MOTOGP: DOVI C’È, ZARCO STUPISCE
A due settimane dalla partenza del Mondiale in Qatar
Ese il 2018 che accenderà i riflettori tra due settimane nel deserto del Qatar si rivelasse l’anno della grande impresa? I test invernali della MotoGP che si sono chiusi ufficialmente sabato a Losail — la pista dove il Mondiale si aprirà il 18 marzo — dopo 9 giorni di collaudi lontani dall’Europa, ci hanno regalato due belle certezze.
La prima: la grande stagione disputata lo scorso anno da Andrea Dovizioso e dalla Ducati non è stata un qualcosa di effimero e, come tale, destinato a essere relegato in un angolo della memoria. Tutt’altro: il Dovi e la rossa sono entrambi cresciuti parecchio durante l’inverno e i test in Malesia, Thailandia e Qatar hanno ribadito una solidità che a questo punto inizia davvero a preoccupare gli avversari e, nel contempo, a esaltare i tifosi della coppia desmodromica.
La seconda: fare molta attenzione a Johann Zarco, il francese del team Tech3 sul quale due stagioni fa nessuno tra i top team della MotoGP osava scommettere (ricordate la Suzuki che lo aveva preso come collaudatore per poi lasciarlo libero?) e che invece un anno fa, proprio con quello straordinario avvio in Qatar, fece capire di che pasta è fatto: grande solidità mentale, nessun timore reverenziale nei duelli, velocità innata. È suo il nome che ha svettato davanti a tutti nei tre giorni di Losail — migliore interprete di una Yamaha che con il team ufficiale continua a mostrare preoccupanti alti e bassi di adattamento alle varie piste —, a conferma che la grande stagione del debutto tra i grandi (titolo di rookie dell’anno con 3 podi, 2 pole position e 4 giri veloci in gara) sarà molto probabilmente destinata a ripetersi. E non è infatti un caso che il suo sia il nome più gettonato in ottica mercato, con la Ktm — capace di strappare dal prossimo anno la Tech3 alla Yamaha — che potrebbe puntare proprio su di lui per fare il salto di qualità.
L’inverno ci ha anche confermato la grande solidità dell’iridato Marc Marquez e di una Honda che, per la prima volta dopo qualche stagione, non parte all’inseguimento degli avversari, mentre parecchi punti interrogativi hanno finora sollevato tre grandi protagonisti attesi: il duo Yamaha Valentino Rossi-Maverick Viñales, ostaggi (ma quanto complici?) di una moto che un giorno viaggia velocissimo e quello dopo soffre di mali misteriosi; e Jorge Lorenzo, troppo spesso prigioniero dei propri dubbi e ancora poco a suo agio nonostante una Ducati che in questi mesi gli è venuta parecchio incontro. Con addosso l’ombra di Danilo Petrucci, partito a sua volta fortissimo con la terza GP18 ufficiale del team Pramac, e determinato a provare a conquistare il team ufficiale.