La forza di Davide
Il capitano della Fiorentina non era sceso per la colazione, il massaggiatore salito in stanza lo ha trovato senza vita: oggi l’autopsia svelerà le cause del decesso
Il cuore del capitano della Fiorentina si ferma nel sonno. Era in hotel a Udine prima della partita. Calcio sotto shock, stop alla A. Malagò: «Lo hanno chiesto giocatori e club». Cordoglio dal mondo. Buffon: «Una gran persona perbene». Ipotesi recuperi 13 e 14 marzo. Derby di Milano il 9 maggio?
Messaggio su Whatsapp: «Domani passo a prenderle». Davide Astori ha appena lasciato a Udine la camera di Sportiello dopo aver giocato con lui alla playstation. Entra nella 704, al primo piano, è sovrappensiero, si accorge di aver dimenticato le scarpe e scrive all’amico. «Domani passo a prenderle». Sono le 23 di sabato, vigilia di Udinese-Fiorentina. Davide si addormenta: non si sveglierà più.
PUNTUALE Il Là Di Moret è un 4 stelle di Udine con oltre un secolo di storia, periferia nord, pochi metri dal comune di Tavagnacco, tre chilometri circa dallo stadio Friuli. La scelta preferita dalle squadre in trasferta. I giocatori sono sistemati nella parte nuova, costruita qualche anno fa sopra la Spa e la piscina. Astori occupa, come quasi tutti, una singola. E’ il capitano, il punto di riferimento, quello che spiega il mondo viola ai nuovi arrivati e agli stranieri. Uno puntuale, nei ritiri il primo a scendere per colazioni, pranzi o riunioni tecniche: deve dare il buon esempio. Per questo, ieri mattina verso le 9.30 quando Pioli non lo vede comincia a preoccuparsi. Non è da lui essere in ritardo. Uno dei massaggiatori sale in camera, un addetto dell’albergo apre la porta col passepartout. Poi la scena terribile: Davide senza vita. Viene sconvolta la routine del solito ritiro che precede la partita, un misto di noia, tensione e tempo che non passa mai. Il massaggiatore è sotto choc, come Pioli, come i compagni di squadra. Il direttore dell’hotel, Franco Marini, racconta: «Piangevano tutti». Alle 11.49, sul sito viola, il club comunica la notizia: «La Fiorentina profondamente sconvolta si trova costretta a comunicare che è scomparso il suo capitano Davide
FRAMMENTI / 1 Con Sportiello fino alle 23 aveva giocato alla playstation. Poi l’ultimo messaggio
Per il pm fatale al giocatore un arresto cardiocircolatorio per cause naturali
Astori, colto da improvviso malore. Per la terribile e delicata situazione, e soprattutto per rispetto della sua famiglia si fa appello alla sensibilità di tutti».
I CONTROLLI La notizia gira in un attimo in città, arriva il procuratore della Repubblica Antonio De Nicolo, s’ipotizza subito una morte per cause naturali. Il Là Di Moret viene blindato e chiuso a curiosi e giornalisti da un’auto della polizia e due dei carabinieri. Impossibile entrare anche nel parcheggio dov’è c’è il pullman che verso le 13 avrebbe dovuto portare la squadra allo stadio. Il magistrato ipotizza subito che «il giocatore sia deceduto per un arresto cardiocircolatorio per cause naturali, anche se è strano che succeda una cosa del genere a un professionista così monitorato senza segni premonitori». Il suo stupore è con-
diviso da tantissimi tifosi: Astori, con tutta la squadra, mercoledì scorso ha sostenuto i soliti controlli medici, elettrocardiogramma ed esami del sangue. Tutto a posto. Per il pomeriggio viene fissata un’ispezione esterna del corpo, il preliminare dell’autopsia che, probabilmente oggi, sarà affidata al medico legale Carlo Moreschi e dovrebbe chiarire se è stata una tragica fatalità o qualcosa di diverso. E il pm di turno, Barbara Loffredo, si prenderà in carico il fascicolo che eventualmente la Procura deciderà di aprire. La notizia blocca i primi tifosi che stavano per muoversi, mentre Gianpaolo Pozzo esprime il suo dolore sul sito della società: «Scrivo come patron dell’Udinese, come tifoso di calcio e, soprattutto, come padre. Sono profondamente colpito dalla notizia della morte di questo giovane e, con me, tutta la mia famiglia e l’Udinese piangono Davide Astori. Siamo vicini ai suoi cari, alla Fiorentina tutta, ai suoi tifosi, agli sportivi. Ci siamo preparati per la sfida e mai avremmo pensato, invece, di doverci unire alla Fiorentina nel dolore e nel provare a darci un’umana spiegazione alla morte di un giovane nel fiore degli anni. Piangiamo assieme Davide Astori, ci fermiamo in segno di rispetto e affetto. Quando torneremo ad allenarci e a giocare a calcio lo faremo anche per lui, per tenere vivo il suo ricordo e per dare ancora maggiore valore a questo sport che deve saper unire, dare forza, ispirare le persone». Intanto viene deposto nella metà campo dello stadio un mazzo di fiori. Tribune deserte, scena surreale.
TESTIMONI L’albergo diventa il luogo del dolore e della disperazione. Ci sono un paio dei 27 tifosi della Fiorentina residenti in Friuli che potevano andare alla partita (per gli altri trasferta vietata), lasciano un foglio con un cuore viola disegnato e una scritta: «Addio capitano». Ma non manca una piccola fetta del popolo bianconero, che si preparava a una partita tranquilla, una sfida da centro classifica. Arriva Adnan, l’iracheno, grande amico di Thereau, l’ex che ha esaltato e fatto anche soffrire Udine e che all’andata ha segnato una doppietta. Arriva il francese Fofana, sconvolto pure lui, vuole stare vicino a Thereau, che passeggia nervoso nel cortile dell’albergo. Intanto, Sportiello, l’ultimo ad aver visto in vita Astori e il medico della Fiorentina, Luca Pengue, vanno in caserma per essere ascoltati dai carabinieri come testimoni. Il corpo di Davide viene portato all’ospedale di Santa Maria della Misericordia. Sono appena passate le 12.30.
IL CHARTER DEL DOLORE La società si mette in moto, bisogna cambiare in fretta i programmi del rientro. Si prenota un volo charter in partenza alle 15.30 da Ronchi dei Legionari: il pullman si muove alle 14 precise, sembra quasi di vederlo il dolore e lo stordimento nelle facce di Pioli e dei suoi giocatori. Pantaleo Corvino, d.g. dell’area tecnica, da Firenze ha avvertito i genitori che abitano a San Giovanni Bianco, in provincia di Bergamo, e Francesca Fioretti, la compagna di Davide, che vive a Firenze. Papà e mamma partono prima, Francesca ha problemi organizzativi da risolvere, deve pensare anche alla piccola Vittoria. Mentre il Là Di Moret torna lentamente alla normalità: viene riaperto il parcheggio, l’incubo resta.
ARRIVA DIEGO Il piccolo coro di dolenti si sposta davanti all’obitorio, dove alle 15.30, scortati da una gazzella dei carabinieri, arrivano i genitori e i fratelli Marco e Bruno, quasi le fotocopie di Davide: sono in macchina con Luciano Pegoraro, l’autista di Gianpaolo Pozzo, che ha scelto così di stare vicino alla famiglia Astori. Il patron Diego Della Valle si presenta un paio d’ore più tardi, Francesca non c’è ancora. Eccola, alle 18.40. Ora sono tutti dentro a salutare un ragazzo di 31 anni che non c’è più: una lunga e straziante riunione di famiglia allargata. Alle 19 Della Valle, accompagnato da Giancarlo Antognoni, il club manager viola, lascia l’ospedale per ritornare a Firenze: «È una tragedia e bisogna rispettare il momento, Davide era un ragazzo stupendo. Era quello che si meritava, un ragazzo di prim’ordine con una bella famiglia e infatti da una famiglia come la sua è venuto un ragazzo come lui», commenta. Tre quarti d’ora dopo, tocca ai genitori, ai fratelli, alla compagna di Davide: si allontanano a bordo di due auto accompagnate dalla polizia. E questa incredibile, assurda, straziante giornata può finalmente terminare.
FRAMMENTI / 2
L’esame medico legale dovrebbe essere affidato al dottor Moreschi
Lo strazio dei genitori, dei fratelli, della compagna e di Diego Della Valle