Gunners straripanti con i loro giocolieri Wilshere domina Biglia
●Gli inglesi hanno una marcia in più: corrono, pressano, costruiscono tante azioni. E il regista argentino va in difficoltà
Più che guardare gli errori del Milan, che sono comunque parecchi, è giusto soffermarci sulla bellezza dell’Arsenal, davvero una delizia per gli occhi. Se i rossoneri escono con le ossa rotte da San Siro il motivo è la bravura degli avversari, che ricamano azioni su azioni, tocchettano, disegnano manovre «leonardesche» e fermarli è complicato, molto complicato. Il calcio non è solo una questione di moduli o di strategia, ma di qualità, e i ragazzi di Wenger, tecnicamente, sono superiori a quelli di Gattuso. Inutile mettere sul banco degli imputati questo o quel giocatore del Milan: gli inglesi hanno una marcia in più, corrono, pressano a tutto campo, danno sempre più di una soluzione al portatore di palla. In mezzo al campo Wenger propone due mediani «bassi» come Xhaka e Ramsey e tre mezzepunte come Özil, Wilshere e Mkhitaryan che hanno caratteristiche diverse e s’intendono a meraviglia. I rossoneri, con Biglia regista, e Kessie e Bonaventura nel ruolo di mezzali, non riescono mai a opporsi con efficacia e, quando dovrebbero impostare, faticano tanto a trovare i corridoi d’uscita.
URAGANO La chiave della manovra dell’Arsenal è semplice: creare superiorità numerica nella zona del pallone. In questo modo si può recuperare velocemente il possesso e poi, grazie alla qualità dei singoli, sventagliare la sfera dalla parte opposta del campo dove, inevitabilmente, la difesa del Milan va in crisi. Il primo gol dell’Arsenal è un esempio di questa intenzione: pressing, recupero, Ozil indirizza il passaggio a Mkhitaryan e la bordata è micidiale. Sul raddoppio è sempre il fantasista tedesco a imbucare un suggerimento delizioso per Ramsey: piedi dolci, fantasia espressa a livelli altissimi. Il Milan può fare ben poco contro questo uragano di calcio che è l’Arsenal. Biglia non riesce a prendere le misure a Wilshere, lo subisce e non si offre, come dovrebbe, per il disimpegno dei compagni. In simili condizioni ci sarebbero due soluzioni. La prima: palla lunga alla ricerca del centravanti (Cutrone) e poi caccia alla ribattuta. La seconda ipotesi, molto rischiosa, prevede di alzare il pressing spostando in avanti tutto il baricentro della squadra. Così facendo, però, si lascerebbero spazi nei quali i funamboli di Wenger potrebbero divertirsi. E’ vero che l’Arsenal balbetta in difesa, ma bisogna arrivarci in quella zona di campo per creare difficoltà agli inglesi, e invece il Milan ribalta l’azione con troppa fatica.
DIALOGO I problemi di Biglia sono evidenziati anche dai numeri. L’argentino, che dovrebbe essere il faro rossonero, tocca pochi palloni. E, soprattutto, non ha il passo per opporsi alle sgommate di Wilshere. Il quale, in particolare nel primo tempo, furoreggia: 2 dribbling, 4 sponde, 2 falli subiti, 26 passaggi riusciti (tutti in zona calda). Le azioni passano di suoi piedi, i suoi duetti con Mkhitaryan sono letali per Calabria e soci, il fitto dialogo con Xhaka e Ramsey manda in tilt il dispositivo di centrocampo dei gattusiani. Di fatto i difensori del Milan si trovano spesso faccia a faccia con gli avversari senza che questi, prima, incontrino perlomeno un barlume di opposizione. Non fare pressing è un errore del Milan, d’accordo, ma bisogna ammettere che rubare il pallone ai giocolieri di Wenger è come scalare l’Everest.