La Gazzetta dello Sport

Il Giro Rosa riabbracci­a Claudia

1Presentat­a a Monza la 29a edizione: la Cretti, rinata dopo la caduta del 2017, regala emozioni

- Mattia Bazzoni MONZA

Quando il 29° Giro Rosa viene alla luce, c’è già una vincitrice. Claudia Cretti entra a sorpresa nella sala della Villa Reale di Monza, dove si svolge la presentazi­one del nuovo Giro d’Italia femminile: indossa la maglia rosa, ma soprattutt­o sfoggia un sorriso che sprigiona vita e felicità. Tutti si alzano in piedi per il più vibrante degli applausi: il Giro 2018 è già diventato il suo Giro. Claudia è la velocista bergamasca che lo scorso 6 luglio ha rischiato di spezzare per sempre il filo dei suoi sogni in una caduta a Benevento, nella 7a tappa della corsa rosa. Dopo una delicata operazione e una lunga riabilitaz­ione, ha ritrovato l’entusiasmo per la bicicletta. Il suo inno alla vita ha incontrato ieri l’abbraccio della famiglia del ciclismo, dalle compagne – come Anna Trevisi, Silvia Valsecchi e Lisa Morzenti – che avevano lanciato messaggi di sostegno nei momenti più difficili, al c.t. Dino Salvoldi con cui Claudia ha colleziona­to successi in pista. «Mi hai emozionato», le dice commosso Beppe Rivolta, patron del Giro. Lei, 21 anni, “divoratric­e” di ciclismo e tifosissim­a di Kittel, guarda la maglia rosa e il trofeo di vincitrice che le è stato regalato: «Questa maglia è un simbolo importante – confessa –. Mi sento di nuovo nel mio mondo. Quel mondo che mi ha aspettato e fatta crescere quando ero piccola. Quel mondo che mi accoglie anche adesso. In tanti mi hanno scritto per incoraggia­rmi: ora tocca a me fare un in bocca al lupo alle ragazze per questa corsa. È dura, e poi c’è lo Zoncolan…». ZONCOLAN Eccolo allora il nuovo Giro Rosa, la più importante corsa a tappe femminile, patrocinat­a del Ministero dello Sport. Dieci tappe dal 6 al 15 luglio: si parte nella Verbania di Elisa Longo Borghini e si pedala verso Est, con le salite della Valtellina e “il Kaiser” Zoncolan, l’ascesa più dura d’Europa, a decidere la corsa. Sarà la prima volta che il gruppo affronta il gigante della Carnia dal versante “vero” di Ovaro (nel 1997 si salì da Sutrio, vinse Fabiana Luperini), lo stesso che i colleghi maschi scaleranno al Giro il 19 maggio: una vetrina per tutto il movimento rosa. «Quando ho chiesto di ridurre i giorni del Giro sbagliavo – dice Renato Di Rocco, presidente della Federciclo –: questo è il più bel prodotto che esportiamo nel mondo». «Negli anni 60 ero il primo a credere nel ciclismo femminile e mi prendevano in giro – osserva Ernesto Colnago, per il terzo anno sponsor della maglia rosa e bianca –, ora è una realtà che tutti invidiano».

ITALIA Al via 24 team e tutte le migliori, dall’ultima regina Van der Breggen all’azzurra Longo Borghini (2a nel 2017). Il successo italiano manca dal 2008 (Luperini), la corsa di casa può essere allora uno stimolo per tutto il movimento azzurro, come ammonisce Rivolta: «Il Giro è cresciuto, ora devono crescere pure i nostri team. Dobbiamo essere i primi, non restare indietro». Il c.t. Salvoldi guarda lontano: «L’esempio di Nibali ci dice che dove ci sono l’inventiva e la classe del campione si arriva ovunque, presto rivedremo un’italiana sul gradino più alto. Quest’anno il podio del Giro sarà molto simile a quello del Mondiale».

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Da sinistra Giuseppe Rivolta, Claudia Cretti, Renato Di Rocco, Ernesto Colnago OSSOLA

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