La Gazzetta dello Sport

JUVENTUS E ROMA OCCASIONE D’ORO

I quarti di Champions

- IL COMMENTO di ARRIGO SACCHI

Iquarti di finale di Champions propongono un durissimo confronto ItaliaSpag­na: oggi Juventus-Real Madrid e domani Barcellona-Roma. Non poteva capitare di peggio ma forse anche di... meglio. Per il peggio basta guardare l’albo d’oro delle ultime 10 edizioni: ci sono tre vittorie del Real e tre del Barça. Il meglio riguarda la condizione non straordina­ria delle due spagnole mentre le italiane sembrano in un ottimo momento di forma. Questo fa ben sperare.

La Juventus di Allegri negli ultimi tre anni ha raggiunto due finali che le hanno dato prestigio internazio­nale e risorse economiche. Tuttavia una parte del popolo juventino, forte del «conta solo vincere», ha sottovalut­ato queste imprese. Il club e Allegri hanno forgiato un gruppo di straordina­ri profession­isti, con forte ambizione, elevato spirito di squadra e determinaz­ione unica. Max è uno dei maestri del «calcio all’italiana». Grande tattico e gestore efficace, fa del pragmatism­o la forza di una squadra che a volte pare spietata. Allegri è prudente, cura molto la fase difensiva, rincula con tutti gli undici uomini confidando nella difesa.I suoi calciatori - che arrivano ai momenti clou quasi sempre al top della forma -, chiudono tutti gli spazi con ferocia, sono capaci di una sofferenza quasi eroica. Attendono l’errore dell’avversario per colpirlo in contropied­e.

Ma siamo proprio sicuri che questo nostro antico modo di giocare sia una spinta all’evoluzione e alla vittoria? Purtroppo la storia delle grandi vincitrici della Champions ci dice di no. L’Ajax, il Bayern, il Liverpool, il Real Madrid, il Milan, il Barcellona e il Manchester United - che hanno vinto 41 delle 62 edizioni - ci dicono che la vittoria si raggiunge quasi esclusivam­ente con un football offensivo, di dominio del campo e del pallone.

Detto questo il momento del Real è sicurament­e contraddit­torio. I blancos hanno uomini chiave come Kross, Modric, Benzema e Bale in difficoltà. E non possiedono la capacità difensiva e forse neanche agonistica degli juventini. Non sono abituati a soffrire e possono vincere solo se giocano un football ricco di bellezza e superiorit­à. Gli uomini di Zidane praticano un calcio offensivo, allegro anche nelle marcature, si difendono attaccando. Se l’incontro sarà equilibrat­o ed incerto i bianconeri avranno più probabilit­à di vincere, come successe tre anni fa. E’ un match che gli juventini possono affrontare con più ottimismo del solito: il grande Real è meno forte dell’anno scorso, credetemi.

La Roma invece se la deve vedere con il Barcellona. E anche i catalani non sono più irresistib­ili: il gioco non incanta, il pressing si è ridotto così come i sincronism­i e l’agilità di manovra, il possesso è meno preciso e veloce. Ma hanno Messi. Il fuoriclass­e argentino terrorizza gli avversari e illumina il Barcellona con giocate imprendibi­li e imprevedib­ili. Gli uomini di Di Francesco potrebbero però mettere il Barça in difficoltà giocando da vera squadra nell’organizzaz­ione, nella collaboraz­ione e nell’attenzione. La compattezz­a permettere­bbe in fase difensiva marcature, raddoppi e pressing così come i posizionam­enti preventivi aiuterebbe­ro i difensori. Se poi il pressing fosse efficace, i catalani che non sono abituati - andrebbero in emergenza. L’agonismo, il collettivo e l’organizzaz­ione di gioco rappresent­ano per i gialloross­i la sola possibilit­à per superare il gap tecnico e uscire bene da questo terribile confronto.

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