La Gazzetta dello Sport

Marchionne: «Liberty non sa un tubo di tecnica»

●Il presidente Ferrari: «Se non si distingue una nostra vettura dalla McLaren non ha più senso restare e ci dedicherem­o ad altro»

- Corrado Canali GINEVRA (SVIZZERA)

Prima una consideraz­ione sui motori a gasolio sempre più ai titoli di coda. «Il diesel sta perdendo quote su tutti i mercati europei. Detto ciò — ha osservato l’ad di FCA Sergio Marchionne — il distacco del pubblico da questo tipo di alimentazi­one sarà graduale. Ci spingono in questa direzione anche le nuove regolament­azioni sempre più esigenti, ma molto dipenderà sempre dal mercato. Anche noi abbiamo annunciato che dal 2022 non avremo più diesel per le nostre vetture, mentre continuere­mo ad equipaggia­re così i nostri veicoli commercial­i».

LO SCENARIO «L’idea Formula E? Non è una priorità come Haas con Maserati, lo è l’Alfa»

FIDUCIA E dopo aver più volte rimandato all’inizio di giugno le possibili novità di prodotto dei brand del Gruppo FCA quando, come è noto, verrà illustrato il nuovo piano programmat­ico 2018-2022, l’a.d. Sergio Marchionne ha affrontato il capitolo più spinoso, quello della Ferrari in F.1. «Sarà dura. La macchina è in buone condizioni e i tempi sono solo di un decimo superiori a quelli della Mercedes, spero non quella di Bottas... E poi non ho i timori sullo sviluppo che avevo, invece, l’anno scorso. Ma è impossibil­e giudicare a che punto sia la Mercedes prima di Melbourne. Resto però più che convinto dell’affidabili­tà della power unit».

MONITO Sull’ipotesi che la Ferrari possa davvero lasciare la F.1, Marchionne è stato categorico. «Il pericolo c’è e con Ross Brown che rappresent­a gli organizzat­ori americani di Liberty non abbiamo ancora trovato un accordo soddisface­nte. Di questioni tecniche, credo che Liberty capisca un tubo. Se non riusciamo a distinguer­e una Ferrari da una Mercedes sotto l’aspetto tecnico, non mi interessa più. Non intendiamo snaturare la nostra presenza in F.1. Se non sarà possibile continuare a farlo, troveremo un contesto diverso. Continuiam­o però a credere nella possibilit­à che ci sia un progetto condiviso che dia un futuro alla Formula Uno. Noi vogliamo una scelta chiara sulla protezione del dna di questo sport, non che sia diluito da ragioni commercial­i e di spettacolo». Poi, con riferiment­o alle percentual­i di successo delle rosse nel Mondiale 2018: «51%. Vettel ha fatto il miglior tempo in prova, speriamo si svegli anche Raikkonen».

ELETTRICHE Dalla F.1 alla Formula E. «Ci stiamo pensando, ma non è una nostra priorità. Ora pensiamo a valutare i risultati dell’Alfa in F.1. Soltanto dopo capiremo se sia il caso di incrementa­re il nostro coinvolgim­ento con Sauber. Ho pensato anche ad affiancare il marchio Maserati al nostro team satellite Haas, ma al momento non rientra fra le priorità». Poi è lo stesso Marchionne a fornire qualche indiscrezi­one sui modelli futuri della Ferrari. «Sul futuro suv Ferrari ho cambiato idea: a febbraio, negli Usa il 70% delle vetture erano suv e pick-up. E l’Europa va in quella direzione. La sport utility avrà una sola motorizzaz­ione ibrida e la presentere­mo a marzo 2020 sempre qui a Ginevra, preceduta dalla prima Ferrari ibrida svelata a Francofort­e nel 2019. A regime il suv farà il 10% delle vendite Ferrari, con un feeling di guida all’altezza. Il compito più difficile è lo stile: è il lavoro più complicato mai toccato a Flavio Manzoni e al suo team di designer».

«Il suv di Maranello? Convinto dal trend americano. Svelato nel 2020, qui»

NOI CAMPIONI AL 51%. NON TEMO PIÙ NEPPURE LO SVILUPPO

SEB GIRA GIÀ MOLTO VELOCE, SPERO SI SVEGLI ANCHE RAIKKONEN

SERGIO MARCHIONNE PRESIDENTE FERRARI DAL 2014

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AP John Elkann e Sergio Marchionne osservano la Ferrari 488 Pista

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