La Gazzetta dello Sport

Mazzarri perde pure Ljajic e Obi «Ma possiamo battere la Roma»

●Due problemi muscolari allungano la lista dei forfeit: sei potenziali titolari

- TORINO f.t.

E’un periodo sfortunato, quello che sta vivendo il Torino. Stasera all’Olimpico Walter Mazzarri dovrà fare a meno di sei potenziali titolari, tanto da portare in panchina i Primavera Buongiorno e Rivoira (entrambi difensori) e l’attaccante Butic. Se il tecnico granata sapeva di dover fare a meno dello squalifica­to Burdisso e dei difensori Lyanco, Bonifazi e Molinaro, ieri a sparigliar­e le carte sono arrivati i k.o. di Ljajic e Obi. «Problema muscolare alla coscia sinistra», recita il bollettino di giornata a proposito del fantasista serbo, mentre per il centrocamp­ista nigeriano la diagnosi parla di «risentimen­to muscolare alla coscia destra». Il risultato è un Toro ridotto all’osso «contro una grande squadra – dice Mazzarri – che vive uno straordina­rio momento di forma». Eppure il tecnico ci crede: «Sarà una partita difficilis­sima contro il peggior avversario da affrontare in questo momento, al termine di una settimana in cui è stato difficile pensare al calcio dopo certe tragedie. Però io voglio un Toro tosto, compatto e quadrato. E se la interpreti­amo bene possiamo far male anche alla Roma».

CALCIO TOTALE Mazzarri evita di tornare alle due circostanz­e in cui sfiorò la panchina gialloross­a, ma ricorda l’antica amicizia che lo lega a Di Francesco. «Era la stagione 1987/88, io ero alla fine della mia esperienza all’Empoli, Eusebio era all’inizio della carriera: gli ho fatto da fratello maggiore. Poi, da lì, ha fatto una grande carriera da giocatore e da allenatore, e mi fa un grande piacere». Da avversari, in panchina, i tre precedenti sono schiaccian­ti a favore di Mazzarri: 4-2 del suo Napoli sul Lecce di Di Francesco, prima di un doppio 7-0 quando WM guidava l’Inter mentre Eusebio allenava il Sassuolo. Il tecnico toscano non ha dubbi su quale Toro voglia vedere in campo stasera: «Voglio una squadra che faccia un calcio totale: oggi tutti difendono e tutti attaccano, e chi non lo fa non vince. Le mie squadre possono anche giocare male, ma l’impegno non può mai mancare. E se mi accorgo che manca la volontà io non transigo e sono pronto a lasciar fuori chiunque». L’identikit è del Toro che fece bene, benissimo a Genova: «La prestazion­e contro la Samp è quella che mi è piaciuta di più: ripartiamo dalle cose positive di quella partita».

LA ROMA È LA PEGGIOR RIVALE DA INCONTRARE IN QUESTO MOMENTO

WALTER MAZZARRI SULL’ANTICIPO DI STASERA

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