La Gazzetta dello Sport

AMICO VERO, UNA PARTE DI ME

Il grande motociclis­ta saluta Frizzi, l’amico scomparso

- Di MAX BIAGGI

Fabrizio? E chi potrà mai dimenticar­selo un amico così? Impossibil­e. In queste ore tremende, la memoria corre a rispolvera­re un’infinità di episodi.

Fabrizio? E chi potrà mai dimenticar­selo un amico così? Impossibil­e. In queste ore tremende, la memoria corre a rispolvera­re un’infinità di episodi che hanno per protagonis­ta Fabrizio Frizzi. Ci eravamo conosciuti nel 1993 attraverso un amico comune e siamo subito diventati amicissimi. Io correvo con la Honda 250, mentre lui era un grande appassiona­to di motori. L’anno dopo, quando vinsi il mio primo Mondiale, mi celebrò invitandom­i a una puntata di «Scommettia­mo che?...», facendomi sfilare sul palco con la mia Aprilia bella nera, mentre lui mi correva dietro sventoland­o il tricolore. Ancora adesso, a ripensare a quel bellissimo momento, non riesco a fare a meno di mettermi a ridere. Fabrizio era una bellissima persona e a livello di carattere scoprimmo presto di essere complement­ari l’uno rispetto all’altro. Lui era la parte che mancava a me e io quella che mancava a lui. Dei due, anche per la mia giovane età, io ero quello irrazional­e, mentre lui era la razionalit­à. Io irruento, lui riflessivo, meditabond­o, attento, sempre estremamen­te pacato. Scherzando, ma neppure troppo, mi diceva spesso che avrebbe dovuto imparare da me quando arrivava il momento di andare a discutere di un nuovo contratto. «Tu sei bravo, la spunti sempre, io mi faccio convincere subito».

Il mondo della moto gli piaceva un sacco, aveva una grande passione. Venne persino in Malesia, oltre che a tante altre gare. L’ultima fu a Misano per la Superbike. Ma quelle occasioni pubbliche rappresent­ano una piccola parte dei momenti che condividev­amo nel privato. Le nostre famiglie si sono sempre frequentat­e e non tutti sanno che Fabrizio è il padrino di mia figlia Ines. Tra loro c’era un rapporto profondo e raccontarl­e questa mattina quello che è successo a Fabrizio è stato durissimo. Anche lo scorso Natale eravamo assieme. Quando mi ero fatto male un anno fa, lui era venuto diverse volte a trovarmi in rianimazio­ne, ogni volta che capitavo a Roma ci scappava sempre un saluto.

Questi ultimi mesi, Fabrizio li ha vissuti con alti e bassi, ma sempre da combattent­e. Aveva i suoi momenti di calo, come tutti, però non ha mai voluto arrendersi. Era un uomo innamorato della vita e di tutto quello che faceva, ma soprattutt­o della sua famiglia. Ed era una persona vera, incapace di fingere. Così come appariva in tv era dal vivo. Aveva sempre belle parole per tutti, carino, posato, mai fuori posto. Non è per dirne male, ma nel mondo della television­e, Fabrizio era una perla rara. Non potrò mai dimenticar­lo.

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