COMPLOTTI ROSA E AUTOINGANNI
Lettere alla Gazzetta
Come mai se esce una notizia negativa sulla società Milan, tempo un secondo e la trovo da voi pubblicata, mentre se accade la stessa cosa sull’Inter, vedi gli ultimi problemi societari, non ne vedo traccia? Da mesi noto da parte vostra un diverso trattamento fra le due milanesi. Ok, basta che lo ammettiate e io sarò contento di averci azzeccato. Avrei tanti altri episodi per avvalorare la mia tesi. Leggo la Gazzetta da trent’anni e vorrei continuare a farlo... Fabio Morari
Ma possibile che ogni episodio dubbio a favore della Juve debba essere rimarcato da voi in prima pagina a grandi caratteri, come dopo Juve-Atalanta? In compenso dopo che il Benevento ultimo in classifica è venuto a dominare perdendo anche per non aver avuto un rigore ineccepibile, in prima pagina non se ne è minimamente accennato. Francese Dangelo
Ma basta con questo Gattuso che ringhia! Sembra che il Milan abbia vinto una Champions: suonate la grancassa in modo talmente ossessivo che non ne possiamo più. Scrivo al plurale perché siamo in tanti ad aver notato quanto siete parziali a favore di questa società. Franco Mastretti
Sono un tifoso laziale contento di come sta andando quest’anno la mia squadra, partita senza rulli di tamburi e sottovalutata da quasi tutti, ma in corsa per la Champions, fino a prova contraria. Siamo a un punto dalla Roma ma da parte vostra abbiamo
la metà dell’attenzione. Con Dzekoche parte-no-che-poi-resta avete piastrellato piazza San Pietro quanto a superficie delle vostre pagine dedicate... Mario De Santis
La verità è che vi interessano solo le grandi squadre: e lo si capisce da come valutate i casi arbitrali più spinosi. Visti dalla mia prospettiva di tifoso dell’Atalanta è chiarissimo che non ci sopportate. E non dico di come trattate la tifoseria. Giampiero Locatelli
Da tempo Porto Franco non giocava con le opinioni dei lettori «che hanno capito tutto». Ma negli ultimi tempi i teorici del complotto, forse eccitati dal dibattito mondiale sulle «fake news», sono particolarmente vivaci nel mettere nel loro mirino la nostra presunta faziosità. E quindi ripropongo alcuni esempi di queste analisi acuminate. Non posso nascondere il mio aperto divertimento di fronte a critiche (talvolta invettive incivili) di segno opposto: le colleziono avidamente. Quando ne trovo un paio con cui fare scopa, esulto come per un gol della Nazionale ai mondiali. Vi assicuro che potrei fare una o due rubriche settimanali soltanto su questo registro. Il mio irrealizzabile sogno nel cassetto è creare un evento, magari su Facebook, che sfoci in un raduno dei gazzettologi che credono di averci sbugiardato. Come reagirebbero di fronte allo shock di trovare chi la pensa alla rovescia? Si metterebbero a discutere esibendo chili di ritagli di giornale, titoli e opinioni, o passerebbero a vie di fatto? Purtroppo non lo sapremo mai. Se poi qualche ottimo studente universitario ne voglia trarre materia di una tesi di laurea, si accomodi. Potrei suggerire un titolo: «Tifo e percezione: una teoria dell’autoinganno».