«La prevenzione era difficile Con altri esami capiremo di più»
Giulio Pompilio, 53 anni, cardiochirurgo e professore alla Statale di Milano, è il vice direttore scientifico del centro cardiologico Monzino di Milano. E fa ricerca sulle morti improvvise di atleti.
● Professor Pompilio cosa le suggerisce l’improvvisa scomparsa di Davide Astori: si poteva prevenire qualcosa?
«Penso che il livello dei controlli in Italia sia alto, forse il più elevato al mondo. Ma credo che fosse difficile prevenire, così come è difficile dare un giudizio».
● Si è parlato di bradiaritmia.
«È una spiegazione, ma non l’unica. Credo che Davide non avrebbe potuto avvisare nessuno. Questi fattori possono verificarsi più facilmente nelle prime ore del mattino. Quindi, la notte, in alcune condizioni, può favorire. Come purtroppo è accaduto con il capitano della Fiorentina. La morte elettrica è una fibrillazione ventricolare nella grande maggioranza dei casi. Il cuore si muove in modo veloce, disordinato, non pompa più sangue».
● Quando si potrà sapere qualcosa in più?
«Morte cardiaca elettrica è il termine che usiamo nel nostro gergo. Ma io penso che con autopsia e analisi più sofisticate tra un po’ saranno disponibili altri risultati».