Ancelotti riapre «Priorità ai club Io c.t.? L’ipotesi non è lontana .... »
●«Io c.t.? Ipotesi non lontana. Vorrei lavorare tutti i giorni, ma se alleni l’Italia non smetti di allenare»
Non è una candidatura, ma nemmeno una chiusura. Anzi. Carlo Ancelotti, il «candidato che potrebbe mettere tutti d’accordo» - così è sempre stato considerato nel momento in cui la panchina azzurra è diventata vacante - ieri ha aperto all’ipotesi di diventare il prossimo c.t. della Nazionale. Presto, dice. Dunque forse anche subito.
IDENTIKIT Ancelotti non è mai uscito dal novero di nomi presi in esame dal vice commissario della Figc, Alessandro Costacurta: elenco che comprende anche Antonio Conte, Roberto Mancini e più defilato Claudio Ranieri. Oltre che ovviamente l’attuale c.t. Di Biagio: da non considerare - lo ha specificato lo stesso Costacurta - come semplice allenatore «pro tempore». Era stato l’ex Bayern ad aver allontanato, soprattutto temporalmente, l’ipotesi: il suo desiderio non nascosto era, anzi è, allenare ancora un club. E le cose non sono cambiate rispetto a tre mesi fa. Ma l’uscita allo scoperto di ieri porta a non escludere scenari diversi. E in quel caso le chance di Ancelotti, in crescita già da ieri, diventerebbero almeno da equiparare a quelle di Mancini e Conte: al momento i favoriti, con Di Biagio comunque sempre sullo sfondo.Perché l’identikit di Carletto è perfetto per il ruolo; il suo passato in federazione (è stato anche vice di Arrigo Sacchi, fra il 1992 e il 1995) e la sua esperienza internazionale sono una garanzia.
STAND BY Ancelotti ha parlato ai microfoni di «Radio Anch’io Sport», su Radio Uno. «Io c.t. della Nazionale? No, non è un’ipotesi lontana: Costacurta mi conosce bene e io conosco bene lui. Lo sentivo anche prima che diventasse vicecommissario e questo non ci impedisce di sentirci...». Il primo riferimento non casuale che fa il tecnico è al tempo. Quello che tiene l’argomento «futuro c.t.» in stand by. «Per la Nazionale è necessario aspettare: io ufficialmente sono ancora sotto contratto (con il Bayern) e altri stanno lavorando. È giusto che la Nazionale voglia valutare il lavoro di Di Biagio». Valutazione che, a prescindere, non dipenderà dal risultato puramente numerico delle due amichevoli della Nazionale in programma il 23 e il
27 marzo, contro Argentina e Inghilterra. «L’importante - ha sottolineato ieri a Viareggio il d.g. della federazione, Michele Uva è che queste due partite si facciano bene, poi starà a Costacurta e al commissario fare le valutazioni, non a me. Io posso solo dire che Di Biagio è un allenatore federale che lavora bene».
PREMIER Ma c’è un terzo motivo, probabilmente il più importante, che porta Ancelotti a dire che è presto per affrontare l’argomento: se dovesse arrivargli da un club una proposta concreta e non semplici abboccamenti (che ci sono già stati), l’ipotesi Nazionale verrebbe rinviata come ha sempre detto - a data da destinarsi. E lascerebbe il campo libero agli altri candidati. «L’idea sarebbe allenare tutti i giorni: solo per quello c’è e continua a esserci un dubbio da parte mia». E allenare tutti i giorni in Premier continua ad essere l’ipotesi preferita fra le preferite da Ancelotti. Però c’è un però: il futuro di Arsenal e Tottenham al momento è «liquido». Potrebbe essere l’ultima stagione di Wenger con i Gunners, ma tante volte il futuro del francese è sembrato scritto e altrettante volte i fatti hanno smentito le ipotesi; potrebbe cambiare il destino di Pochettino, che pare destinato al Real se Zidane dovesse tornare «francese» (Nazionale o Psg), ma siamo ancora nel campo delle eventualità.
LE IPOTESI
La soluzione preferita dal tecnico sarebbe tornare in Premier
Tutto in stand by finché non sarà chiaro il futuro di Arsenal e Tottenham
COME CONTE Per questo Ancelotti aspetta, ma non chiude la sua porta alla Nazionale. E una frase di ieri ha aggiunto contorni diversi alla questione: «Allenare tutti i giorni è l’idea, ma accettare la Nazionale non significherebbe smettere di allenare: basta fare l’esempio di Antonio Conte...». Riferimento non puramente casuale: perché anche Ancelotti, come Conte, non è tipo da saper (e voler) stare per troppo tempo fuori dalla mischia. E da uno come lui la Nazionale non sarebbe mai vista come una soluzione di ripiego, o troppo «rischiosa». Resta da capire solo quanto sarà quel tempo da aspettare a cui fa riferimento. Ma questo non dipenderà (solo) da lui: Costacurta non ha fretta, ma un progetto a cui dare un nome il prima possibile sì.