La Gazzetta dello Sport

«CARA ITALIA TIFO CONTRO CON GATTUSO SPIRITO MILAN»

- L’INTERVISTA di ALESSANDRA BOCCI

Il signor c.t. adora l’Olimpico. «Un posto splendido, uno stadio che trasmette emozioni forti anche se la gente tifa contro di te. Mi è sempre piaciuto giocare a Roma». Logico: la prima volta segnò una tripletta alla Lazio e certi ricordi restano anche in una carriera piena di successi. Andriy Shevchenko è cresciuto nella Dinamo Kiev, è stato otto anni (sette più uno) in Italia con il Milan, ha scelto collaborat­ori italiani (l’ex laziale e milanista Mauro Tassotti, suo vice, l’ex milanista Andrea Maldera) per la sua avventura sulla panchina della nazionale del suo paese. L’incrocio fra Italia e Ucraina in Europa è un affare che lo riguarda. Tassotti e Maldera seguiranno Lazio-Dinamo di Europa League, Sheva arriverà a Roma per il ritorno di Champions fra i gialloross­i e lo Shakhtar , tutti saranno a Kiev per la seconda partita fra Lazio e Dinamo. Dinamo e Shakhtar, spiega il Pallone d’oro nel 2004, sono le locomotive di un calcio che ha passato un periodo nero e prova a ripartire, dopo la guerra e l’impoverime­nto. «Per fortuna questi club hanno presidenti che tengono vivo il movimento. La nazionale che alleno non può prescinder­e da Shakhtar e Dinamo».

Come vede le due partite?

«Le seguo da c.t. con un occhio al progresso in campo internazio­nale dei miei.

Lo Shakhtar è una squadra già formata, con un allenatore bravo e un gruppo che lavora insieme da tempo. È l’unica squadra che finora ha battuto il Manchester City in Champions, qualcosa vorrà dire. È passata in un girone difficile, il che per me non è sorprenden­te, perché c’erano club forti come City e Napoli, ma in certe partite i confini sono sottili e tutto può succedere».

La Dinamo Kiev invece è una squadra giovane...

«Che sta crescendo ed è molto diversa dalla Dinamo dei miei tempi. Ci sono ragazzi interessan­ti come Shepelev e altri, ma manca l’esperienza. La Dinamo è una squadra pericolosa da affrontare e ha le qualità per fare lo sgambetto alla Lazio, però è ancora in evoluzione, mentre lo Shakhtar ha tutto quello che serve per andare avanti in Champions League e ovviamente io da c.t. dell’Ucraina mi auguro che i club del mio Paese si qualifichi­no per la prossima fase, perché tanti giocatori hanno bisogno di fare esperienza. Kiev ospiterà la prossima finale di Champions League ed è importante per tutti fare bella figura nelle coppe».

I calciatori da tenere d’occhio?

«Quelli dello Shakhtar li conoscono ormai in tutta Europa, perché sono veterani: Marlos, Taison per fare due nomi, e il portiere della nazionale Pyatov. Nella Dinamo c’è un gruppo di giovani dell’Under 21 che farà strada».

Shakhtar e Dinamo somigliano a qualche squadra italiana?

«No, il potere economico è talmente diverso da rendere impossibil­e qualsiasi paragone».

Quale percentual­e di possibilit­à di qualificaz­ione dà ai due club ucraini?

«Non mi piace dare i numeri. Spero che Shakhtar e Dinamo se la giochino fino in fondo. Stiamo lavorando tutti per il movimento ucraino e il peggio è passato, spero».

Del calcio italiano invece che cosa pensa?

«È in crescita e sta tornando ad essere quello che era quando sono arrivato in Italia nel 1999, nel periodo delle sette sorelle. Non ci sono soltanto Juve e Napoli: Roma, Lazio, anche Milan e Inter possono lottare fino alle fine per grandi traguardi. È tornata la competitiv­ità che mancava nelle ultime stagioni e questo mi piace molto».

Ha mai giocato contro Simone Inzaghi e Eusebio Di Francesco?

«Sì, ma ora che siamo tutti allenatori vorrei soprattutt­o parlare della loro capacità di guidare un gruppo. Uno è partito dai giovani, l’altro dalla provincia, e stanno facendo un lavoro splendido».

Gattuso ha riportato al Milan le speranze di qualificaz­ione europea: come lo vede in panchina?

«Rino ha cambiato la faccia del Milan. Ha ridato una identità, il senso di appartenen­za. Vuole gente competitiv­a, aggressiva: era così da giocatore e non mi meraviglia. È uno che non concede nemmeno un millimetro. Al Milan serviva questo».

Il suo ex compagno si è preso un grosso rischio dopo i fallimenti di altri ex giocatori.

OLIMPICO STADIO MAGICO. E LE ROMANE HANNO GRANDI TECNICI

SU DI FRANCESCO E INZAGHI ALLENATORI DI ROMA E LAZIO

«SHAKHTAR PRONTO PER LA ROMA, DINAMO IN PROGRESSO: OCCHIO, LAZIO. DA C.T. SPERO VADANO AVANTI»

RINO HA RIDATO IDENTITÀ AL MILAN, SENSO DI APPARTENEN­ZA

SU GATTUSO EX COMPAGNO ROSSONERO

«Rino non ha paura di nulla, ha avuto una chance e la sta sfruttando bene. Gli auguro di qualificar­si per le prossime coppe europee con il Milan, anche se per me un derby fra Dinamo Kiev e Milan non sarebbe semplice da vivere».

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