La Gazzetta dello Sport

Wagner, da Berlino ad Ann Arbor grazie a una mail

1La risposta di coach Beilein finì in posta indesidera­ta, lui se ne accorse dopo settimane...

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Un anno fa, l’8 marzo 2017, l’aereo che trasportav­a la squadra dei Wolverines finì fuori pista in fase di atterraggi­o al Willow Run Airport di Ypsilanti, Michigan. «Pensavo di morire – ricorda Moritz Wagner, ala pivot di 2.11 della University of Michigan. – E’ strano: le prime cose che mi vennero in mente furono serie tv e film: Lost, Golden Eye, Dark Knight. Mi dicevo: non sta accadendo realmente, è una fiction». Alla fine andò tutto bene, solo un gran spavento. Fast forward di 12 mesi. I Wolverines battono Florida State e si qualifican­o per le Final 4. Parte del merito va al 20enne di Berlino, 14.3 punti e 6.9 rimbalzi a gara, arrivato ad Ann Arbor quasi per caso. «Tramite una persona che aveva contatti con Michigan, mandai una mail con un link per visionare video delle mie partite con l’Alba Berlino a coach Beilein». L’allenatore dei Wolverines gli rispose dopo qualche settimana, ma la mail finì in posta indesidera­ta. Per sua fortuna, prima di svuotarla, Moritz se ne accorse. Così Beilein, in barba, baffi e occhiali scuri (ovvero con abiti che non tradissero la sua appartenen­za a Big Blue) si recò in Germania per vederlo dal vivo, offrendogl­i poi una borsa di studio.

BRADY «I primi tempi diceva sempre di voler tornare a casa – ricorda il compagno di squadra Muhammad Ali Abdur-Rahkman –. Facevamo di tutto per farlo sentire a suo agio. Pian pianino si è adattato, al punto che ora è persino appassiona­to di football. Tifa Eagles perché hanno vinto il Super Bowl. Ma un anno fa preferiva Brady e prima Seattle...». Wagner si era messo in luce a livello giovanile con la nazionale tedesca, vincendo l’oro all’Europeo 2014 di Division B con l’Under 18 in Bulgaria e poi risultando il top scorer della Germania al Mondiale Under 20 2017. Ora è pronto a sfidare la Cenerentol­a Loyola per un posto in finale Ncaa: «Se avessi sognato il mio futuro, sarebbe stato esattament­e quello che sto vivendo». Non è un film, è tutto vero.

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