MILANO OLIMPICA NON BALLA DA SOLA
La candidatura per i Giochi invernali del 2026
Assodato che le Olimpiadi sono la massima espressione dello sport, non deve sorprendere che noi giornalisti periodicamente torniamo a parlare di come e quando l’Italia potrà ospitare la rassegna. Discorsi arrivati a buon fine quando ci fu la candidatura di Torino 2006, molto più sterili quando si è trattato di dedicare pagine e pagine alle successive proposte di Roma e perfino di Milano 2000. «Parli sempre di corsa» ha titolato Linus uno dei suoi libri, «Parli sempre di Olimpiadi» dovremmo dire noi a proposito della ritualità dell’argomento. Una mania. Ma chissà che per Milano 2026 non sia di nuovo la volta buona, alla confluenza di venti trasversali che spirano in direzioni opposte: a nostro favore quelli che arrivano dall’esterno, con Milano che ha sempre più appeal e il Cio sempre meno alternative; a nostro sfavore quelli interni con il governo in formazione (e poi chissà quale parere esprimerà) e tanti galli nel pollaio a contendersi a candidatura. Ed è proprio sulle sinergie nate in Italia in vista della candidatura ufficiale che dobbiamo soffermarci, perché qui il quadro cambia ogni giorno, a seconda degli umori politici (da Chiamparino a Zaia) e delle dichiarazioni di circostanza.
È di venerdì la notizia forse più curiosa: la proposta di alleanza che Milano ha ricevuto addirittura da un Paese straniero, la Svizzera, dove evidentemente considerano poco credibile la candidatura di Sion. Non è che Sankt Moritz possa considerarsi proprio estranea ai flussi turistici dei nostri appassionati di neve, ma resta il fatto che proprio in terra elvetica va collocata geograficamente la sede delle lontane Olimpiadi invernali del 1928 e 1948. Diciamolo subito: a prima vista l’idea di ospitare l’Olimpiade a Milano e poi andare a Sankt Moritz per disputare bob, skeleton e slittino non ci piace per niente. Ma evidentemente i tradizionalismi stonano con l’agenda olimpica 2020 approvata dal Cio nel 2014 a Montecarlo, che ha sdoganato la possibilità di scegliere sedi transnazionali per alcuni sport. Possibilità di cui vogliono usufruire tre delle candidate che sono: Sion (Svizzera), Stoccolma (Svezia), Graz/Schladming (Austria), Calgary (Canada), Sapporo (Giappone) ed Erzurum (Turchia). Nello specifico Stoccolma si allargherebbe a Sigulda in Lettonia (570 km) per slittino, bob e skeleton; Sion a Heerenveen in Olanda (circa 1000 km) per la pista lunga; Graz a Koenigssee in Germania (a 670 km) sempre per slittino & C. Quindi non sarebbe un’eresia per Milano sconfinare a St Moritz, che è a 175 km contro i 225 di Cesana e i 411 di Cortina. Per il momento noi continuiamo a sognare un’Olimpiade 2026 interamente made in Italy. Che poi le valli torinesi e il distretto dolomitico puntino a fare tutto da soli è un altro discorso.