McGee sale in alto per salvare Pistoia «Fatti, non parole»
1La guardia Usa ha battuto quasi da solo Venezia, la sua ex squadra
Immarcabile. Ventinove punti per Tyrus McGee rappresentano il top da quando è qui da noi, farlo con soli 14 tiri (di cui 11 a bersaglio) è impresa da esaltare. Una gara quasi perfetta, da incorniciare, quella che ha permesso alla sua Pistoia di mettere al tappeto i tricolori di Venezia, non l’ultima arrivata. Una gara realizzando tutti punti dal peso specifico enorme. Ripercorrere i canestri principali aiuta a capire meglio l’impresa. Il primo tiro della partita, una bomba centrale, manda un messaggio soprattutto ai compagni, come a dire: «Venitemi dietro, io ci credo». Significativa la tripla del 18-9 che apre il solco, siamo solo al 7’. Da standing ovation la schiacciatona a difesa schierata a fine primo tempo, sulla testa dell’azzurro Biligha: palese manifestazione di onnipotenza. Al 29’ penetrazione vincente, nonostante il fallo, per il +19 che testimonia che stavolta i biancorossi resisteranno fino in fondo. Mancano 5’ alla fine, i due attacchi sono inceppati, McGee ha la palla in mano, si rintana in un angolo e quando i 24” stanno per scadere fa partire un "asteroide" che si deposita morbido nella retina. Anche il coach veneziano De Raffaele non può esimersi dal complimentarsi con uno spontaneo «cinque». Per essere sicuro che tutto non fosse vano, a 1’ dalla sirena per l’ultima volta colpisce dall’arco per stendere definitivamente i tricolori.
Strana la vita: lei ha fatto questa partitona proprio contro i campioni d’Italia di Venezia, di cui era alfiere nella passata stagione.
«Era un po’ che non facevo una partita del genere, ci voleva proprio per prenderci due punti fondamentali per la salvezza».
Nel rivedere la Reyer si scatena, quasi a voler sottolineare che un pezzo del tricolore che fa sfoggio sulle maglie orogranata è anche merito suo.
«È solo un caso l’aver di fronte Venezia. È stata una serata magica, mi è riuscito di tutto, non si può prevedere quando ti ca- pita un giorno così. E non c’è stata nessuna particolare rivalsa, anzi mi ha fatto piacere rivedere alcuni miei ex compagni. A noi interessava trovare almeno una vittoria nelle due gare casalinghe che il calendario ci ha proposto. Non è stato facile, loro sono scesi a Pistoia in serie positiva, non avendo certo ipotizzato di fermarsi per non compromettere il testa a testa con Milano».
La sua è stata finora una stagione travagliata, limitato dai tanti guai fisici che l’hanno costretta a fermarsi per un’operazione allo scafoide.
«Sì, è stata un’annata travagliata sin dall’inizio, un vecchio problema è tornato fuori e BETTAZZI
PASSARE DALLO SCUDETTO ALLA SALVEZZA NON È STATO FACILE
ZERO RIVINCITE, È SOLO UN CASO AVER FATTO 29 PUNTI ALLA REYER
CONOSCO BENE LA A: QUI SONO UN PUNTO DI RIFERIMENTO PER TUTTI
il recupero doveva essere rapido perché la stagione entrava nel vivo. Ho saltato diverse partite ed allenamenti, anche per altri intoppi. In più anche la squadra non è mai stata al completo e questo non ci ha certo agevolato».
Scelto in estate con un discreto sacrificio economico, doveva essere il leader tecnico, la prima opzione offensiva ma non sempre è andata bene. Seppur in una squadra non ricchissima di talento, mai era andato sopra i 20 punti.
«Qui fanno grande affidamento su di me. Da professionista mi devo adattare al ruolo che mi viene proposto, ora sono un riferimento per i compagni, sia
perché conosco bene questa lega, sia perché sono uno che ha vinto l’ultimo campionato. A Cremona uscivo dalla panchina e mi veniva chiesto di trasmettere energia. Ma io credo che più che le parole devono sempre parlare i fatti».
Ora un bel pezzo di salvezza sembra nelle vostre tasche: sono sei i punti di margine su Capo d’Orlando, col 2-0 negli scontri diretti, in attesa della sfida da giocare a Pesaro tra due settimane. Vi considerate tranquilli?
«Viviamo alla giornata. Sono convinto sia importante rimanere concentrati, ci aiuterà a non rilassarci. Dobbiamo restare sul pezzo, sappiamo che può succedere di tutto. Ripeto ai miei compagni di continuare a spingere sempre di più, combattere, dobbiamo mantenere questa posizione».
Dura parlare di salvezza dopo aver vinto il titolo?
«Resta un’esperienza formativa, abbiamo avuto molte difficoltà e le stiamo superando, non vuole essere una scusante. È una situazione nuova anche per la società e il pubblico, restare uniti è l’unico consiglio».