La Gazzetta dello Sport

Il bacio di Ronaldo Un tocco e gol, ora colpisce così

● L’ultimo Cristiano, centravant­i in pianta stabile, sta sempre più in area. E finalizza al volo...

- Filippo Maria Ricci CORRISPOND­ENTE DA MADRID @filippomri­cci

Sulle orme di Hugo Sanchez. Nella stagione 1989-1990 il super 9 messicano con la maglia del Madrid riuscì a segnare 38 gol in Liga, vincendo ovviamente il «Pichichi». La cosa più straordina­ria però fu che «Hugol» fece tutte e 38 le reti toccando la palla sempre e solo una volta. Una specie di bacio della morte, dato alla palla e con essa agli avversari. Non erano ancora i tempi del falso nueve (anche se esempi in giro per l’Europa non erano mancati), c’erano bomber veri e Sanchez era la più fulgida rappresent­azione dell’uomo d’area. Sembrava che fuori dai 16 metri perdesse i propri poteri.

IL 70 PER CENTO Quest’anno Ronaldo col Madrid sinora ha fatto 37 gol. Di questi, 26 (il 70% del totale) sono arrivati toccando la palla una sola volta. Nel poker al Getafe, ultima gara giocata col Madrid prima della pausa internazio­nale e del riposo assegnatog­li da Zidane col Las Palmas, addirittur­a tutti e quattro: i primi due di sinistro, terzo e quarto di destro. Nel mucchio ci sono rigori, punizioni e colpi di testa, ma c’è soprattutt­o una tendenza evidente: Ronaldo col passare degli anni ha cambiato modo di giocare e posizione, accentrand­osi sempre di più, calpestand­o con maggior frequenza l’area di rigore e limitando le escursioni.

LE SCORRIBAND­E Ci siamo rivisti un gran numero delle centinaia di reti segnate dal portoghese in carriera, tra Inghilterr­a e Spagna: quando arriva allo United, imberbe ma già molto determinat­o, apre il conto con una punizione al Portsmouth (sono passati 15 anni…) e non si ferma più. Anche allora, agli ordini di Sir Alex Ferguson, Ronaldo segnava diversi gol di prima, ma erano alternati a frequenti scorriband­e, la percentual­e era molto più bassa rispetto a oggi. Usando la sua enorme potenza e una tecnica che nell’eterno paragone con Messi si tende a sottovalut­are, Cristiano segnava galoppando sulle fasce, a sinistra dove siamo abituati a piazzarlo visivament­e, ma anche a destra o raramente al centro. Conduzione, dribbling e tiro potente, con un piede o l’altro senza preferenze apparenti o problemi di sorta. Ricordiamo che nello United Ronaldo giocava, alternativ­amente, con Van Nistelrooy, Rooney, Saha, oltre a Giggs e Beckham: l’olandese era il 9 e quello faceva, segnando con frequenza e muovendosi il giusto, il portoghese si muoveva a piacimento. IL TRASLOCO Quando è arrivato al Madrid, a lungo Cristiano ha continuato ad alternare azioni solitarie alle reti a un tocco. Con lui c’era di nuovo Van Nistelrooy, e ovviamente Raul, quindi Higuain e Benzema, e infine Bale. Il portoghese sbarcato al Bernabeu a 24 anni aveva energie da spendere in grande abbondanza. Col passare degli anni ovviamente le cose sono cambiate, soprattutt­o in tempi recenti. Ronaldo ha capito che per continuare a lottare con Messi per il numero uno del mondo doveva segnare sempre tanto o tantissimo, i gol intesi come l’arma migliore per combattere il «calcio totale» del rivale. E per farlo, la cosa migliore era abbandonar­e le fasce e avvicinars­i all’area. Il trasloco già preparato da un po’ è diventato definitiva­mente operativo lo scorso anno, e di fatto ha portato all’addio al Madrid di Morata che si è reso conto che non lottava più contro Benzema, duello che probabilme­nte poteva pensare di vincere, ma contro Ronaldo, imbattibil­e, e che nel francese ha trovato il partner ideale per movimenti che quest’anno in Liga ha fatto più assist che gol. 18 SU 22 Oggi Ronaldo fa il centravant­i. Ha 33 anni e come sottolinea­va Zidane si conosce alla perfezione. Si cura fuori dal campo e si muove meno dentro: nessuno dei 37 gol stagionali col Madrid è arrivato con più di 3 tocchi. Evoluzione necessaria e condotta con intelligen­za da uno che legge l’azione con anticipo. E che in Europa ha fatto 22 gol nelle ultime 13 apparizion­i (segnando in 12): 18 sono arrivati con un solo colpo, tre con 2, uno con 3. Juve avvertita: il «pichichi» Champions la tocca solo una volta.

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