca, ma di perfida praticità, di Bernardo Silva e ha avuto anche la chance, con Moses, di pareggiare: la mira sballata del nigeriano è stato un colpo al cuore alla tattica «chiusure e ripartenze» elaborata da Conte. Puoi elaborare tutti i piani che vuoi, anche i più sofisticat­i, ma se poi i calciatori ti tradiscono, non puoi farci nulla.

DIFFERENZA La verità è un’altra: oggi il Manchester City è una squadra di un altro pianeta. Bastano dodici punti nelle nove gare che restano per diventare campioni d’Inghilterr­a: di questo passo, la banda di Guardiola potrà stappare lo champagne nel derby in casa con il Manchester United, il 7 aprile. Poi, sarà una corsa verso l’ignoto. La barriera dei 100 punti non è un’utopia: il City potrebbe riuscire ad entrare nella tripla cifra. L’incognita è la Champions, divoratric­e di energie fisiche e mentali, ma per Guardiola, chiusa la pratica Premier, l’Europa è la ovvia priorità: «Non parlo mai di record con i giocatori. Con loro si discute di altro: della gara successiva

e di come affrontarl­a. Il mio domani è il Basilea e poi penseremo allo Stoke City».

IL FILM Il City non ha straripato contro il Chelsea perché il muro, evocato perfidamen­te dai media inglesi, ha tenuto. Il 5-4-1 con Hazard in beata solitudine è stato una logica conseguenz­a del 4-3-3 dei padroni di casa. Quando ti ritrovi una linea di centrocamp­o composta da De Bruyne-GundoganDa­vid Silva e un tridente con Bernardo Silva-Aguero-Sané, non c’è poesia o coraggiosa follia che tenga. C’è solo una follia, semmai: quella di consegnars­i armi e bagagli all’avversario.

EPILOGO E RESPONSABI­LITA’ La tattica di Conte ha funzionato nel primo tempo, nonostante le due occasioni costruite dal City con Bernardo Silva e il salvataggi­o di Azpilicuet­a sul numero di Sané. Il destino è talvolta davvero infame e il gol-partita è arrivato da uno splendido lancio di David Silva, ma da un tocco non proprio elegante del Silva portoghese. Il muro, a quel punto, è crollato e il Chelsea, tolta l’occasione divorata da Moses, non è mai stato pericoloso. I numeri celebrano il Manchester City: 902 passaggi riusciti – non accadeva dalla stagione 2003-2004, quella dell’Arsenal degli Invincibil­i – e 71% di possesso palla. Il Chelsea ha uno zero sconsolant­e nei tiri in porta, ma è stato in corsa fino all’ultimo. Se oggi tra le due squadre c’è una differenza tecnica notevole, la colpa non è di Conte, ma di chi, invece, una volta conquistat­a la Champions, ha cominciato a frenare sulle spese. Scelta rispettabi­le, ci mancherebb­e, ma è ingiusto scaricare le colpe su Conte.

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LAPRESSE L’esultanza di Bernardo Silva, 23 anni, autore del gol vittoria

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