E’ L’ORA DI GIGIO
1Di Biagio sceglie Gigio contro gli inglesi: «Ma Perin mi ha messo in difficoltà»
Stasera Donnarumma apre a Wembley il dopo-Buffon (che sarà riserva). Di Biagio insiste in attacco su Immobile con Candreva e Insigne
Il fatalismo, a volte, è indice di saggezza. Non è un caso, in fondo, che tempo fa Antonio Mirante - estremo difensore del Bologna - avesse spiegato: «Buffon ha rovinato una generazione di portieri». Occhio: il verbo «rovinare», in questo caso, ha una valenza di merito. Non solo il capitano azzurro è stato il numero uno tra i suoi coetanei, ma anche tutti coloro nati nel ventennio successivo non sono mai stati veramente in grado di sfidarlo. Per questo si è dovuto fare un balzo nel futuro per cominciare ad intravedere quel ricambio generazionale che stasera a Wembley - davanti ad 84.000 spettatori - porterà Gigio Donnarumma a ereditare virtualmente i guanti di uno dei portieri più grandi della storia.
PARADOSSI Missione non certo agevole, se si pensa che ad appena 19 anni il portiere del Milan dovrà confrontarsi con un fantasma gentile e ingombrante come quello di Buffon, che solo venerdì scorso a Manchester contro l’Argentina è stato il migliore in campo. Eppure, se c’è qualcuno a cui la sorte ha destinato stimmate analoghe a quelle di Gigi, è proprio Gigio. L’esordio a 16 anni in Serie A, d’altronde, non poteva che farlo essere un predestinato, se si pensa che lo stesso Buffon ha dovuto attendere di arrivare a 17 per farlo. Non illudiamoci però di avere già in casa un Delfino designato a una carriera fotocopia. I tempi cambiano, ed in effetti la pressione che ha addosso Donnarumma adesso - basti pensare all vicenda del suo rinnovo contrattuale - lo rendono estremamente più ricco ed estremamente più fragile rispetto al Buffon ragazzo, che tra l’altro ha vestito l’azzurro della Nazionale maggiore persino in leggero ritardo rispetto a Gigio (19 anni contro 17). Pensate solo come le polemiche legate intorno al suo contratto o a quelle legate al suo futuro prossimo possano scavare solchi nella mente, ed è per questo - in nome di un talento innegabilmente purissimo - ormai tutti possono aspettarsi da Donnarumma giocate sublimi o errori marchiani. Problemi di crescita, direbbero i saggi, che però di sicuro non si sarebbero aspettati come Mino Raiola, procuratore del ragazzo, solo una settimana fa abbia deciso di entrare in rotta di collisione sia con Di Biagio («Non ha carattere») che con l’intera Federcalcio («Fa schifo»).
LUI E PERIN Ma il c.t. non è uomo di rancori e così stasera lancerà nella bolgia di Wembley proprio la gallina dalle uova d’oro di Raiola. «Giocherà Donnarumma, anche se Perin mi ha messo in grandissima difficoltà: mi sento di aprire un ciclo con Gigio». Non sorprende. Di Biagio sa che un allenatore nel suo ruolo deve valorizzare il patrimonio del nostro calcio. Una cosa però è certa: detto che Buffon resta ancora il miglior portiere italiano - a confermarlo tre giorni fa è stato anche il vice commissario federale Costacurta - se Di Biagio resterà c.t., il portiere del Milan dovrà vedersela anche con Mattia Perin, stimatissimo, per dar vita ad un proficuo dualismo che si spera faccia bene a entrambi. Il portiere del Genoa, tra infortuni e resurrezioni, ad appena 25 anni ha vissuto una carriera intensa che lo ha reso forte di mani e di testa. Perciò il primo consiglio pubblico a Donnarumma arriva proprio da Bonucci: «Deve pensare a crescere piuttosto che a ricoprire il ruolo vacante di Buffon. Lasciamolo tranquillo, ha solo 19 anni. Sono sicuro che diventerà uno dei portieri più forti al mondo e un leader». Proprio quello che occorre alla Nazionale. Ma Gigio dovrà giocarsi bene ogni chance, anche se il suo avvenire potrebbe essere presto in un top club europeo. Come dire, l’esame Wembley è da maneggiare con cautela. Perché il ruolo di erede al trono, spesso, sa logorare il cuore.