Era il sorriso più amato della tv
Aveva 60 anni, fatale un’emorragia cerebrale. L’Italia intera lo piange
Fabrizio Frizzi, sessant’anni compiuti da cinquanta giorni, è morto nella notte tra domenica e lunedì nell’ospedale Sant’Andrea di Roma, dove era stato ricoverato di corsa a causa di un’emorragia cerebrale.
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Aveva avuto un ictus lo scorso ottobre.
Non proprio un ictus, ma una tia, sigla dell’espressione inglese Transient Ischemic Attack, cioè Attac- co Ischemico Transeunte, vale a dire «attacco provvisorio», «che passa». Per qualche ragione il sangue non arriva più bene al cervello e ci si sente male. Dura - per essere classificato come tia - un’ora al massimo e i medici lo considerano un segnale: la glicemia è alta, qualche vaso è ostruito, possono esserci strascichi, per esempio nell’uso della parola... I medici, quando ti capita, ti dicono anche che sei fortunato, «è un segnale, ti è andata bene», il disgraziato che è stato colpito deve mettersi a dieta e imbottirsi di anticoagulanti, magari con l’accompagnamento di insuli- na. Gli anticoagulanti servono a prevenire i trombi, cioè le occlusioni di qualche vaso che possono trasformare l’avvertimento tia nell’ictus vero e proprio, fatale perché si muore o si resta paralizzati...
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Fabrizio sembrava essersi ripreso bene, lo abbiamo visto condurre «L’Eredità» in tv apparentemente senza problemi...
Era dimagrito, e con una bella faccia. Forse un pochino meno vivace di un tempo. La paura esiste, stai ancora seduto sul tram della vita e la morte ti si è seduta vicino, non è detto che
sia scesa alla prossima fermata... Fabrizio sapeva di non essere guarito. Alla fine di gennaio, vigilia dei sessant’anni che avrebbe compiuto il 5 febbraio, lo intervistò Emilia Costantini del Corriere della Sera, e lui le
GRAZIE FABRIZIO PER TUTTO L’AMORE CHE CI HAI DONATO
I FAMILIARI L’ANNUNCIO DELLA MORTE