La Gazzetta dello Sport

KITTEL BIS IN VOLATA GAVIRIA: MANO ROTTA

●Bis del tedesco, Fernando cade: mano rotta, no Sanremo. Sagan, rimonta pazzesca: 2°

- Claudio Ghisalbert­i Luca Gialanella INVIATI A FANO (ANCONA)

Era l’antipasto della sfida più attesa in via Roma, sabato, alla Milano-Sanremo. Gaviria contro Sagan, il colombiano contro il tre volte iridato. Si rispettano, si stimano: pensate che fino all’anno scorso Gaviria dava del lei a Sagan... Sono i primi del gruppo «nella vita c’è altro oltre alla bicicletta». Sette chilometri all’arrivo per l’ultimo test dopo una settimana durissima di Tirreno-Adriatico. Invece quel rettilineo senza pericoli, prima dell’ingresso a Fano, si trasforma nella Via Crucis di Fernando Gaviria, il fenomeno della Quick Step. E la sua sventura innesca cinque minuti di show autentico di Peter Sagan, adrenalina pura che valgono il prezzo del biglietto dello spettacolo, anche se alle corse è tutto gratis.

DISTRAZION­E Gaviria vuole dare un segnale forte. «Lima, lima», come in pista, lui due volte iridato dell’omnium. È incollato alla ruota del suo fedelissim­o, l’argentino Max Richeze, che lo sta pilotando dopo un impression­ante lavoro di Gilbert, anche lui alla ricerca di sensazioni convincent­i per sabato. È in quel momento che «El misil», per errore o distrazion­e, si arrota col compagno e cade verso il centro del gruppo provocando, per effetto domino, quella che dalle sue parti chiamano «montonera». Una trentina a terra. Panico. Ma... quella maglia iridata è Sagan, sì, a ruota di Gaviria. Sì, era... La percezione dello spazio e la sua posizione sono uniche. Cadono davanti (Gaviria) e dietro (Van der Sande) all’iridato. Gli rompono i raggi della ruota posteriore, ma lui, come un gigante, mulina le braccia e respinge le bici che gli piovono da destra e sinistra. «Mi sono venuti addosso da tutte le parti. Come ho fatto a restare in piedi? Un miracolo», racconta. Sgancia i pedali, riparte. E poi ci si chiede come mai Peter è così amato?

FENOMENI Gaviria, pantalonci­ni strappati, risale sulla bici. Una furia. Ha una mano fratturata, lo sente sicurament­e, ma non molla, insegue. Dopo la doccia sul bus del team, Fernando, accompagna­to dal medico sociale, raggiunge l’unità radiologic­a mobile della corsa coordinata dal dottor Branca. Una ventina di minuti, poi il colombiano scende e va verso l’ammiraglia. La felpa nasconde il tutore che gli blocca la mano. Umore nero, non una parola, lo smartphone nella destra per inviare messaggi. Poi arriva il referto medico: «Frattura scomposta del primo metacarpo della mano sinistra. È necessario un intervento chirurgico e i tempi di recupero, per consentire alla frattura di stabilizza­rsi, sono di almeno quattro settimane». «Sono devastato per dover saltare la Sanremo — dirà in serata il 23enne di La Ceja, che il 24 gennaio, alla Vuelta San Juan, in Argentina, era caduto esattament­e allo stesso modo, dopo aver urtato la ruota posteriore del compagno Narvaez —. Ero in ottima forma e non aspettavo altro che la gara di sabato. E mi dispiace per i ragazzi, volevo ripagarli con una vittoria. Ma ora devo prendere le cose come sono e sperare in un veloce recupero». Per il terzo anno di fila non sarà protagonis­ta a Sanremo: caduto nel 2016, bloccato dall’attacco di Alaphilipp­e nel 2017, adesso k.o. Salterà anche la campagna del Belgio.

GIGANTI E Sagan, dove l’abbiamo lasciato? Cambia la ruota, trova l’aiuto di Siutsou, gregario di Nibali, si accoda al gruppo. Numeri da circo. Salta su una rotonda, la «taglia», guadagna dieci posizioni. «Non c’era tempo per risalire tutto il gruppo...». Entra in scia al treno della Katusha di Kittel, con Martin, Dowsett, Zabel. Fin sulla linea insidia Marcel Kittel, ma si inchina alla potenza del tedesco, che fa bis. Peter è secondo per la terza volta dopo Follonica e Filottrano: «Peccato aver perso, ma per me conta di più lo spettacolo. È quello che vuole vedere la gente quando viene alle gare». Kittel rinasce e dice sì alla Sanremo. Manca la conferma ufficiale, ma da domani la Katusha si sposta in Liguria per provare la Classiciss­ima, che Marcel non ha mai disputato. «Queste due vittorie mi rendono molto orgoglioso — spiega —. Voglio conoscere la Sanremo perché fa parte della storia del ciclismo». Intanto oggi la crono finale di San Benedetto firmerà un’edizione incertissi­ma della Tirreno-Adriatico.

AI MENO 7 KM Errore o distrazion­e: il colombiano urta la ruota del compagno Richeze e finisce k.o.

Sagan evita Gaviria per miracolo, poi fa numeri da circo: «Ai tifosi piace così»

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Marcel Kittel, 29 anni, a destra, batte Peter Sagan, 27, a Fano BETTINI

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