LA RESA DI SARRI ALIBI PER IL NAPOLI
La corsa scudetto
È diventato stucchevole ascoltare il solito pianto greco di Sarri, secondo cui il titolo è una prerogativa esclusiva della Juve, per potenza economica e non solo. Sarri dovrebbe chiedersi, invece, perché il Napoli, spettacolare e fortissimo, nel momento di spiccare il volo cade rovinosamente, visto che ha perso in casa con la Juve e la Roma e ha pareggiato con l’Inter. Inoltre ha snobbato la partita con il Lipsia, sostenendo che l’obiettivo era lo scudetto. E ora, mister Sarri, qual è l’obiettivo rimasto, visto che la Juve ha una partita in meno e lo scontro diretto in casa?
Enzo Acconciagioco, Maiori (SA)
Per una volta lasciamo stare i discorsi sulla bellezza del Napoli e sulla concretezza della Juventus. Concentriamoci soltanto su quanto è accaduto sabato al San Paolo, prima in campo, poi in tribuna e infine in sala stampa. Subito in vantaggio, Insigne e compagni hanno subito la sconfitta più dura perché quattro gol li avevano incassati soltanto in Champions, in un identico 2-4 contro il Manchester City, sempre in casa. Battuto dalla Roma, il Napoli è stato però applaudito dal suo splendido pubblico, spettacolare come la squadra di Sarri anche nel momento più difficile. Un incoraggiamento e un chiaro invito a non mollare che però Sarri non ha saputo, o voluto, raccogliere con quelle parole interpretate da tutti come una resa. «La lotta scudetto – ha commentato il tecnico - riguarda soltanto la Juventus. Per adesso abbiamo avuto la forza di renderle la vita difficile, ma è evidente che loro sono di un altro pianeta».
Il lettore Acconciagioco pensa che si sia trattato del «solito pianto greco di Sarri», altri pensano che si sia trattato più semplicemente di un comprensibile sfogo a caldo, dettato dall’amarezza del momento. È vero che Sarri, prima di guardare in casa e nel calendario altrui, dovrebbe spiegare perché il suo Napoli, elogiato da tutta l’Italia non juventina, ha perso lo scontro diretto contro i bianconeri ed è crollato contro la Roma. Ma soprattutto è vero che le sue parole, almeno quelle pubbliche, rischiano di trasformarsi in un comodo alibi per i giocatori. La classifica, e tutto il campionato, dicono infatti che il Napoli ha il diritto, e il dovere, di puntare ancora allo scudetto, unico obiettivo rimasto perché considerato da Sarri e da tutti i napoletani il più importante della stagione. Rispetto a un anno fa, quando alla stessa giornata aveva battuto 2-1 la Roma in trasferta ma era soltanto terzo, a meno 2 dai giallorossi e a meno 10 dalla Juventus, oggi il Napoli ha ben 12 punti in più, con lo stesso numero di gol realizzati (62) e poco più della metà incassati (19-30) a dimostrazione degli enormi progressi in generale e della fase difensiva in particolare.
È vero, quindi, come dice Sarri, che il Napoli fin qui ha reso la vita difficile alla Juve, ma non è vero che anche quest’anno la Juventus è di un altro pianeta. In fondo nessuno immaginava che la Roma vincesse in quel modo a Napoli, e allora perché si deve dare per scontato a priori che la Juventus batta l’Atalanta nel recupero? Ma anche se così fosse, il Napoli avrebbe poi la possibilità di riscavalcare i bianconeri nel confronto diretto a Torino, ammesso che il distacco non aumenti nel frattempo. Tra l’altro mentre la Juventus ha già perso una volta in casa, contro la Lazio, il Napoli non ha mai perso in trasferta, dove ha pareggiato soltanto una volta (0-0) sul campo del Chievo. Anche questi precedenti dicono che tutto è ancora possibile e il fatto che il pubblico ci creda è un grande stimolo in più per la squadra e sicuramente anche per Sarri. Perché chi si arrende in anticipo, o almeno così fa credere, fa soltanto il gioco degli avversari.