La Gazzetta dello Sport

Anderson: «Ora sto bene e vedrete a Kiev»

●Superati gli screzi con Inzaghi: «Siamo esseri umani, ma si cresce dagli errori» Immobile: «Se ripenso a quel palo...»

- Nicola Berardino ROMA

La ritrovata coppia del gol segna ma non riesce a condurre la Lazio alla vittoria. Contro la Dinamo Kiev Felipe Anderson e Ciro Immobile non centrano il bis dell’exploit alla Steaua Bucarest: segnarono 4 reti in due (tripletta di Immobile) nel 5-1 che all’Olimpico diede il passaggio agli ottavi. Contro gli ucraini, ribaltano lo vantaggio senza però garantire la rotta verso i tre punti causa svarioni della serataccia della difesa di Inzaghi. E suona beffardo il palo timbrato da Immobile nell’ultima speranza della partita. L’assist di Felipe per il pareggio immediato di Ciro – al 33° centro stagionale, a un passo dal record assoluto di Chinaglia – sembrava il rilancio tanto auspicato della Lazio. E poi il vantaggio con una rete tipica del repertorio del brasiliano era il tassello aggiuntivo. Con l’appendice di un pallone immediatam­ente dopo non servito a Ciro che era meglio piazzato di lui al tiro. «Ci dispiace, volevamo un risultato positivo. Ma non sottovalut­iamo questo pareggio. Loro sono una buona squadra, gli abbiamo lasciato un po’ di spazio. Dobbiamo stare calmi e lavorare per portare a casa la qualificaz­ione», dichiara il fantasista ex Santos.

CIRO ARRABBIATO Inzaghi lo ha rilanciart­o dal 1’ contro la Dinamo Kiev. «Io provo a farmi sempre trovare pronto, quando gioco dall’inizio è diverso. Il mister sa che può contare di me, siamo cresciuti tanto. Voglio lavorare di più per farmi trovare al 100». Dopo la gara col Genoa il battibecco con Inzaghi sembrava l’epilogo alla sua storia con la Lazio. «Siamo esseri umani, ora è tutto risolto. Quello che è successo ha portato degli insegnamen­ti positivi, l’importante è che la squadra stia bene». Anderson si sente di nuovo protagonis­ta nella Lazio in attesa di portarla a nuove vittorie al fianco di Immobile. Ciro che ancora non crede a un altro ultimo minuto fatale: «Ripenso a quel tiro che finisce sul palo ed è meglio non vi dica cosa pensi... Ma non dobbiamo abbatterci: meritavamo qualcosa in più e ora dobbiamo andare a giocarcela in Ucrania»

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Felipe Anderson, 24 anni, alla quinta stagione nella Lazio AP

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