La Gazzetta dello Sport

Juve, sei cambiata: Matuidi e coraggio per scordare Cardiff QUELL’INCUBO DI DESTRA: QUANTI RISCHI SE SALE CARVAJAL (IN SUPERIORIT­À)

Decisivo non ripetere gli errori commessi nella finale: aggredire sì, ma senza lasciare spazio alle spalle

- Matteo Dalla Vite INVIATO A TORINO

La densità di mezzo spalmata orizzontal­mente, l’attacco sugli esterni coi raddoppi e gli incroci stratifica­ti, la velocità applicata alla tecnica: Cardiff è ancora lì che pulsa e Zidane è ancora qui a cercare di spaccare i pensieri notturni della Juventus. È qui, Zizou, con Cristiano e la sua banda che alza la coppa da due anni consecutiv­i. Quella Juve di Cardiff è durata troppo poco per aver un ricordo minimament­e felice nella bruttura di un’altra finale persa. Quella Juve abbassò la testa dopo il 2-1. Puff, e uscì dalla gara. Quella Juve arrivò con un fiatone così: perché Allegri li aveva spremuti – e bene e con risultati – col Modulo 5-Stelle, un all-in che poi trasformò la Juve in Dorando Pietri, bollito al traguardo. Oggi, la Juve, il linguone fuori alla Fantozzi non ce l’ha. Ma Zidane (se gioca Isco) ha gli stessi uomini di Cardiff: ed è qui che la Juve non può perseverar­e nella zoppìa. «L’abbiamo vista e rivista», dice Allegri. Appunto.

AGGRESSION­E TOTALE Dice Luka Modric, giocatore-sintesi di genialità ad ogni latitudine. «In questo tipo di partite la cosa più importante è l’esperienza – racconta il croato –. È importante fare meno errori possibili e approfitta­re di quelli degli altri». E gli errori fatti dalla Juve a Cardiff sono quelli sui quali Allegri ha lavorato (mentalment­e e sul campo) da giorni. Quella sera Barzagli giocò a destra e non fu una mossa felice. La Juve partì bene ma attaccando in massa per pochi attimi: Allegri voleva andare in vantaggio e conservare. Ebbe coraggio e la sfrontatez­za di pareggiare, poi la freschezza (e i cambi) del Real scavarono il solco. In tre passaggi il Real fa (e fece) tutto: alza Marcelo e Carvajal come due punte aggiunte dando ampiezza al centrocamp­o, dal quale si stacca Modric, si allarga Isco permettend­o inseriment­i, ma anche i movimenti di Benzema che apre il telepass per Ronaldo.

SPAZI E CAMPO APERTO Allegri dovrà puntare molto sulle coperture preventive: capire, agire. Perché Benzema che entra e lascia spazi al «nuovo centravant­i» Cristiano è sintesi perfetta di un gioco a cui la Juve ha mostrato la sua faccia fragile a Cardiff. C’è che la Juventus non deve ondeggiare, ma mantenere le posizioni perché in due passaggi il Real va in porta. E lì in mezzo, l’aggiunta di Matuidi può essere un bel passo in più rispetto a Cardiff dove i soli due centrocamp­isti andarono in apnea: Blaise è l’equilibrat­ore duttile. Un rinforzo dell’oggi, per evitare l’usato... insicuro di ieri. Un pallone perso o mal gestito, l’arrotino-Real che rasa tutto. L’azione del primo gol di Cardiff arriva così. Partecipan­o in 4, la Juve è schiacciat­a ma con ampi spazi fra i singoli, non c’è copertura preventiva né il posizionam­ento giusto per giocare d’anticipo: Kroos accelera sul fronte sinistro e Khedira non ritiene vitale inseguirlo, la Juve è spostata

tutta a destra e già questo è un errore che costringe alla rincorsa, Benzema esce dalla zona offensiva per ricevere palla, Cristiano scende basso a prendere in grande libertà il pallone e nel frattempo la Juve pare attendere gli eventi perché a destra sale Carvajal e Alex Sandro è solo contro due: tutto in mezzo attimo, il terzino del Real fa un passo e la mette ad altezza limite/dischetto, CR7 è solissimo e batte di prima, Chiellini (basso) non ha il tempo di girarsi che Cristiano ha già calciato il pallone (deviato da Bonucci) e, quando si gira, è già successo tutto. Non c’è schermatur­a, un rientro di un centrocamp­ista ad altezza zona-rossa per dare copertura e il 2 contro 1 su Alex Sandro è decisivo.

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy