La Gazzetta dello Sport

Portogallo, che scoppola L’Olanda ne rifila tre a CR7

1Depay, Babel e Van Dijk chiudono i conti già nei primi 45 minuti Espulso l’interista Cancelo, prima vittoria del nuovo corso Koeman

- Alessandra Gozzini INVIATA A GINEVRA (SVIZZERA)

Se la difesa non difende, tutta una serie di circostanz­e si annullano. Quella del Portogallo punta tutto sull’ex interista Rolando, quasi trentatré anni, e su José Fonte, di due più giovane e già finito nella Super League cinese, centrale del Delian Yifang, non esattament­e un top club. In fascia dovrebbero sprintare due italiani, Cancelo (6 presenze e la metà dei gol, poi espulso) e l’esordiente Mario Rui, che restano più che altro coinvolti nella disfatta della retroguard­ia. Così i precedenti a favore (cinque amichevoli fin qui, due vittore portoghesi e tre pareggi), le diciotto posizioni nel ranking mondiale (terzo il Portogallo, ventunesim­a l’Olanda) e per restare allo stadio di Ginevra una curva piena che canta (e al 45’ altrettant­o fischia) e una semivuota e silenziosa, per una notte non contano. Il Portogallo ha anche una star, Ronaldo, che l’Olanda ovviamente non ha: CR7 si ricorda nervoso per un rigore non concesso, Depay e Babel – gli attaccanti dell’Olanda – si rammentano in festa dopo un gol.

CRISTIANO Il rigore che non gli è riconosciu­to è per un fallo di De Ligt al 40’, per cui Cristiano resta a terra e per cui l’arbitro Buquet chiede anche l’aiuto della Var: niente, anche se dalla tribuna la stecca pareva esserci stata. Un rigore apparentem­ente non dato, il nervosismo sfogato contro l’arbitro e un atteggiame­nto alla Ibra verso i compagni: Ronaldo è sempre al centro della scena ma quando gli manca il sostegno della squadra si trattiene a fatica dall’inveire. Per la Juventus le news che arrivano dalla Svizzera sono da interpreta­re: Cristiano per una volta non sembra al top, oppure l’incavolato Cristiano non vede l’ora di essere risarcito. CR7 si trascina dietro difensori e tifosi: doppia invasione per selfie. All’inizio il sette gioca a sinistra dove Mario Rui è troppo timido per imbeccarlo. La spalla d’attacco sarebbe Quaresma, in versione non troppo ispirata, mentre André Silva è lasciato inizialmen­te in panchina. Quando arriva il pullman del Portogallo allo stadio, André gioca con il telefonino seduto cinque file indietro rispetto a Ronaldo che scende tutto dorato: cuffie, catene e meches sui capelli. La tecnica, AFP altrettant­o preziosa, per una sera non lo assiste. O non abbastanza: a inizio ripresa sfiora il gol di testa e sarebbe stato meritato (69 a 31% il possesso palla fin lì) e simbolico: la nazionale portoghese cercava il millesimo gol della sua storia. Nessuno ieri ha avuto voglia di essere ricordato. I gol ci sono, ma tutti arancioni. Un riscatto modesto: anche loro guarderann­o il Mondiale in tv e anche loro per colpa della Svezia, finita nel girone a pari punti con l’Olanda ma avanti per una miglior differenza reti. Reti, a proposito: apre Depay su assist di Van de Beek, raddoppia Babel sullo spunto di De Ligt, e al tris arriva Van Dijk, il difensore più pagato al mondo. Anche Cancelo finisce segnalato nel tabellino, ma per un’espulsione conseguenz­a di due gialli evitabili. Una conclusion­e ribattuta per André Silva, entrato in un secondo tempo sottotono, qualcosa in più di De Roon, diga utile a mantenere il risultato. Il nome, quanto basta per Justin Kluivert, figlio di Patrick: diciottenn­e al debutto.

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La rete dell’1-0 di Memphis Depay, 24 anni, al 9o gol con l’Olanda

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