La Gazzetta dello Sport

Vettel sfreccia, Marchionne attacca Liberty

●Per il tedesco gran lavoro di comparazio­ne e il miglior tempo: «Siamo solidi, zero problemi»

- Luigi Perna INVIATO A MONTMELÓ (SPAGNA)

Saranno pure super pagati, esageratam­ente famosi e soprattutt­o privilegia­ti, visto che per mestiere guidano le macchine più veloci al mondo. Ma in certe giornate anche i piloti di F.1 si guadagnano la pagnotta. Prendete Sebastian Vettel, che ieri al Montmelò ha totalizzat­o 171 giri, l’equivalent­e di quasi 3 GP, continuand­o a confrontar­e assetti e nuove parti sulla Ferrari SF71H. Roba da far venire il mal di testa. Per dare un’idea, il tedesco ha percorso 796 km, poco meno della distanza che separa Milano e Napoli, sobbarcand­osi da solo il lavoro che Lewis Hamilton e Valtteri Bottas hanno fatto in due sulla Mercedes. Per la Freccia d’argento, all’incirca gli stessi giri (177) e chilometri (824) della rivale di Maranello. Mentre la Red Bull di Max Verstappen si è fermata a 130 giri per uno stop «causato da un piccolo problema alla batteria subito risolto».

EQUILIBRIO La classifica, con Vettel davanti a tutti, seguito da Bottas, Verstappen e Hamilton, conta poco o nulla. Era infatti un giorno da maratoneti più che da sprinter. Basti pensare che il miglior tempo di Seb con le gomme medie è stato (a parità di mescola) un secondo più lento rispetto al limite raggiunto da Hamilton nei test della scorsa settimana, quando faceva freddissim­o e c’erano quasi 15° di meno sull’asfalto. La Mercedes, inoltre, ha ottenuto la sua prestazion­e con le soft sia al mattino (Bottas) sia al pomeriggio (Hamilton). Eppure, al di là del cronometro, si è notato un grande equilibrio fra i tre grandi team favoriti per il titolo. L’affidabili­tà, elemento chiave di questa stagione, visto che le power unit saranno chiamate a coprire 7 GP consecutiv­i, sembra un punto di forza comune. Non per niente Mercedes e Ferrari hanno già fatto più giri in un giorno rispetto ai test dell’anno scorso.

PRIMO RIVALE Resta da capire se la Renault, che spinge la Red Bull, abbia dovuto sacrificar­e i cavalli (e quanti) per raggiunger­e l’obiettivo. Ma Toto Wolff, il capo della Mercedes, si è sbilanciat­o sulla squadra di Chris Horner. «Vedo tutti molto vicini — ha detto a Sky —. Noi siamo partiti meglio di un anno fa (quando la vettura era difficile da mettere a punto; n.d.r.). La Red Bull in questo momento è il primo avversario». Una frase rivelatric­e. Forse non vedremo una lotta mondiale a due. E il fatto che Verstappen ieri sfuggisse con un sorriso furbo a qualsiasi domanda sulla competitiv­ità della sua RB14 insospetti­sce: «La potenza della macchina? Non voglio parlarne. Le novità aerodinami­che? Dovete guardarci voi». Max, al pari di Vettel e del duo Mercedes, si è concentrat­o su modifiche di assetto e valutazion­e di nuovi pezzi, per capire la vettura più di quanto non sia stato possibile la scorsa settimana con il meteo avverso. Mentre Seb è sembrato fiducioso della Ferrari: «Siamo stati solidi, completand­o il programma nonostante in pista ci fosse un vento fastidioso. La macchina ha avuto zero problemi».

COPERTI Nei prossimi giorni, forse riusciremo a vedere qualche fuoco d’artificio. Poi le monoposto partiranno per la gara d’esordio in Australia (25 marzo). Finora, le big hanno giocato a carte coperte. Soprattutt­o la Ferrari, che dovrebbe avere in serbo qualche jolly per Melbourne, mentre è bastato quel giro di Hamilton a batteria carica (1’19”333) per intuire la forza della Mercedes W09. Fra i team di seconda fascia, sembra in forma la Renault, al contrario della McLaren di Alonso e Vandoorne, afflitta da guai tecnici (surriscald­amento) pure con il motore francese, dopo avere detto addio alla Honda, che invece è «rinata» sulla Toro Rosso. Infine, da segnalare il ritorno di una donna in F.1: si tratta della colombiana Tatiana Calderon, test driver dell’Alfa Romeo-Sauber.

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EPA Un tifoso scatta una foto con il cellulare alla Ferrari SF71H di Sebastian Vettel durante i test di ieri
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Vandoorne fermo in pista GETTY

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