L’alluvione sconvolse Genova Cinque anni alla ex sindaco
●Confermata la dura condanna La Vincenzi: «Non so se riuscirò ad andare avanti»
Nessuna clemenza per l’ex sindaco di Genova Marta Vincenzi. La Corte d’Appello ha confermato la sentenza di primo grado, condannandola a cinque anni per l’alluvione del 4 novembre 2011 in cui morirono quattro donne e due bambine. Il marito della Vincenzi subito dopo la lettura della sentenza si è sentito male in aula, ha cominciato a tremare e ha perso l’equilibrio. L’ex sindaco invece non era presente. Secondo l’accusa, gli amministratori e i tecnici non chiusero le strade e le scuole nonostante fosse stata diramata dalla Protezione civile l’allerta 2, sottovalutando la portata del rischio. Eppure gli uffici comunali «avevano ricevuto notizie allarmanti già alle 11 mentre il rio Fereggiano esondò intorno all’una». In quelle due ore, per il pm, si sarebbe potuto intervenire. Non solo: i vertici del comune genovese «falsificarono il verbale alterando l’orario dell’esondazione». Nel verbale fu scritto che il volontario di Protezione civile risultava presente sul rio Fereggiano per monitorare la situazione,
Le vittime dell’alluvione del 4 novembre 2011 furono 6, tra le quali una madre con le sue due figlie di 1 e 8 anni e una ragazza schiacciata da una macchina ● Quel 4 novembre, nel giro di un’ora sono caduti 181 millimetri d’acqua. In 3 ore, sono stati 337 i millimetri caduti, una quantità di pioggia record
mentre in realtà non arrivò mai sul posto. Di tutto ciò si è ritenuta colpevole la Vincenzi, mentre le pene di un dirigente e dell’ex assessore competente sono state ridotte. Altri due dirigenti imputati hanno visto aumentate le loro condanne.
IN CASSAZIONE «Non ho parole. Dovremmo attendere la Cassazione per insistere sull’applicazione delle norme sull’omicidio colposo» ha detto l’avvocato dell’ex sindaco, Stefano Savi. La Vincenzi, invece, è apparsa distrutta: «Non so se riuscirò ad andare avanti». Soddisfazione hanno espresso, invece, i parenti delle vittime. «È stato confermato tutto quello che è emerso durante il dibattimento — ha detto Marco Costa, papà di Serena, morta dopo avere preso il fratello a scuola — e cioè la responsabilità: non sono riusciti a sminuirla perché non si poteva riuscire». Nella tragedia del 2011 morirono Shpresa Djala, mamma di 29 anni e le figlie Gioia (8 anni) e Janissa di 10 mesi, Serena Costa (18), Angela Chiaramonte (40) ed Evelina Pietranera (50).
6
337