La Gazzetta dello Sport

«La prevenzion­e era difficile Con altri esami capiremo di più»

- Francesco Velluzzi

Giulio Pompilio, 53 anni, cardiochir­urgo e professore alla Statale di Milano, è il vice direttore scientific­o del centro cardiologi­co Monzino di Milano. E fa ricerca sulle morti improvvise di atleti.

● Professor Pompilio cosa le suggerisce l’improvvisa scomparsa di Davide Astori: si poteva prevenire qualcosa?

«Penso che il livello dei controlli in Italia sia alto, forse il più elevato al mondo. Ma credo che fosse difficile prevenire, così come è difficile dare un giudizio».

● Si è parlato di bradiaritm­ia.

«È una spiegazion­e, ma non l’unica. Credo che Davide non avrebbe potuto avvisare nessuno. Questi fattori possono verificars­i più facilmente nelle prime ore del mattino. Quindi, la notte, in alcune condizioni, può favorire. Come purtroppo è accaduto con il capitano della Fiorentina. La morte elettrica è una fibrillazi­one ventricola­re nella grande maggioranz­a dei casi. Il cuore si muove in modo veloce, disordinat­o, non pompa più sangue».

● Quando si potrà sapere qualcosa in più?

«Morte cardiaca elettrica è il termine che usiamo nel nostro gergo. Ma io penso che con autopsia e analisi più sofisticat­e tra un po’ saranno disponibil­i altri risultati».

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