LET’S GOL JUVE!
Wembley, 20.45 (Canale 5): con Dybala riecco Higuain Dopo il 2-2 di Torino bisogna eliminare il Tottenham
Non può fermarsi qui la Champions della Juve. Non nel tempio di Wembley, non contro il Tottenham che non è il Barça, il Bayern e il Real Madrid, le uniche con le quali Allegri abbia avuto la peggio. Non con il Dybala geniale dell’Olimpico, non con Higuain al gran rientro. Ingiusto dire che c’è una Champions da vincere, questo è il torneo dei dettagli, ma tentare si può, si deve. Sperando che il rigore fallito da Higuain, il contropiede mancato dall’argentino, l’uscita maledetta di Buffon non siano quei dettagli che cambiano la vita. Questo è lo snodo della stagione, tutto in una settimana: finale di Coppa Italia raggiunta, potenziale sorpasso al Napoli in campionato, quindi Tottenham. Da oggi alla finale di Kiev, 26 maggio, un «giro del mondo» in 80 giorni. Il 2-2 dell’andata, statisticamente, non è il miglior lasciapassare, il Tottenham non ha ancora perso in Champions. Ma la Juve può farcela, sa come si fa.
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Niente assalto, ma neanche troppa «calma»
La Juve non può permettersi calcoli con soli due risultati utili: vincere oppure l’improbabile 3-3 (e oltre). Non è come dopo il 2-2 con il Bayern nel 2016, sempre agli ottavi: la rimonta dell’andata (da 0-2) aveva dato la carica, e in effetti Monaco può considerarsi la miglior gara europea di Allegri, il 2-4 finale un’ingiustizia. Andare subito all’assalto della non impeccabile difesa inglese sarebbe un errore: per un tempo, meglio agire in ripartenza. Loro sanno attaccare, non proteggersi. Concedono spazi perché è nel Dna, perché in attacco hanno il meglio: non sono scriteriati, ma lasciano indifesi i centrali. La Juve fatica a sviluppare un gioco d’attacco costruito. Ma non va bene neanche il «calma che c’è tempo, ragazzi»: le lancette dell’orologio sembreranno velocissime. Un gol nel primo quarto d’ora ribalterebbe tutto, tatticamente e psicologicamente.
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Nelle mani tattiche della Juve
L’interrogativo è «come» arriva a Londra. Non è sembrata al massimo di recente, la tendenza a rallentare, arretrare, far girare la palla non è chiaro quanto sia strategia e quanto limite tecnico-fisico. In Italia non ha preso gol nel 2018 (3 subiti nelle ultime 20 partite, 2 dei quali con gli inglesi). Ma il Tottenham è abituato ad altri ritmi, pur con tecnica continentale: Eriksen, Dembélé, Son e Alli fanno circolare la palla veloce e imprevedibile, Kane è indemoniato non solo in area. Delle inglesi, il Tottenham è quello che corre di più. La Juve s’è intimidita dopo il 2-0 ma ha anche sbagliato approccio prima: non ingabbiando Dembélé che, in impostazione, se pressato può perdere palla; schierando Douglas Costa in mezzo invece che a sinistra, dove il dribbling poteva squarciare il lato debole di Pochettino; arretrando pericolosamente le linee. Tutti errori da non ripetere, anche perché la Juve tatticamente è più matura (ma in contropiede servono più schemi).
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Quale Juve con Dybala e Higuain
Probabile il 4-3-3 (magari 4-3-2-1), o in alternativa il 44-2, ma più che il sistema sono gli interpreti a condizionare le scelte. Per un Dybala recuperato, che avrà spazi che l’Italia non gli concede, ecco anche l’attesissimo Higuain. Gioca. Mentre Mandzukic è rimasto a casa. L’attacco probabile è Douglas Costa-Higuain-Dybala. Alex Sandro più avanti, o addirittura Sturaro largo, sono opzioni da considerare per risparmiare in caso Costa che invece, nel 4-4-2, si allargherebbe. Piuttosto: il finale di Roma, con Alex Sandro terzino destro, ha aperto nuovi scenari dietro. Dovrebbe giocare De Sciglio, opposto a Son. Ma in caso di necessità il brasiliano potrebbe spostarsi di nuovo lì, con Asamoah a sinistra.
4 Dybala, questa è l’ora del salto
Questa terza stagione juventina darà risposte definitive sulle aspirazioni di Dybala che, 24 anni, non può più stare in mezzo al guado. Dopo il calo mentale e fisico, e l’infortunio, deve rispondere come al 93’ di Lazio-Juve se davvero vuole entrare nel club degli aspiranti Messi-CR7, dove Neymar, più mediatico, ha già bussato. Il gol meraviglioso alla Lazio può scatenare il nuovo Dybala. Da qui a Kiev sono 6 finali personali: l’ultimo gol in Europa risale al 3-0 al Barça, undici mesi fa. Da «falso 9» è comunque un ripiego, Dybala è una seconda punta mobile alla Tevez, alla Messi.
5 La dolce ossessione di Allegri
Se con lo scudetto il rapporto è saldo, la Champions può diventare un’ossessione: già due finali (perse) in tre anni. Lippi perse tre finali di fila su quattro, compresa la Coppa Uefa. Trap vinse due finali su tre tra l’83 e l’85. Allegri gioca meglio fuori: 3-0 Borussia, 1-1 Madrid, 2-0 Monaco, 3-1 Siviglia, 2-1 City, lo stesso 2-4 col Bayern. Tutte sfide che hanno fatto capire che un altro limite era stato superato. Pochi hanno maturità e consapevolezza della Juve, questo fa essere ottimisti: Max ha (quasi) sempre trovato la chiave. Non farlo col Tottenham sarebbe un imprevedibile passo indietro. La Juve non può fermarsi a Wembley.