Portogallo, che scoppola L’Olanda ne rifila tre a CR7
1Depay, Babel e Van Dijk chiudono i conti già nei primi 45 minuti Espulso l’interista Cancelo, prima vittoria del nuovo corso Koeman
Se la difesa non difende, tutta una serie di circostanze si annullano. Quella del Portogallo punta tutto sull’ex interista Rolando, quasi trentatré anni, e su José Fonte, di due più giovane e già finito nella Super League cinese, centrale del Delian Yifang, non esattamente un top club. In fascia dovrebbero sprintare due italiani, Cancelo (6 presenze e la metà dei gol, poi espulso) e l’esordiente Mario Rui, che restano più che altro coinvolti nella disfatta della retroguardia. Così i precedenti a favore (cinque amichevoli fin qui, due vittore portoghesi e tre pareggi), le diciotto posizioni nel ranking mondiale (terzo il Portogallo, ventunesima l’Olanda) e per restare allo stadio di Ginevra una curva piena che canta (e al 45’ altrettanto fischia) e una semivuota e silenziosa, per una notte non contano. Il Portogallo ha anche una star, Ronaldo, che l’Olanda ovviamente non ha: CR7 si ricorda nervoso per un rigore non concesso, Depay e Babel – gli attaccanti dell’Olanda – si rammentano in festa dopo un gol.
CRISTIANO Il rigore che non gli è riconosciuto è per un fallo di De Ligt al 40’, per cui Cristiano resta a terra e per cui l’arbitro Buquet chiede anche l’aiuto della Var: niente, anche se dalla tribuna la stecca pareva esserci stata. Un rigore apparentemente non dato, il nervosismo sfogato contro l’arbitro e un atteggiamento alla Ibra verso i compagni: Ronaldo è sempre al centro della scena ma quando gli manca il sostegno della squadra si trattiene a fatica dall’inveire. Per la Juventus le news che arrivano dalla Svizzera sono da interpretare: Cristiano per una volta non sembra al top, oppure l’incavolato Cristiano non vede l’ora di essere risarcito. CR7 si trascina dietro difensori e tifosi: doppia invasione per selfie. All’inizio il sette gioca a sinistra dove Mario Rui è troppo timido per imbeccarlo. La spalla d’attacco sarebbe Quaresma, in versione non troppo ispirata, mentre André Silva è lasciato inizialmente in panchina. Quando arriva il pullman del Portogallo allo stadio, André gioca con il telefonino seduto cinque file indietro rispetto a Ronaldo che scende tutto dorato: cuffie, catene e meches sui capelli. La tecnica, AFP altrettanto preziosa, per una sera non lo assiste. O non abbastanza: a inizio ripresa sfiora il gol di testa e sarebbe stato meritato (69 a 31% il possesso palla fin lì) e simbolico: la nazionale portoghese cercava il millesimo gol della sua storia. Nessuno ieri ha avuto voglia di essere ricordato. I gol ci sono, ma tutti arancioni. Un riscatto modesto: anche loro guarderanno il Mondiale in tv e anche loro per colpa della Svezia, finita nel girone a pari punti con l’Olanda ma avanti per una miglior differenza reti. Reti, a proposito: apre Depay su assist di Van de Beek, raddoppia Babel sullo spunto di De Ligt, e al tris arriva Van Dijk, il difensore più pagato al mondo. Anche Cancelo finisce segnalato nel tabellino, ma per un’espulsione conseguenza di due gialli evitabili. Una conclusione ribattuta per André Silva, entrato in un secondo tempo sottotono, qualcosa in più di De Roon, diga utile a mantenere il risultato. Il nome, quanto basta per Justin Kluivert, figlio di Patrick: diciottenne al debutto.