ARCHETTI, BOCCI, CECCHINI, CONTICELLO, DALLA VITE, DELLA VALLE, IARIA, LICARI, PUGLIESE, RICCI, STOPPINI
●Juve più «tattica», in 180’ ha più chance. Cardiff ha insegnato molto. E anche il Psg. E poi c’è Dybala che deve svoltare
Il Real Madrid è più forte, CR7 galattico, ma la Juve non è certo sconfitta. Paradossalmente è meglio partire da sfavorita, c’è meno da perdere, come tre anni fa in semifinale. Il contrario di Cardiff dove la carica esagerata, l’idea che fosse la volta buona, hanno schiacciato di responsabilità, rendendo più terribile il già inspiegabile secondo tempo. Una lezione da non disperdere. Semifinale difficile, non impossibile, nella notte dei campioni. Più o meno si sa com’è il Real, dipende da come sarà la Juve.
VANTAGGIO 180’ Con il piccolo vantaggio che in due gare è un’altra storia. In 90’ il Real avrebbe molte più chance. Nella doppia sfida, una squadra tattica e che sa «gestire» come la Juve aumenta la pericolosità. Non è un caso che il Real abbia vinto le ultime due finali ma la Juve le ultime quattro sfide andata-ritorno. A patto di entrare in partita subito, come con il Tottenham a Torino, con il Barça l’anno scorso, e di non uscirne improvvisamente (Cardiff, Tottenham).
CR7 DIVINO Dall’altra parte c’è, però, Ronaldo: domato nella semifinale 2015, persa tatticamente e psicologicamente dal Real, ma irresistibile in finale e adesso. Il valore in più, come Messi nel Barça, rende le spagnole le più dure da affrontare, anche se il City gioca meglio e forse è più forte. Ma Guardiola non schiera «undici e mezzo». Le cifre di CR7 sono disumane: 12 gol in 8 gare (mai cambiato), 11 dei quali in area, 3 traverse/pali, 58 tiri (26 in porta, 23 fuori, 9 respinte).
DYBALA ALLA SVOLTA Dietro ai due marziani c’è un gruppo di fuoriclasse — Neymar, Mbappé, Hazard, De Bruyne — tra i quali anche Dybala. Quello visto contro il Barça l’anno scorso sembrava candidarsi alla successione: poi il ridimensionamento. Probabile che nessuno sia come CR7 e Messi per un ventennio, ma Dybala, a 24 anni, è alla svolta della vita. Eliminare Ronaldo lo lancerebbe tra i top assoluti, costringendo il c.t. Sampaoli a tornare sui suoi passi. Deve farlo in 180’, quindi anche fuori casa dove il rendimento è inferiore, tranne a Londra con il Tottenham. Un gol e 26 conclusioni: il confronto per ora non regge.
IMPRESE ALLEGRI Per la Juve c’è sempre una partita chiave: Borussia-Juve 0-3, Real-Juve 1-1, Juve-Barcellona 3-0, Monaco-Juve 0-2, Tottenham-Juve 1-2. Andrebbe inserita anche Bayern-Juve 4-2, con i bianconeri in vantaggio strameritato fino al 90’. Allegri su questi risultati ha costruito due finali in un triennio: scelta della formazione, turnover, gestione del match (aggressione e attesa), motivazioni. Non è chiaro chi sono quelli che devono «fare l’impresa». L’impressione è che dieci siano sicuri, Rugani compreso, e quello dubbio dipenda dal sistema: con Mandzukic 4-2-3-1, rischiando che Isco crei superiorità in mezzo; con Bentancur, favorito, 4-3-3 e forse più spazio in impostazione per Casemiro. Niente difesa a tre senza Benatia. Manca anche Pjanic e questo è grave.
LEZIONE PSG Qualche insegnamento, oltre che dagli errori di Cardiff (Barzagli largo a destra, attaccanti lontani dalla squadra), può venire da Real-Psg 3-1, andata ottavi. Francesi raggiunti al 45’ su rigore di CR7, ma a lungo hanno messo in difficoltà il Madrid, rispondendo alle aggressioni in massa, soprattutto in contropiede: con Neymar che partiva da sinistra e però era egoista. Nella Juve si gioca per la squadra, manca velocità: tocchettare non è consigliabile, non c’è il Milan. Servono ripartenze veloci e letali viste (solo) a Londra con il Tottenham. La Juve però è più saggia del Psg, e Allegri di Emery: si chiude meglio, concede meno, deve monetizzare la sua consapevolezza. Il Real ha sofferto le fasce: Douglas Costa è atteso al primo break.
ZIZOU INVINCIBILE MA... Il Real non è soltanto Ronaldo: Modric, Kroos e Isco sono tre trequartisti-mezzali, Marcelo punta in più. Se Allegri ha incantato l’Europa, Zidane in tre anni non ha perso un’eliminazione diretta. È la grande sfida dei quarti, la più equilibrata, e non ci sarà da vergognarsi nell’affrontarla un po’ all’italiana. Senza cedere alla paura come Emery che, con i cambi difensivi, mandò un messaggio destabilizzante. Portarla sul tattico aiuterebbe, ricordando però che CR7 è la variabile indipendente. La Juve ha abituato al fatto che non è finita finché non è finita: è dura, ma...
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LA CIFRA le finali complessive di Real e Juve. Per il Real 12 successi e 3 k.o., per la Juve 2 vittorie e 7 sconfitte