La Gazzetta dello Sport

Brunson, il cyborg che ha imparato il mestiere da papà

1Il play è figlio di Rick, 9 anni in Nba. Per un coach avversario in campo ha l’intelligen­za di un robot

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«Se gli levaste la pelle dalla faccia, potete star certi che spunterebb­ero dei fili». Un cyborg in canotta e scarpe da basket, un computer al posto del cervello. Così Chris Mack, allenatore di Xavier, ha descritto Jason Brunson, play di 21 anni di Villanova, una delle due nobili approdate alle Final 4. Jason non è il classico fenomeno collegiale che finisce negli highlights tv con giocate spettacola­ri, ma uno alla John Stockton, se vogliamo usare paragoni impegnativ­i. Sa giocare a basket, e di questi tempi è un compliment­o non da poco. Molti si sono comunque accorti del suo valore: Sporting News e Usa Today lo hanno eletto giocatore dell’anno nel college basket. I siti specializz­ati lo danno tra le prime scelte del 2° giro qualora decidesse di passare ai pro’. Junior, quindi al 3° anno di università, una rarità nell’era dei one and done. Jason ha il basket nel dna. Papà Rick ha giocato per nove anni nella Nba. «Ricordo da piccolo quando andavo in campo al Madison Square Garden con gli altri bambini a tirare dopo le partite di papà» racconta Brunson jr.

CALCIO «Non ho mai voluto essere il genitore che proietta i suoi sogni sul figlio – spiega Rick –. Anzi, ho sempre cercato di indirizzar­lo verso altre discipline: calcio, baseball, football. Ma alla fine Jason tornava sempre al basket » . Al liceo divenne una stella, guidando la Adlai Stevenson High School al titolo statale nel 2015 per la prima volta nella sua storia. Venne poi eletto mvp del Mondiale Under 19 2015, avendo guidato gli Usa all’oro. Eppure nessuno parlava di lui. Erano nomi come Josh Jackson, Jayson Tatum e Harry Giles, ora giocatori Nba, ad attirare l’attenzione. «Ha tutte le qualità che cerchi in un leader – ha detto di lui Eric Flannery, che lo ha allenato all’Hoop Summit –. Dovessi scegliere un play tra tutti quelli che ho avuto, prenderei lui». «Sarà un pro’ per tanti, tanti anni – dice l’ex Wildcat Kyle Lowry, play dei Raptors –. Sono felice per lui». Come papà Rick.

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