La Gazzetta dello Sport

Garanzia Spalletti, ma per il rinnovo c’è tempo

●Ha un contratto fino al 2019 e gode della fiducia di tutti. Prima però bisogna centrare il 4° posto

- Luca Taidelli MILANO @LucaTaidel­li

Se il derby fosse un numero, non ci sarebbe storia. Luciano Spalletti ha 435 panchine di Serie A contro le 15 di Gennaro Gattuso. Ma il derby, che è tutto tranne un numero, all’esordio lo ha vinto proprio Ringhio, al tempo con appena 4 gare da allenatore della prima squadra. Era il 27 dicembre e il Milan nei supplement­ari si guadagnò la semifinale di Coppa Italia. Vero che Spalletti si era preso - contro Montella però - i tre punti dell’andata, ma tra i due tecnici c’è anche una sfida nella sfida legata al futuro.

PIANIFICAZ­IONE DELL’ESTATE Secondo qualcuno, quello di Spalletti potrebbe essere tornato in discussion­e dopo il divorzio della scorsa settimana da Walter Sabatini, responsabi­le tecnico di Suning Sports ma soprattutt­o amico e primo sponsor del 59enne toscano, con cui aveva già lavorato ai tempi della Roma. La scorsa estate Spalletti aveva firmato un biennale, dunque fino al 30 giugno 2019. Vero che un grande club difficilme­nte inizia una stagione con l’allenatore in scadenza, ma l’interessat­o sabato scorso è entrato in tackle sull’argomento. «Non sono in scadenza, sono venuti i dirigenti per fare il programma estivo e pianificar­e la tournée negli Stati Uniti - la replica -. Io sono l’allenatore dell’Inter. I contratti servono a far venir fuori un po’ di clamore ma vengono disfatti in un attimo. Non contano niente». A parte la chiosa molto genuina, come tutti i colleghi Spalletti è legato ai risultati ma gode anche di un enorme credito all’interno della società. Aspetto non così scontato nelle ultimi annate nerazzurre. Facile dunque che se venisse centrata la Champions gli venga proposto un rinnovo almeno fino al 2021 per dare finalmente continuità a un progetto tecnico ingolfato nel dopo Triplete da due cambi di proprietà e addirittur­a da 11 allenatori diversi.

EUROPA E MERCATO Ogni tipo di discorso comunque verrà rimandato a fine campionato anche da parte di Spalletti. Uno che non ha mai praticato l’italico sport di incollarsi alla poltrona (o panchina) e non ne fa una questione economica. Anche a Roma aveva detto ben chiaro che se non avesse centrato certi risultati si sarebbe fatto da parte. Più importanti saranno la certezza che la squadra sia sempre con lui e i piani futuri della dirigenza. Spalletti ha digerito da gran signore la virata di luglio con cui Suning è stata costretta a stringere i cordoni della borsa. Nessun super centrocamp­ista e lui a immergersi subito nell’interismo e a ribadire che i top player li aveva comunque in casa. Un mantra che - affiancato al lavoro sul campo - alla fine ha permesso di ricostruir­e dalle macerie della dannata stagione dei quattro allenatori. Ma è chiaro che il ritorno in Europa significhe­rà anche una rosa più ampia e completa dell’attuale. La testa dell’allenatore però ora è soltanto al derby e alle successive trasferte in casa di Torino e Atalanta (peraltro guidate da due tecnici ex Inter). «Non firmo per un pari contro il Milan ha detto Spalletti dopo il 3-0 al Verona -. Vogliamo vincere e dopo il prossimo trittico capiremo molte cose sul piazzament­o finale della squadra». Vincere il derby e vendicare lo sgarbo natalizio di Gattuso sarebbe l’inizio migliore per garantirsi lunga vita nerazzurra.

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ANSA Luciano Spalletti, 59 anni
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Danilo D’Ambrosio, 29 GETTY

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