La Gazzetta dello Sport

Premiata ditta regione Piemonte: fabbrica di coppe

●Torino, Tortona e Omegna, tris di Coppe Italia Passione, investimen­ti e giovani coach dietro al boom

- Andrea Tosi

Nel giro di due settimane il Piemonte ha ribaltato le gerarchie del basket italiano diventando, a sorpresa (ma fino ad un certo punto), il nuovo faro del movimento. Una regione che solo nel femminile in passato aveva trovato gloria coi successi di Torino targati Fiat (tre scudetti ad inizio anni ‘60) e Teksid/Fiat (due scudetti e una Coppa Campioni a fine anni ‘70), all’improvviso fa il pieno delle tre coppe Italia maschili: Torino (serie A), Tortona (A-2) e Omegna (B) sollevano quasi all’unisono il trofeo di mezza stagione. Dietro a questo exploit ci sono altri club del territorio che stanno facendo benissimo: Casale Monferrato e Biella sono prima e seconda nel girone Ovest di serie A-2, con la stessa Omegna che occupa il quarto posto.

DNA Marco Atripaldi, novarese trapiantat­o a Biella ed oggi consulente di Torino, è il dirigente di lungo corso che meglio rappresent­a il Dna piemontese tra i canestri negli ultimi 20 anni. «Il basket in Piemonte ha sempre avuto grande seguito ma il peso del calcio, qui più forte che in altre regioni, lo ha spesso schiacciat­o – dice –. Perciò ha vissuto di alti e bassi ma l’interesse, anche nei momenti più bui, non è mai mancato. Il ritorno di Torino in A dopo 25 anni è stata la scintilla del rilancio che ha coinvolto club peraltro già consolidat­i come Biella e Casale ed è cresciuto anche altrove, come dimostrano i successi di Tortona e Omegna. La passione antica si è coniugata con una visione nuova basata su investimen­ti struttural­i (Torino ha tre grandi impianti) ed economici, vedi l’impegno della Fiat, anche in tempi di crisi, e sul coraggio dei club di lanciare giovani allenatori: Galbiati, Remondino, Pansa, Carrea stanno facendo bene. Questa carica dei trentenni ha portato nuove energie ed entusiasmi. Adesso, dopo la festa, occorre consolidar­e questo risultato nel segno della continuità ad alto livello».

IN ESILIO Anche Lorenzo Pansa, prodotto di Casale Monferrato, con passaggi a Valsesia e Moncalieri, ha una storia umana e profession­ale tutta piemontese. A 35 anni, il coach di Tortona dopo il trionfo nella coppa di A-2, è entrato nella storia del Derthona, un club oggi esiliato fuori comune e regioGavio ne (gioca le partite interne a Voghera) ma fortemente radicato nella propria comunità di 27mila anime. «Questo è il mio primo anno a Tortona, una piazza che respira basket e che presto potrà godere di un impianto da 5mila posti – argomenta il tecnico della Bertram (settore yatch) –. Al mio arrivo, in estate, l’obiettivo era la salvezza, poi l’avvento del Gruppo ha alzato le nostre ambizioni. La Coppa Italia vinta ci dà più consapevol­ezza ma non ci sentiamo i favoriti per la promozione. La squadra è fondata su giocatori di serie A come Spanghero e Garri e su tanti giocatori “undergroun­d” pronti a salire al piano di sopra. Tra questi Francesco Stefanelli (mvp della finale), guardia di 22 anni che può crescere ancora tanto».

PRESIDENTE/SPONSOR Da ultimo, il modello Omegna è un esempio: retrocesso due anni fa in B, è rimasto sul pezzo grazie alla passione del presidente/ sponsor Ugo Paffoni (settore rubinetter­ie) e col ritorno in panchina di coach Marcello Ghizzinard­i sta costruendo una stagione perfetta (è primo nel girone A della B). Il capitano è Alex Simoncelli, 31 anni, regista, alla quarta coppa in carriera. Qui è cresciuto Mike James, play che oggi spopola in Eurolega al Panathinai­kos. Anche Omegna partecipa di diritto al rinascimen­to piemontese.

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LAPRESSE Peppe Poeta, play di Torino, con la Coppa Italia al PalaRuffin­i

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