La Gazzetta dello Sport

Germania-Brasile Sogni e riserve nel nome del 7-1

1In campo quattro anni dopo la batosta storica. Tite: «Ferita aperta»

- Pierfrance­sco Archetti INVIATO A BERLINO

Nell’estate di quattro anni fa, il Brasile cominciò a piangere qualche giorno prima del tremendo 7-1 contro la Germania. La più grande nazione calcistica del mondo aveva gli occhi lucidi per Neymar, per la sua vertebra fratturata dopo un tamponamen­to violento del colombiano Zuniga. Davanti all’ospedale in cui venne portato l’idolo per le radiografi­e, le veglie improvvisa­te si mischiavan­o alle dirette no stop, in tv e via web. I tedeschi, poi, nello schianto più fragoroso del calcio postmodern­o, contribuir­ono alla definitiva alluvione di lacrime senza età: un 7-1 in una semifinale mondiale era un risultato così antico da sembrare un racconto di un secolo perduto. «Vedevamo la gente disperata sulle tribune, nel primo tempo nemmeno noi ci credevamo. Abbiamo segnato cinque gol già dopo mezz’ora, ma a noi ne sarebbe bastato anche uno: l’importante era vincere». A spiegare le sensazioni della parte tedesca è Jerome Boateng, alla centesima domanda (brasiliana) sul trauma di Belo Horizonte. Mentre il c.t. Tite rimarca: «Ferita ancora aperta».

RICOSTRUZI­ONE Neymar è fuori uso anche adesso che Germania e Brasile si ritrovano per la prima volta, fra nazionali maggiori, dopo l’8 luglio ‘14. Ma il funambolo della nuova generazion­e non se la passa male come allora, e in Brasile sorridono anziché asciugarsi 1 Marcelo contro Lahm nel Mineirazo: è l’unico brasiliano in campo stasera che lo giocò 2 Adenor Bacchi, detto Tite, 56 anni, c.t. del Brasile dal 2016 3 Joachim Löw, 58 anni, c.t. tedesco dal 2006 LAPRESSE-AFP-EPA gli occhi. Stavolta il crack è al piede, i media raccontano di una sedia a rotelle che sembra una fuoriserie e di una fidanzata che lo è, una fuoriserie. Il campione da 222 milioni si sta curando nella sua dimora sull’oceano adatta allo stipendio. Lui gira per i locali mondani con le stampelle, la Seleçao è in Europa per prepararsi all’evenienza di un’assenza della stella. Al Mondiale in casa l’imprevisto diventò sconvolgen­te; ora, se dovesse ripetersi, non dovrebbe contaminar­e troppo la struttura assemblata da Tite, concreto pianificat­ore di pro- getti, e non di sogni. Se poi Neymar sarà in Russia, come tutti credono, tanto meglio.

RISPETTO Joachim Löw ha la stessa frangia spiovente di 4 anni fa. E intende attenuare i turbamenti brasiliani: «Non ci sarà un altro 7-1. Il Brasile da quella sconfitta ha imparato tanto, ora difende anche con gli attaccanti. E poi noi la mattina dopo il 7-1 lo avevamo già scordato: eravamo concentrat­i sulla finale. E non lo abbiamo mai celebrato». Il problema di Löw, che se non perde eguaglia l’imbattibil­ità record tedesca (23 match), è come racchiuder­e in una sola formazione il meglio di una lista da almeno 35 convocabil­i. La Germania tricampion­e in carica (Mondiale, Confederat­ions, Europeo U21) ha scalato i titoli con tre gruppi diversi ed è attraverso la fusione degli stessi che deve giungere al massimo in Russia. Se venerdì con la Spagna avevano giocato i senatori, stasera tocca a diverse presunte seconde scelte. «Con Khedira non voglio rischiare dopo l’affaticame­nto muscolare», dice il c.t. Però ieri sera era in campo. Dall’altra parte Tite ha provato una formazione con Douglas Costa fra le riserve. Che abbia telefonato Allegri?

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