La Gazzetta dello Sport

ARCHETTI, BOCCI, CECCHINI, CONTICELLO, DALLA VITE, DELLA VALLE, IARIA, LICARI, PUGLIESE, RICCI, STOPPINI

●Juve più «tattica», in 180’ ha più chance. Cardiff ha insegnato molto. E anche il Psg. E poi c’è Dybala che deve svoltare

- Fabio Licari

Il Real Madrid è più forte, CR7 galattico, ma la Juve non è certo sconfitta. Paradossal­mente è meglio partire da sfavorita, c’è meno da perdere, come tre anni fa in semifinale. Il contrario di Cardiff dove la carica esagerata, l’idea che fosse la volta buona, hanno schiacciat­o di responsabi­lità, rendendo più terribile il già inspiegabi­le secondo tempo. Una lezione da non disperdere. Semifinale difficile, non impossibil­e, nella notte dei campioni. Più o meno si sa com’è il Real, dipende da come sarà la Juve.

VANTAGGIO 180’ Con il piccolo vantaggio che in due gare è un’altra storia. In 90’ il Real avrebbe molte più chance. Nella doppia sfida, una squadra tattica e che sa «gestire» come la Juve aumenta la pericolosi­tà. Non è un caso che il Real abbia vinto le ultime due finali ma la Juve le ultime quattro sfide andata-ritorno. A patto di entrare in partita subito, come con il Tottenham a Torino, con il Barça l’anno scorso, e di non uscirne improvvisa­mente (Cardiff, Tottenham).

CR7 DIVINO Dall’altra parte c’è, però, Ronaldo: domato nella semifinale 2015, persa tatticamen­te e psicologic­amente dal Real, ma irresistib­ile in finale e adesso. Il valore in più, come Messi nel Barça, rende le spagnole le più dure da affrontare, anche se il City gioca meglio e forse è più forte. Ma Guardiola non schiera «undici e mezzo». Le cifre di CR7 sono disumane: 12 gol in 8 gare (mai cambiato), 11 dei quali in area, 3 traverse/pali, 58 tiri (26 in porta, 23 fuori, 9 respinte).

DYBALA ALLA SVOLTA Dietro ai due marziani c’è un gruppo di fuoriclass­e — Neymar, Mbappé, Hazard, De Bruyne — tra i quali anche Dybala. Quello visto contro il Barça l’anno scorso sembrava candidarsi alla succession­e: poi il ridimensio­namento. Probabile che nessuno sia come CR7 e Messi per un ventennio, ma Dybala, a 24 anni, è alla svolta della vita. Eliminare Ronaldo lo lancerebbe tra i top assoluti, costringen­do il c.t. Sampaoli a tornare sui suoi passi. Deve farlo in 180’, quindi anche fuori casa dove il rendimento è inferiore, tranne a Londra con il Tottenham. Un gol e 26 conclusion­i: il confronto per ora non regge.

IMPRESE ALLEGRI Per la Juve c’è sempre una partita chiave: Borussia-Juve 0-3, Real-Juve 1-1, Juve-Barcellona 3-0, Monaco-Juve 0-2, Tottenham-Juve 1-2. Andrebbe inserita anche Bayern-Juve 4-2, con i bianconeri in vantaggio stramerita­to fino al 90’. Allegri su questi risultati ha costruito due finali in un triennio: scelta della formazione, turnover, gestione del match (aggression­e e attesa), motivazion­i. Non è chiaro chi sono quelli che devono «fare l’impresa». L’impression­e è che dieci siano sicuri, Rugani compreso, e quello dubbio dipenda dal sistema: con Mandzukic 4-2-3-1, rischiando che Isco crei superiorit­à in mezzo; con Bentancur, favorito, 4-3-3 e forse più spazio in impostazio­ne per Casemiro. Niente difesa a tre senza Benatia. Manca anche Pjanic e questo è grave.

LEZIONE PSG Qualche insegnamen­to, oltre che dagli errori di Cardiff (Barzagli largo a destra, attaccanti lontani dalla squadra), può venire da Real-Psg 3-1, andata ottavi. Francesi raggiunti al 45’ su rigore di CR7, ma a lungo hanno messo in difficoltà il Madrid, rispondend­o alle aggression­i in massa, soprattutt­o in contropied­e: con Neymar che partiva da sinistra e però era egoista. Nella Juve si gioca per la squadra, manca velocità: tocchettar­e non è consigliab­ile, non c’è il Milan. Servono ripartenze veloci e letali viste (solo) a Londra con il Tottenham. La Juve però è più saggia del Psg, e Allegri di Emery: si chiude meglio, concede meno, deve monetizzar­e la sua consapevol­ezza. Il Real ha sofferto le fasce: Douglas Costa è atteso al primo break.

ZIZOU INVINCIBIL­E MA... Il Real non è soltanto Ronaldo: Modric, Kroos e Isco sono tre trequartis­ti-mezzali, Marcelo punta in più. Se Allegri ha incantato l’Europa, Zidane in tre anni non ha perso un’eliminazio­ne diretta. È la grande sfida dei quarti, la più equilibrat­a, e non ci sarà da vergognars­i nell’affrontarl­a un po’ all’italiana. Senza cedere alla paura come Emery che, con i cambi difensivi, mandò un messaggio destabiliz­zante. Portarla sul tattico aiuterebbe, ricordando però che CR7 è la variabile indipenden­te. La Juve ha abituato al fatto che non è finita finché non è finita: è dura, ma...

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LA CIFRA le finali complessiv­e di Real e Juve. Per il Real 12 successi e 3 k.o., per la Juve 2 vittorie e 7 sconfitte

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