VETTEL È DA RECORD PERÒ LA MERCEDES METTE GIÀ PAURA
● Seb abbassa di 2” la pole del GP Spagna 2017, ma Bottas vola nella simulazione. E oggi Lewis...
Le facce a volte parlano. Da un lato c’è Sebastian Vettel che dovrebbe saltare di gioia per il tempone da record con la sua Ferrari e invece appare stanco e scarico. Dall’altro c’è Lewis Hamilton che dovrebbe essere preoccupato dalla prestazione del rivale e invece risponde scherzando alle domande dei cronisti, come fosse un attore sulla passerella di Hollywood. Non è tutto oro quello che luccica. E così dietro alla giornata trionfale della rossa si nascondono molte ombre. La facilità con cui il tedesco ieri ha demolito il primato assoluto al Montmeló, scendendo 2” sotto la pole del GP di Spagna 2017, farebbe pensare a una Ferrari imprendibile. In realtà non è così. La Mercedes ha evitato il confronto, giocando a nascondino con Hamilton, ma è stata sensibilmente più veloce nella simulazione di gara condotta al mattino da Valtteri Bottas.
CONFRONTO Forse questo può spiegare perché Seb alla fine sembrasse giù di morale, anziché euforico. La SF71H è andata forte in assetto da qualifica sia con le gomme ultrasoft (1’18”079) sia con quelle hypersoft (1’17”182), migliorandosi ogni volta che il tedesco spingeva sull’acceleratore con serie di due giri intervallati da uno di raffreddamento. Ma il fatto che la Haas di Jan Magnussen sia arrivata a 1”178 con mescole meno morbide (supersoft) ha ridimensionato un po’ la prestazione del Cavallino, per quanto la Ferrari avesse più benzina nel serbatoio. La delusione è venuta però dal divario sulla distanza con la Mercedes. E il fatto che Vettel, durante la simulazione pomeridiana di GP, sia stato comunque più rapido della Red Bull di Max Verstappen, è una magra consolazione per chi ha l’imperativo di puntare al titolo mondiale. DUBBI Oggi toccherà a Hamilton scoprire le carte nell’ultima giornata dei test. Ma la Freccia d’argento sembra potere contare su un carico aerodinamico mostruoso. Mentre sulla rossa ci sarà Kimi Raikkonen, ieri ancora debilitato dall’attacco di vomito di martedì notte. «Il freddo della scorsa settimana ci ha impedito di lavorare, perciò l’assetto della macchina non è ideale, dobbiamo ancora capire qualcosa. Purtroppo per me era l’ultimo giorno — spiega Vettel, che ha fatto addirittura 188 giri —. La prestazione? È solo un tempo. Ovviamente tutti vorremmo sempre di più, ma sono soddisfatto. L’auto è solida, ha fatto tantissimi giri senza problemi e mi piace come si guida. Fra un paio di settimane, al via del Mondiale a Melbourne (25 marzo; n.d.r.), sapremo anche quanto siamo veloci». Il tedesco ha sgobbato come un minatore: 425 giri in tre giorni, pari a 1978 km, ossia la distanza di oltre 6 GP. Provando e riprovando di tutto: ali, fondo, appendici, assetti, configurazioni, gomme. E se alla fine di questa maratona ci sono ancora dubbi irrisolti, non è un buon segnale per il Cavallino.
PUZZLE Del resto, si sapeva. La Mercedes è ripartita da una base conosciuta, quella della vettura 2017, cercando di eliminare i difetti che la rendevano una Diva capricciosa. Perciò gli uomini di James Allison, che erano già corsi ai ripari consentendo a Hamilton di dominare la seconda parte della stagione e conquistare il quarto titolo, hanno più certezze su cui contare. Mentre la Ferrari si è dovuta avventurare nel territorio della rivale, allungando il passo della SF71H, per renderla più competitiva sui circuiti medio-veloci e non solo su quelli tortuosi come Montecarlo, Budapest e Singapore, dove Vettel l’anno scorso ha centrato due delle sue cinque vittorie. Deve quindi ancora trovare la sua fisionomia, mettendo insieme tutti i pezzi del puzzle.
LA CHIAVE
Il pilota tedesco ha lavorato duro: 1.978 km in 3 giorni. Quella Haas così vicina ridimensiona però il tempo di ieri
LA PRESTAZIONE? È SOLO UN TEMPO, MA SONO SODDISFATTO
SEBASTIAN VETTEL FERRARI-4 TITOLI MONDIALI
MENTAL GAMES Ecco perché, rispetto a un anno fa di questi tempi, la situazione è capovolta. E la rossa, che allora lasciava i test al Montmeló con la sicurezza di potere contare sul fattore gomme e su una macchina da primo posto, mentre la rivale annaspava nei guai, ora deve rincorrere fino all’Australia, sperando nell’efficacia degli sviluppi che arriveranno. A questo va aggiunta la sicurezza di Hamilton, così tranquillo che ieri chattava con lo smartphone nell’abitacolo e poi si è ricordato pure di fare gli auguri alle donne per l’8 marzo. «La Mercedes di quest’anno è certamente un passo avanti rispetto alla precedente. E anche io mi sento più forte — dice Lewis —. Ogni Mondiale è come una montagna da scalare. Ma, anche se ho vinto tanto, sono ancora affamato come la prima volta e pronto alla sfida. Con Vettel non farò giochi mentali. Penso solo a vincere».