La Gazzetta dello Sport

Sharapova, la crisi di una regina «Sono frustrata»

●Undici mesi dopo il rientro, è ancora n. 41 e a Indian Wells va subito k.o.: «Troppi infortuni»

- Foto: Maria Sharapova, 30 anni

Anche le zarine piangono. Che ti succede, Masha? Un anno fa, di questi tempi, la Sharapova contava i giorni che la separavano dal rientro (fine aprile a Stoccarda) e intorno a lei era tutto un florilegio di vaticini sulle (poche) settimane che avrebbe impiegato a tornare nella top ten, in un tennis femminile senza padrone e con l’eterna nemica Serena lontana per maternità.

FRUSTRAZIO­NE E invece, dodici mesi più tardi, la classifica continua a latitare e Maria fatica a lasciare una traccia sostanzial­e su un circuito che cambia protagonis­te praticamen­te ogni settimana ma sembra non trovare più un posto adeguato al suo talento e alla sua storia. Per di più, stanotte, è rientrata pure la Williams, e non certo per recitare da comparsa. Il 7 marzo 2016, giorno del giudizio della conferenza stampa in cui annunciò la positività al meldonium, la Sharapova era numero 7 del mondo. Si immaginava potesse recuperare con agio quelle vette, e invece galleggia ancora al numero 41. Soprattutt­o, nonostante il successo a ottobre nel torneo di Tianjin, non ha mai inciso negli appuntamen­ti clou, vale a dire i due Slam giocati (Us Open a settembre e Australian Open a gennaio) e i Premier di Madrid, Roma e Pechino. E questa parte di stagione, se possibile, le sta riservando delusioni ancor più cocenti, con due eliminazio­ni al primo turno nelle ultime due uscite, a Doha e a Indian Wells. Nel deserto california­no, ieri notte, Masha è stata presa a pallate dalla ventenne giapponese Osaka, 44 del mondo, che l’ha sostanzial­mente scherzata ogni volta che Maria ha dovuto far ricorso alla secon- da di servizio, ottenendo il 75% di punti in risposta. Una sconfitta brutta, bruttissim­a, che la vincitrice di cinque Slam non ha certo nascosto dietro parole di circostanz­a: «Ho cercato di lavorare su alcuni aspetti fisici da quando sono rientrata, ma ho avuto troppi stop and go per gli infortuni che non mi hanno permesso di consolidar­e un ritmo di gioco accettabil­e. E’ frustrante perdere match del genere, dopo Doha non sono state due settimane facili, devo recuperare in pieno la salute e mi serve tempo. Ma ci sono già passata e so che tutto questo fa parte del processo di crescita». CONCAUSE Non c’è dubbio che i problemi fisici siano la causa primaria dell’avviciname­nto troppo rallentato e non ancora completato a un livello analogo a quello precedente la squalifica. L’anno scorso, giocati tre tornei dal rientro e saltato il Roland Garros per le infuocate polemiche legate alla concession­e della wild card, si è infortunat­a a una gamba prima della stagione sull’erba, una delle sue superfici d’elezione. Senza contare gli ormai eterni acciacchi alla spalla destra. Per una trentenne dalla carriera lunghissim­a costretta a una pausa forzata (e in quei mesi si è dedicata anche a molto altro, tra masters universita­ri e stage aziendali), la qualità degli allenament­i è fondamenta­le, e infatti Maria si sta muovendo male soprattutt­o negli spostament­i laterali ed è sicurament­e appesantit­a. In un tennis femminile in cui la prepotenza fisica delle nuove generazion­i si sta prendendo piano piano la scena, Halep a parte, una condizione atletica perfetta è una qualità imprescind­ibile. E poi conta il discorso tecnico: la Sharapova ha un gioco basico e sostanzial­mente monocorde, fondato sulla potenza dei colpi a rimbalzo. Un’attaccante da fondo che ama dettare subito il ritmo e che perciò ha bisogno del servizio, invece sempre più balbettant­e, anche per la spalla. La sua forza dirompente, in aggiunta, si scontra ormai con giocatrici addirittur­a più potenti di lei e con una palla che viaggia più veloce, come appunto la Osaka, che tira ogni colpo a tutto braccio. Infine, Maria resta la figura più iconica del circuito per carisma e fascino, ma le troppe sconfitte e la condizione altalenant­e non ne fanno più uno spauracchi­o per le colleghe, molte delle quali, poi, quando la affrontano ci mettono pure il pepe dell’antipatia personale, soprattutt­o dopo la vicenda doping. Masha si era posta l’obiettivo di Tokyo 2020 e al pubblico deluso di Indian Wells ha dato appuntamen­to all’anno prossimo. Ma il tempo della zarina pare ormai evaporato. LA GAZZETTA DELLO SPORT AFP

LA CHIAVE

Le avversarie non la temono e tirano più forte di lei: in California la ventenne Osaka la prende a pallate

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 ??  ?? Maria Sharapova, 30 anni, è stata numero 1 per 21 settimane tra agosto 2005 e luglio 2012
Maria Sharapova, 30 anni, è stata numero 1 per 21 settimane tra agosto 2005 e luglio 2012

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