La Gazzetta dello Sport

«Sì, ho dato la palla a Perisic Ma non ho nessun merito»

●Andrea, la raccattapa­lle che ha innescato il gol di Icardi con il Verona gioca da terzino e sogna da designer

- Giulia Guglielmi

Sebastiano, Edoardo e Andrea sono tre fratelli. In rigoroso ordine di nascita, hanno anche imparato a giocare a calcio. Solo che Andrea, sabato pomeriggio, era in campo per Inter-Verona. Aveva appena imbrigliat­o i capelli in una lunghissim­a coda di cavallo che il pallone le è capitato tra le mani e dalle sue è volato in quelle di Perisic. Colpo di scena: «C’era una ragazza».

CHE… STORY Perché nel cortometra­ggio dell’1-0 di Mauro Icardi, uscito sul maxischerm­o dopo 37 secondi, in regia c’era Andrea. Che di secondo nome fa Ginevra, ha 13 anni e occhi veloci. È il terzino sinistro dell’Inter Under 14 femminile e fa anche il dovere di raccattapa­lle. «Appena il pallone è uscito, ho capito che la più vicina ero io – racconta –. Perisic mi ha guardato, ha fatto un cenno e io gliel’ho subito lanciato. L’avrebbe fatto anche una mia compagna, non credo di avere alcun merito…». Però allora dovrà mettersi d’accordo con Ivan, che a fine partita non la pensava proprio così: «Va sfruttata ogni occasione. E allora grazie al ragazzo che mi ha servito velocement­e la palla». Poi, a mezzanotte, il croato ha perfeziona­to i meriti. Nelle stories del suo profilo Instagram ha infatti pubblicato la foto di quell’istante. Con due hashtag come didascalia: #whatapass (che passaggio, ndr) e, appunto, #ceraunarag­azza.

MATEMATICA E PINAMONTI Nel futuro di Andrea c’è il liceo scientific­o sportivo. Le piace la matematica («perché il professore è interista ed è bravo») e infatti ha memoria per i numeri: «Era il 16 aprile 2016 quando l’Inter mi ha proposto di fare un provino, avevo sempre sognato di stare in una squadra di sole femmine». Perché fino a quel giorno Andrea aveva giocato con i maschi, nella squadra della scuola come in quella di casa. «Quando i miei fratelli palleggiav­ano, io mi mettevo sempre in mezzo. Loro facevano i “grandi”, mi scartavano e segnavano, ma non era un problema». Anzi, andava a vedere le loro partite seduta sul passeggino d’onore. Si definisce «interista da sempre» per merito di papà Angelo («solo mamma Francesca è juventina») e il 31 ottobre compirà appena 14 anni: «Da grande vorrei fare la calciatric­e, ma un altro sogno è la designer. Da piccola prendevo sedie e coperte e costruivo case, cercavo di ottimizzar­e gli spazi». E se con la maglia numero 2 palleggia come fa con le parole, chissà. Intanto nella lista dei preferiti mette Pinamonti ma guarda anche a Skriniar, per affinità di reparto. «La prima volta che ho fatto la raccattapa­lle è stato Inter-Lazio di un anno fa: ero agitata, non avevo mai visto dei giocatori così da vicino. Stavo dietro la porta, il primo pallone l’ho passato ad Handanovic». E non era una figurina.

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Dall’alto Perisic con Andrea prima della rimessa di sabato e lei in campo con l’Inter
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