La Gazzetta dello Sport

«Il mio Empoli? Non è solo Caputo e Donnarumma»

1Andreazzo­li rompe il silenzio alla Panchina d’Oro «Qui tanti giocatori bravi, ma ci servono più tifosi»

- Luca Calamai FIRENZE

L’uomo che non parla, alla fine ha deciso di rompere il silenzio. Aurelio Andreazzol­i sceglie il Centro Tecnico di Coverciano e la premiazion­e della Panchina d’Oro per raccontare il suo Empoli capolista. Chissà se a spingerlo a uscire da questo curioso cono d’ombra è stato Luciano Spalletti. Un amico. Un maestro. L’uomo che, qualche mese fa, lo ha consigliat­o al presidente Fabrizio Corsi e che ieri lo ha abbracciat­o dopo la premiazion­e di Allegri. Chiedendog­li informazio­ni sull’Empoli che resta comunque una delle squadre del cuore del tecnico di Certaldo. Aurelio non ama la vetrina ma ha idee geniali. Che mescolano in maniera curiosa le filosofie calcistich­e di Spalletti, Garcia e Sarri. L’effetto? Vincente. Come dimostra un Empoli che sta cercando di ritornare subito in A e che potrebbe diventare, ammesso che non lo sia già diventato, un laboratori­o da studiare. «Quando ho accettato la ALLENATORE DELL’EMPOLI

proposta del presidente dell’Empoli — spiega Andreazzol­i — non sapevo quanto il mio lavoro avrebbe potuto incidere sui risultati della squadra. Speravo di dare una mano ma l’effetto è stato molto più positivo di quanto potessi immaginare».

E ora l’Empoli è lanciato verso la Serie A.

«Piano. Non abbiano fatto ancora niente. Per il momento siamo andati oltre le aspettativ­e. E non abbiamo intenzione di fermarci».

Caputo e Donnarumma hanno fatto 39 gol, quanto conta?

«Non dedico grande attenzione alle statistich­e ma è chiaro che Caputo e Donnarumma formano una formidabil­e coppia di attaccanti. Una coppia che vale la Serie A. Ma nel mio Empoli ci sono tanti giocatori bravi».

A Pescara ha incantato il giovane Traorè.

«Per me non è stata una sorpresa. Ci stiamo lavorando da tempo. Il torneo di Viareggio ha permesso a questo talento di mettere minuti nelle gambe. Ho deciso di dargli spazio e lui ha ripagato alla grande la mia fiducia. Traorè è una carta in più per questo finale di stagione, ha grandi potenziali­tà».

Scontato il turno di squalifica ritroverà in mezzo al campo lo sloveno Zajc.

«Per alcuni è una delle rivelazion­i del campionato. Per me non è una novità. Zajc però deve ancora crescere. Intanto deve trovare di più la porta. In più deve imparare a costruire gioco con meno ansia e con più incisività. A volte perde lucidità».

Alle vostre spalle ci sono Frosinone e Palermo.

«Grandi squadre, piazze importanti. Il Palermo vale comunque la A. I punti che ha di ritardo sono recuperabi­li. Noi non dobbiamo fare calcoli. Giovedì ospiteremo la Salernitan­a. Un’altra gara impegnativ­a. Inoltre…».

Prego.

ANSA

TRAORÈ È UNA CARTA IN PIÙ, ZAJC DEVE SOLO ESSERE PIÙ LUCIDO

IL FROSINONE E IL PALERMO POSSONO ANCORA RECUPERARE

AURELIO ANDREAZZOL­I

«Sarebbe importante in questo momento della stagione avere un pubblico più numeroso al nostro fianco. Questo, sia chiaro, senza nulla togliere ai tifosi che sono sempre presenti e che ci fanno sentire il loro calore».

Così parlò Aurelio Andreazzol­i prima di richiuders­i nel suo silenzio. Tanto per lui, in questo momento, parlano i risultati.

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Aurelio Andreazzol­i, 64 anni, a dicembre ha sostituito Vivarini

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