La Gazzetta dello Sport

Roma in modalità DiFra «Barça? Non copio Mou»

1Il tecnico tra rincorsa al terzo posto, la sfida al figlio e l’Europa «Al Camp Nou col nostro gioco. E Messi non lo farà marcare a uomo»

- Davide Stoppini ROMA

Un sabato Bruno Pesaola, allenatore del Bologna, promise che a Bergamo la sua squadra avrebbe fatto una partita tutta d’attacco. Andò al contrario, catenaccio e contropied­e. Tanto che poi, al tecnico, fu chiesto conto delle dichiarazi­oni del giorno prima: «Come mai non abbiamo attaccato? L’Atalanta mi rubato la idea...». Storia del calcio che Eusebio Di Francesco s’è messo in testa di riscrivere. E ci vuole un cuore grande così, o forse un rispetto enorme delle proprie idee, per prendere una strada diversa rispetto a José Mourinho, l’uomo che il Camp Nou, il triplete, il pullman, la filosofia del prima distruggo e poi, semmai, costruisco. L’allenatore della Roma s’è preso un rischio, ma per chi ha imparato un po’ a conoscere il suo pensiero, non c’è molto da sorprender­si. «Non andrò al Camp Nou con le stesse idee tattiche di Mourinho – ha detto il tecnico a Coverciano, in occasione del premio “Panchina d’oro” –. Non tradiremo la nostra identità di gioco, neppure lì. Ovviamente il Barça è una grande squadra e potrà obbligarci ad abbassare il nostro baricentro. Ma noi cer- cheremo di contrattac­care, non faremo una gara di sola attesa».

CONTRO I NUMERI Il ragionamen­to di Di Francesco è logico, se poi sarà vincente è tutto da dimostrare. Ma in fondo non c’è una ricetta perfetta per affrontare Messi, tanto vale seguire la linea che ha portato la Roma a perdere solo tre volte in tutta la stagione in trasferta, di cui appena una con conseguenz­e dirette per la classifica (a Torino contro la Juventus, le altre due con Atletico e Shakhtar in Europa sono state cancellate dai risultati successivi). Di fronte c’è una squadra che in Champions al Camp Nou ha un curriculum stagionale da 11 gol fatti e appena uno subito (al 90’ dall’Olympiacos) e in Liga ha incassato appena 6 reti in casa. «Servirà una partita di grandissim­a autorità – ancora

DiFra –. Messi? È un fenomeno, lo affrontere­mo con rispetto, ma senza paura. Per lui non esiste una marcatura a uomo, ma di sicuro avremo una particolar­e attenzione. In ogni caso, questa vetrina ce la siamo conquistat­a e ne andiamo orgogliosi». E con un pizzico di convinzion­e data dai parametri fisici della squadra, che prima della sosta erano pienamente soddisface­nti. Oggi Di Francesco è un tecnico sereno, perché ha superato con la forza delle idee il periodo negativo: «La crescita è stata nella testa e poi nelle gambe dei calciatori» ha aggiunto. Questi sono i suoi giorni: sabato a Bologna dovrà sconfigger­e anche il figlio Federico, mercoledì al Camp Nou l’avversario sarà (anche) il collega Ernesto Valverde, già sconfitto col Sassuolo. «In campionato avrei voluto qualche punto in più, ora pensiamo al terzo posto: è un obiettivo importante, anche se non lo considerer­ei alla pari di uno scudetto».

FLORENZI E UNDER A Barcellona un osservato speciale sarà Under: «So che il Barça lo segue » , ha fatto sapere il d. s. Monchi. Più o meno come la Juventus monitora Florenzi: «Szczesny gli consiglia di andare a Torino? Può dire quello che vuole, noi Alessandro ce lo teniamo stretto». Così sentenziò Eusebio, l’uomo che non vuole farsi rubare l’idea.

IL MOMENTO SÌ Il tecnico è rinfrancat­o dai parametri fisici della squadra

Su Florenzi: «Ce lo teniamo stretto» E Monchi su Under: «Lo segue il Barça»

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LAPRESSE-EPA Eusebio Di Francesco, 48, alla prima stagione sulla panchina della Roma. A destra José Mourinho, 55, ora al Manchester Utd
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