«CARA ITALIA TIFO CONTRO CON GATTUSO SPIRITO MILAN»
Il signor c.t. adora l’Olimpico. «Un posto splendido, uno stadio che trasmette emozioni forti anche se la gente tifa contro di te. Mi è sempre piaciuto giocare a Roma». Logico: la prima volta segnò una tripletta alla Lazio e certi ricordi restano anche in una carriera piena di successi. Andriy Shevchenko è cresciuto nella Dinamo Kiev, è stato otto anni (sette più uno) in Italia con il Milan, ha scelto collaboratori italiani (l’ex laziale e milanista Mauro Tassotti, suo vice, l’ex milanista Andrea Maldera) per la sua avventura sulla panchina della nazionale del suo paese. L’incrocio fra Italia e Ucraina in Europa è un affare che lo riguarda. Tassotti e Maldera seguiranno Lazio-Dinamo di Europa League, Sheva arriverà a Roma per il ritorno di Champions fra i giallorossi e lo Shakhtar , tutti saranno a Kiev per la seconda partita fra Lazio e Dinamo. Dinamo e Shakhtar, spiega il Pallone d’oro nel 2004, sono le locomotive di un calcio che ha passato un periodo nero e prova a ripartire, dopo la guerra e l’impoverimento. «Per fortuna questi club hanno presidenti che tengono vivo il movimento. La nazionale che alleno non può prescindere da Shakhtar e Dinamo».
Come vede le due partite?
«Le seguo da c.t. con un occhio al progresso in campo internazionale dei miei.
Lo Shakhtar è una squadra già formata, con un allenatore bravo e un gruppo che lavora insieme da tempo. È l’unica squadra che finora ha battuto il Manchester City in Champions, qualcosa vorrà dire. È passata in un girone difficile, il che per me non è sorprendente, perché c’erano club forti come City e Napoli, ma in certe partite i confini sono sottili e tutto può succedere».
La Dinamo Kiev invece è una squadra giovane...
«Che sta crescendo ed è molto diversa dalla Dinamo dei miei tempi. Ci sono ragazzi interessanti come Shepelev e altri, ma manca l’esperienza. La Dinamo è una squadra pericolosa da affrontare e ha le qualità per fare lo sgambetto alla Lazio, però è ancora in evoluzione, mentre lo Shakhtar ha tutto quello che serve per andare avanti in Champions League e ovviamente io da c.t. dell’Ucraina mi auguro che i club del mio Paese si qualifichino per la prossima fase, perché tanti giocatori hanno bisogno di fare esperienza. Kiev ospiterà la prossima finale di Champions League ed è importante per tutti fare bella figura nelle coppe».
I calciatori da tenere d’occhio?
«Quelli dello Shakhtar li conoscono ormai in tutta Europa, perché sono veterani: Marlos, Taison per fare due nomi, e il portiere della nazionale Pyatov. Nella Dinamo c’è un gruppo di giovani dell’Under 21 che farà strada».
Shakhtar e Dinamo somigliano a qualche squadra italiana?
«No, il potere economico è talmente diverso da rendere impossibile qualsiasi paragone».
Quale percentuale di possibilità di qualificazione dà ai due club ucraini?
«Non mi piace dare i numeri. Spero che Shakhtar e Dinamo se la giochino fino in fondo. Stiamo lavorando tutti per il movimento ucraino e il peggio è passato, spero».
Del calcio italiano invece che cosa pensa?
«È in crescita e sta tornando ad essere quello che era quando sono arrivato in Italia nel 1999, nel periodo delle sette sorelle. Non ci sono soltanto Juve e Napoli: Roma, Lazio, anche Milan e Inter possono lottare fino alle fine per grandi traguardi. È tornata la competitività che mancava nelle ultime stagioni e questo mi piace molto».
Ha mai giocato contro Simone Inzaghi e Eusebio Di Francesco?
«Sì, ma ora che siamo tutti allenatori vorrei soprattutto parlare della loro capacità di guidare un gruppo. Uno è partito dai giovani, l’altro dalla provincia, e stanno facendo un lavoro splendido».
Gattuso ha riportato al Milan le speranze di qualificazione europea: come lo vede in panchina?
«Rino ha cambiato la faccia del Milan. Ha ridato una identità, il senso di appartenenza. Vuole gente competitiva, aggressiva: era così da giocatore e non mi meraviglia. È uno che non concede nemmeno un millimetro. Al Milan serviva questo».
Il suo ex compagno si è preso un grosso rischio dopo i fallimenti di altri ex giocatori.
OLIMPICO STADIO MAGICO. E LE ROMANE HANNO GRANDI TECNICI
SU DI FRANCESCO E INZAGHI ALLENATORI DI ROMA E LAZIO
«SHAKHTAR PRONTO PER LA ROMA, DINAMO IN PROGRESSO: OCCHIO, LAZIO. DA C.T. SPERO VADANO AVANTI»
RINO HA RIDATO IDENTITÀ AL MILAN, SENSO DI APPARTENENZA
SU GATTUSO EX COMPAGNO ROSSONERO
«Rino non ha paura di nulla, ha avuto una chance e la sta sfruttando bene. Gli auguro di qualificarsi per le prossime coppe europee con il Milan, anche se per me un derby fra Dinamo Kiev e Milan non sarebbe semplice da vivere».