La Gazzetta dello Sport

NERVI TESI, SPINTE E UNA MAXI CADUTA POI SFRECCIA KITTEL

● Tirreno-Adriatico Maxi-caduta ai meno 7: alta tensione. Marcel a Follonica rompe il ghiaccio con la Katusha su Sagan e Nizzolo. Oggi a Trevi finale da classica su un Muro

- Luca Gialanella INVIATO A FOLLONICA (GROSSETO)

Il mare è al di là delle transenne. I casotti ispirano serenità, relax, vacanza. C’è il sole. Ma questa non è una giornata facile. Nel circuito di Follonica si lotta, ci si spinge. Rischi. Come quello che si prende un incauto tifoso spettatore, a bordo strada, che scivola mentre passano i corridori. Seconda tappa, prima volata. Ce ne sarà soltanto un’altra, lunedì, prima della Sanremo. Non si può sbagliare, nessuno cede le posizioni, c’è tensione, quella sportiva, perché vincere alla Tirreno-Adriatico è come conquistar­e la tappa di un grande giro. Toboga finale, tre giri di 8 km, tra curve, dossi e rotatorie. Mancano 7 km alla conclusion­e, il gruppo ha già scoperto il circuito quando c’è uno sbandament­o e si va giù intorno alla ventesima posizione. «Quello è Sagan». No, non è Peter, è un suo compagno, è il campione tedesco Burghardt che, dall’elicottero, ha una maglia simile. A terra una quarantina di corridori, ci sono altri giganti come Ganna e Küng che, quando cadono, hanno minore reattività di compagni più bassi. Giù Richeze e Montaguti, Sbaragli e Roglic. Soprattutt­o Adam Yates, l’uomo di classifica della Mitchelton­Scott, che perderà 1’13”. Ripartono tutti, chi prima e chi dopo. Scivola anche Kittel.

FINALE Il ciclismo è questo. Si cade anche se, da questa stagione, le squadre hanno un corridore in meno: sette invece di otto. E si cade perché l’ultima ora di ogni gara diventa una classica nella classica. La maglia azzurra di leader, Caruso, prende e dà spallate con Sagan, suo ex compagno alla Liquigas. La Trek-Segafredo prova a lanciare Nizzolo, poi sono le maglie rosse della Katusha-Alpecin a guidare la rumba. All’arrivo, tra massaggiat­ori e giornalist­i, Erik Zabel spunta giusto in tempo per vedere in azione il figlio Rick. Tony Martin spiana la strada, quindi è la volta di Rick con a ruota Marcel Kittel. Treno tedesco per squadra svizzera con sponsor russo. Marcel non ha ancora vinto quest’anno, e siamo all’8 marzo. Incredibil­e. Ma stavolta non sbaglia, alla nona volata del 2018 su 12 giornate di gara. L’iridato Sagan è secondo, Giacomo Nizzolo, accolto ogni giorno dai suoi tifosi brianzoli, terzo, poi Kwiatkowsk­i, Bevin, Mareczko e Gaviria. E per capire quanto fosse potente lo sprint guardiamo i dati di Giacomo: 1202 watt di potenza massima in volata, 957 di media negli ultimi 13” e una punta di velocità di 65 km all’ora.

CLASSIFICA Tranne Adam Yates, i grandi si salvano. La maglia azzurra cambia, pur restando in casa Bmc: il neozelande­se Patrick Bevin, 26 anni, passato dalla Cannondale all’altra squadra americana, ha lo stesso tempo di Caruso dopo la cronosquad­re, però taglia il traguardo 5° contro il 15° del ragusano. Prima volta della Nuova Zelanda nella Corsa dei Due Mari: «La squadra mi ha detto di fare lo sprint. È la prima volta che faccio qualcosa per me e alla prima occasione ho centrato subito il grande risultato».

Oggi però torna l’essenza della Tirreno-Adriatico: corsa dura, spaccagamb­e, in particolar­e nell’Appennino. Da Follonica a Trevi sono 239 chilometri e 3000 metri di dislivello. Trevi è a nord di Spoleto, e il traguardo è su un Muro: gli ultimi 2500 m sono all’8% di media, i 1500 finali all’11,5% con punte del 16% all’ultimo chilometro e del 20% proprio sull’arrivo. Un arrivo quasi fiammingo, per Sagan, Van Avermaet, Moscon, Gilbert, Vanmarcke e anche Bardet. Siamo curiosi di vedere in azione Froome, Nibali e Aru. Eppure, per come pedala, il favorito numero uno è Michal Kwiatkowsk­i.

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KITTEL 1° KWIATKOWSK­I 4° SAGAN 2° BEVIN 5° NIZZOLO 3°

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